Italians (1*)
giugno 30, 2009
Tutti in piedi per l’applauso.
Onori a un italiano che illustra il nostro paese,riuscendo dove tanti han fallito.
Sto parlando di Roberto Micheletti,da ier l’altro Presidente dell’Honduras dopo aver fatto deporre dall’esercito il regolarmente eletto Zelaya: spedendolo, altresì, dritto in Costarica via aerea,con qualche spicciolo in tasca; che la vita è cara,specie in un paese che il “costa” ce l’ha già nel nome.
Il Roberto Micheletti è riuscito ove tanti,troppi italiani, han fallito.
Dobbiamo infatti ricordare l’infausta parabola di Florio Fiorini e Giancarlo Parretti,che cercando di comprar la Metro-Goldwyn-Mayer si trovarono in mano un pugno di mosche,forse perchè contrattavano in dialetto umbro;
la triste vicenda umana del mai troppo rimpianto Giorgione Mendella, re di Intermercato e delle speculazioni in Romania,che rimase fregato dall’inesistenza di quei condomini che sosteneva d’aver costruito sul Mar Nero;
la controversa storia di Francesco Pazienza, che tra una faccenda e una strage riuscì financo a farsi accreditare quale console italiano alle Seychelles ( o ambasciatore?mai si capì, finquando la diplomazia inglese non fece notare la stranezza alla distratta Farnesina);
per tacer della grottesca vicenda di Lucianone Moggi, partito con l’offrir donnine alle terne arbitrali straniere per far passare il turno di coppa Uefa al Torino, e finito nella polvere, dopo essere riuscito a fare agguantare una Coppa dei Campioni nientemeno che alla Juve.
E vogliamo dimenticarci di Lucianone Gaucci e della sua fuga a Santo Domingo per scappare al fisco;
o di Felicino Riva fuggito da Vicenza a Beirut per scampare ai creditori del suo stabilimento tessile,uno che solo le bombe dei maroniti nel 1982 spinsero a tornar nel paesello nostro?
E vogliamo scordare Eugenio Cefis, transitato dalla lotta partigiana all’Eni via decesso di Mattei, e dall’Eni al Canada così, senza nemmeno passar dal via?
Insomma: tutti in piedi, standing ovation, rullo di tamburo: un grande italiano alla conquista di un paese straniero,un uomo che ci riempie d’orgoglio vero,uno che ce l’ha fatta.
Mica come quel tapino,per giunta mezzo canadese, di Marchionne: che fa fatica ad acquistare una fabbrichetta d’auto , mentre gli Usa stanno a guardare che non c’hanno i soldi, manco per andare a Tegucigalpa a sistemar le cose.
Insomma: ha dovuto far tutto uno dei nostri, grandi,formidabili italiani da esportazione.
“Originario di Bergamo alta,tifoso dell’Atalanta”,riporta la stampa straniera.
Magari,mentre dava ordini alle truppe, teneva in mano il gagliardetto nerazzurro e gli scappava qualche moccolo in dialetto seriano.
Un mito.
State bene.
Ghino La Ganga
Nota :
(1*) Senti,Beppe Severgnini: col cazzo che nei tuoi libri parli mai di questi qua,eh?
Quelle piccole cose.
giugno 29, 2009
La Giunta Comunale di Riccione si onora di avere,tra i suoi componenti,Giuseppe Savoretti, assessore al “decoro urbano e alle piccole cose”.
No,non è un errore di stampa.
“Alle piccole cose”, è scritto proprio così.
Cosa sono le “piccole cose”?
Boh,provo a indovinare.
Ti si inceppa il parchimetro e non riesci ad ottenere il bigliettino per la sosta?
Chiami Savoretti.
Ti finisce la benzina perchè ignori la spia della riserva da una settimana?
Chiami Savoretti : se si azzarda ad arrivare senza tanica, lo infami,peraltro.
Ti si rompe un tacco su una grata?
Chiami Savoretti, che arriva con il mastice da calzolaio.
Ti girano i coglioni perchè hai finito il caffè e non puoi farti il cappuccino la mattina?
Chiami Savoretti, perchè te lo porti dal bar sottocasa.
C’è qualche nuovola, e non sai che vestito metterti?
Chiami Savoretti,e gli imponi di darti una soluzione senza neanche aver visto il tuo guardaroba.
Non sai come ritinteggiare il tinello?
Chiami Savoretti: se il tapino si incazza perchè ha troppo da fare, gli dici che questo fatto rientra non solo nelle piccole cose, ma addirittura nel decoro urbano; che faccia poche pugnette,ed intervenga subito!
C’è un però,cari Voi e caro Comune di Riccione.
In Italia nessuno, ma dico nessuno, è disposto a considerare ciò che lo riguarda “una piccola cosa”.
Sicchè quelle elencate sopra, capitassero a chiunque tra noi, diventerebbero immediatamente grandissime.
Pertanto interpelleremmo direttamente il Sindaco, e non il primo Savoretti che capita.
E che cazzo.
State bene.
Ghino La Ganga
Lettera del prete genovese al suo vescovo: “Avete fatto il diavolo a quattro
sulle convivenze e sul caso Englaro. Ma assolvete il premier da ogni immoralità”
“Perché trattate così bene Berlusconi?”
Don Farinella scrive al cardinal Bagnasco
“Io e molti credenti crediamo che così avete perduto autorità. Molti si allontanano dalla Chiesa per la vostra morale elastica”
di don PAOLO FARINELLA
Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.
Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.
Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato – o meglio non ha trattato – la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.
Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di “frequentare minorenni”, dichiara che deve essere trattato “come un malato”, lo descrive come il “drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio”. Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.
Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la “verità” che è la nuda “realtà”. Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi “principi non negoziabili” e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono “per tutti”, cioè per nessuno.
Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi “parlate per tutti”? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’ forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.
I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con “modelli televisivi” ignobili, rissosi e immorali.
Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?
Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita “dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale”? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché “anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa”. Voi onorate un vitello d’oro.
Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da “mammona iniquitatis”, si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che – è il caso di dirlo – è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: “troncare, sopire … sopire, troncare”.
Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? “Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire” (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una “bagatella” per il cui perdono bastano “cinque Pater, Ave e Gloria”? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: “Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix” (La Stampa, 8-5-2009).
Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: “Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro” (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5).
Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei “per interessi superiori”, lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.
Lei ha parlato di “emergenza educativa” che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei “modelli negativi della tv”. Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del “velinismo” o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l’Italia.
Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: “Non licet”? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro “tacere” porta fortuna.
In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.
Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete
Repubblica, 24-06-09
E’ un paese per vecchi.
giugno 24, 2009
Ieri uscivo da un ufficio pubblico.
Mentre risalivo in auto,ho visto uscire dal medesimo posto un nonno con nipotina:una meraviglia di bimba con codini biondi e occhioni azzurri.
Ripartivano in bicicletta.
L’anziano ha sollevato la piccola e l’ha piazzata nel sedile per bambini dietro al suo.
Ho sorriso:guarda che momenti teneri ci sono ancora,in giro.
Avviata l’auto, procedevo a passo d’uomo lungo la via che porta in centro.
Sulla pista ciclabile a fianco,ho visto sopraggiungere a pedalata fortissima nonno e nipotina.
Ammazza,come ci dava,il vecchietto.
La colonna di auto si è mossa un po’ più velocemente.
E’ stato proprio in quel momento che, senza guardare da nessuna parte,il nonno di punto in bianco e a pedalata fortissima ha abbandonato la ciclabile,buttandosi in mezzo alla strada dove stavo anche io.
Ha tagliato la strada ad una Peugeot davanti a me.
La Peugeot ha sterzato di colpo a sinistra, evitando per miracolo la bici nonchè una Punto che veniva in senso opposto.
Io ho sterzato a destra, evitando Peugeot e Punto e anche un palo di delimitazione della ciclabile.
Quello dietro ha frenato alla diosanto,inchiodando a tre milllimetri da me,evitando Peugeto,Punto,me e palo.
Quello dietro ancora ha inchiodato ancor più forte e sterzato a destra,evitando Peugeot,Punto,me,palo e quello dietro di me.
Per mero culo, nessuno s’è fatto male o ha subito danni.
Siam ripartiti,sbigottiti .
Nel superare la bici del nonno,quella che stava alla guida della Peugeot ha rallentato, guardandolo.
Il nonno ha fatto il gesto “cazzo vuoi?” e ha fatto segno di smammare.
Quella della Peugeot gli ha suonato, ed ho suonato anche io.
Ci siam beccati i moccoli del nonno: “andì a caghè,strounz!” (1*), s’è udito benissimo,mentre rientrava nella ciclabile di punto in bianco, così come ne era uscito.
La nipotina sgranava gli occhioni.
Attonita.
Se mi avessero chiesto cento euro per chiamare i suoi genitori, li avrei pagati.
Magari m’avrebbero mandato a fanculo anche loro,chissà.
State bene.
Ghino La Ganga
Nota:
(1*)Dal dialetto romagnolo: “ Andate a cagare,stronzi”
La vincitrice morale.
giugno 23, 2009
Tra Penati che perde la provincia di Milano,Delbono che vince le due torri a Bologna,Cenni che si piglia Prato e Padova riconquistata da Zanonato, c’è una sola vincitrice morale : lei, Barbara Montereale.
Senza far tante campagne elettorali sulle ex,senza impugnar manganelli sul Brenta nè respingere i magliari Cinesi sull’Arno,senza mettersi una scarpa diversa dall’altra come Gramillano ad Ancona, senza tenere in camera una foto del Papa come Renzi di Firenze,nè farsela addosso fino all’ultimo come Balzani a Forlì; e soprattutto – a dir suo – senza aver fatto alcunchè ma proprio alcunchè-alcunchè-alcunchè,che l’ha perfin giurato sulla figlia,ebbene : s’è portata a casa diecimila eurini belli tondi,un bacio in fronte di Lui,qualche foto ricordo del bagno porcellanato,un par di statuette assortite,un cd di Apicella.
Come dite?
Ah: manca il Dvd con Bush.
Eh,cavoli: non pretendete troppo,adesso!
State bene.
Ghino La Ganga
Ora basta.
Siamo indignati,come cittadini italiani ma soprattutto,prima di tutto,come cattolici : le persone che,in politica, si proclamano difensori del nostro credo,in realtà non sanno difendere nulla.
Ma come è possibile, se è tutto così chiaro?
Non è chiaro,da subito,che le parole di un Vescovo sono oro colato, e che immediatamente noi cattolici – TUTTI noi cattolici, nessuno escluso – dobbiamo uniformarci al sacro verbo dell’alto prelato?
E’ infatti chiaro, da subito, che qualunque sistema democratico funziona proprio così : cioè il popolo può dire quel cazzo che vuole, ma quando parla un prelato, il popolo sta zitto e incassa in silenzio; guardate l’Iran,dove la gente ha un bel parlare di brogli e trucchi, ma basta che entri in campo Khamenei e dica : “ è tutto regolare,ora si taccia”, perchè subito le elezioni diventino la cosa più corretta vista in medio oriente. Anzi, ha pure avuto il buon cuore di far sapere che sì, c’erano quei tre milioni di voti in più, venuti chissà cazzo da dove, ma erano totalmente ininfluenti, anzi corroboravano l’autorevolezza del vincitore, si trattava di schede “spontanee” alla maniera delle stimmate di Padre Pio, prodigiosamente sgorgate come lacrime di sangue da una soave madonnina di gesso. C’è Dio in diretta che vi sta spiegando, e voi vi permettete di rompergli i coglioni?
Ma insomma, cari difensori politici del credo cattolico : ci volete spiegare che cazzo state lì a fare, se non siete neanche capaci di capire cosa vi chiede l’editore di riferimento?
Cosa fate tutti quei distinguo su Vescovi e Papa,cosa state a parlare di etica e morale, se non siete nemmeno in grado di udire quello che con grande chiarezza vi viene comunicato, e cioè che si deve votare quel che garantisce la conservazione vaticana, e mai il contrario? Perché non si sente mai nessuno che, senza possibilità di fraintendimento, si richiami alla grande scuola democristiana dei Tanassi, dei Gui, dei Rumor, degli Andreotti, dei Tambroni, degli Scelba, dei Gaspari, dei Gava, dei Pomicino, financo del Mastella recentemente lodato dal Santo Padre? Costoro, statisti dalla spina dorsale drittissima, non esitarono a battersi i coglioni della Costituzione e ad avvalersi di quanto di meglio era stato escogitato dal regime fascista – casellario centrale giudiziario, uso dei prefetti a scopo intimidatorio e poliziesco, interpretazione del Concordato in subordine ai dispositivi costituzionali ecc. – per fluidificare attorno al granello di sabbia della Chiesa post-unitaria, e farla diventare quella splendida perla che è oggi nella cozza sublime del suo corpo mistico.
Cosa fate tutte quelle questioncine idiote sull’unità della famiglia, quando deve essere chiaro IMMEDIATAMENTE che non è mai stato un problema un festino con cento prostitute,nè un divorzio dovuto a storiacce con minorenni ,che tanto c’è la Sacra Rota a provvedere con silenzio e celerità ad annullare per riserva mentale del coniuge, anche in presenza di più figli?
Cosa vi mettete a parlare di cilici e flagelli, quando è chiaro a tutti che certe forme di penitenza van sfogate per quel che sono: ossia il paravento di patologie mentali ben più gravi,che vi impedirebbero qualunque accesso a una carica pubblica,e che solo grazie al nostro comune credo si possono mascherare ?
Insomma, porcamiseria: è mai possibile che, quando c’è solo da dire “ecco,è giusto fare così” vi mettiate,invece, a fare dei distinguo privi di senso, che hanno come unico effetto quello di ridurre il gettito dell’otto per mille, che è la vera e unica cosa che preme realmente a tutti noi? Va bene, è vero, grazie a Tremonti e a quegli altri sant’uomini in effetti i finanziamenti più sostanziosi arrivano da quelli che non hanno barrato la nostra crocetta, ma ce li volete o no far fare quegli spot strappalacrime in cui sembra che i soldi li spendiamo in opere di carità, e non con i mini-prostituti delle favelas?
Restando in tema di grandi statisti cattolici, già in questi giorni si assiste al nefasto spettacolo dei servi e dei buffoni e scrivani di corte che, tra arrampicate e contorsionismi, cercano goffamente di smarcarsi dal capo. Ma noi cattolici veri, a questi squallidi Badoglio di stagione che come Jas Gawronski dichiarano “forse Obama non prende sul serio Berlusconi come Sarkozy, ma comunque Silvio gli è utile nel rapporto con la Russia” e ai Mario Cervi che mandano sofferti appelli al governo dicendo che “per ripartire di slancio, è utile che Berlusconi smetta di legiferare per sé” – dicevo, noi cattolici col senso del dovere preferiamo di gran lunga la prosa gogoliana di Bondi, secondo il quale “Repubblica è pericolosa per la democrazia”, e di Maria Stella Gelmini, ultima a gettare la stampella e cadere sul campo di battaglia, la quale rilancia le plausibilissime tesi di un “complotto politico”.
Si parla tanto di secolarizzazione, ma di scuse ne abbiamo sentite di migliori.
Per cominciare, non ci risulta che la droga abbia veramente sfondato. Prendendo ad esempio i dati su Milano, risulta che solo il settanta per cento dei giovani tra i 14 e i 25 anni ne fa uso. E l’altro trenta, lo lasciamo a casa a pettinare le bambole?
E vogliamo parlare dei matrimoni? A parte che ormai non si sposa più nessuno in Comune e le convivenze – come diceva Mons.Fiordelli, pace all’anima sua – altro non sono che concubinato, da una recente indagine ISTAT viene fuori che solo il 55% delle coppie ha avuto almeno un tradimento. E l’altro 45% dove lo mandiamo, a portare a spasso il cane? A riallineare i bottoni nelle asole? Epperò, non si loderà mai abbastanza Berlusconi per il bene che ha fatto, anche su questo versante, alla famiglia italiana.
E il fenomeno prostituzione, escort e night? Debellato. Chiedetelo a quei due riccionesi su dieci che sanno indicarvi le parrocchie a occhi chiusi, mentre solo otto sanno benissimo dove è il Pepenero, ignorando del resto l’ubicazione delle chiese.
Insomma, volete davvero costringerci a cambiare referenti politici?
Volete davvero che ci impegnamo a chiedere l’abrogazione dell’articolo 60 n.4) del Dlgs 267/2000, con la conseguente, e definitiva, invasione diretta dei ministri di culto nei consigli comunali e provinciali dei territori ove svolgono il loro ufficio ?
Volete tutto questo?
Volete davvero,Voi che paventate d’esser come “barchette di carta nel fiume della vita” ,essere appunto ridotti così, a far le barchette di carta nel Marecchia?
Infatti, è appena ovvio che TUTTI noi cattolici non ci sentiamo per nulla rappresentati dai sedicenti difensori dei nostri valori del Partito Democratico. E, come Mons. Luigi Negri insegna, non bastano due apparentamenti con l’UdC a Massa Palombarese e Castel Fraghettone a nascondere il ritardo che il Partito intrattiene – e qui mi pregio di citare Paola Binetti, peraltro lei stessa parecchio evanescente a questo proposito – nel “vero dialogo” con il mondo cattolico.
Insomma,cari voi: siete una grave delusione, in particolare voi che militate nel PD.
Ci volete spiegare a cosa servite, che perfino quando è ora di stoppar l’eutanasia devono intervenire i Vescovi, mentre voi perdete tempo in pagliacciate con l’acqua minerale?
Ci volete spiegare perchè a Castagnetti è così chiaro che per i cattolici il referente è il Papa,e quel che dice lui va bene; mentre per tanti altri questo non è chiaro, porca d’una miseria porca?
Ad esempio, D’Alema: lo vuol dimostrare proprio a tutti di non capire un cazzo, che neanche l’essere andato a prender benedizioni da Giovanni Paolo II gli ha fatto capire come si sta al mondo?
Ci volete spiegare perchè, sulle unioni di fatto, tutto quel che sapete proporre è un ordine del giorno sull’olio d’oliva?
Ma ci fate o ci siete?
Cosa credete,d’esser lì a fare i comodi vostri, a organizzar feste della parrocchia,a strimpellare chitarre?
Cosa pensate, che basti far voto di castità e siete a posto? Che ogniqualvolta si spacchi il partito e si rimandi sine die il documento di sostegno ai valori cattolici, sembra sempre di sentire la voce strascicata di Prodi, quando diceva “io sono sssereeeno, ma è mancato il dialogo”.
Eh no, adesso noi cattolici ci siamo rotti i coglioni. DA OGGI, se non volete farvi fare barba, capelli, menisco e tendini dal vescovo con un’entrata a gamba tesa, voi che fate finta di tutelare i valori in cui crediamo, dovete smettere di far flanella e al-li-ne-ar-vi ai comunicati che vengono da Roma o dal Montefeltro, da Barragan e da Caffarra, da Poletto e da Scola, da Sgreccia e Bagnasco, da Betori a Crociata. Sissignore, allinearvi: e quindi accodarsi a Berlusconi e a chi i valori cattolici li ha sempre difesi.
Siete avvertiti: e noi cattolici, che così dolorosamente non ci sentiamo rappresentati, vigileremo.
Ebbrezza. Foia. Folle volo (a planare). Sono state queste le emozioni più penetranti che mi hanno afferrato quando, dopo lunghe notti di studio sui candidati alla provincia di Rimini, avevo deciso di votare Stefano Vitali e il Partito Democratico.
Ebbene sì, lo confesso, col cuore in mano. Mi sentivo visionario ed ascetico come Gnassi, veramente Margherita come Mussoni, geniale e improrogabile come Piva, impetuoso come Zerbini, sontuoso stratega locale come Nando Fabbri, ieratico come Vichi. Era fatta, mi avevano convinto. Rappresentavano tutte le battaglie che stanno care a noi cattolici, corroborate e certificate dalla limpida alleanza con l’UdC. E invece.
E invece, scende come un arcigno grifo sulle mie infantili valutazioni e conigliesche la parola imprescindibile e definitiva di Sua Eccellenza Mons. Luigi Negri, che con la scomunica all’alleanza tra Partito Democratico e UdC riporta al centro dell’attenzione e del dibattito politico la consumata saggezza delle gerarchie, la fragrante orazione del pastore che ricorda al gregge che ci sono partiti giusti ma anche partiti sbagliati, coalizioni giuste ma anche coalizioni sbagliate, apparentamenti giusti ma anche e soprattutto apparentamenti sbagliati. E per un cattolico, come per tanti di noi cattolici, anzi di veri cattolici, le Sue preziose parole non possono che essere vincolanti. Sennò, che cazzo di gregge saremmo, dio cangurello?
Sua Eccellenza ci ha anche ricordato che, per essere cattolico, anzi per essere quintessenzialmente cattolico, cattolicissimo, per essere un vero cattolico, devi stare nella stanza dei bottoni, manovrare le leve del potere e pure le cerniere del portafogli. Puoi anche vergare una croce con la passata di pomodoro su Magdi Cristiano Allam e mandarlo alla conquista del Santo Sepolcro, puoi sbudellarti in diretta con una scimitarra davanti all’ospedale di Eluana, puoi fare una kermesse di fustigazioni in cilicio con la Binetti, la Baio Dossi e Riccardo Schicchi, puoi fare con Castagnetti le Olimpiadi dello Spirito Santo – insomma puoi fare quel cazzo che vuoi ma se non sei al governo non sei un cattolico serio. Anzi non sei proprio un cazzo.
Sua Eccellenza ci ha anche ricordato, in modo sbrigativo ma efficace, e soprattutto impegnativo – d’altronde è il magistero, mica merda di gabbiani – che oggi il più cattolico di tutti – l’uomo che “almeno non approva i Dico” – altri non può essere che Silvio Berlusconi. Sobrio, misurato, rispettoso della frugalità cattolica ed esempio integerrimo di padre di famiglia, Silvio Berlusconi – e, verrebbe da dire, in feconda simbiosi con Niccolò Ghedini – è il vero statista cattolico che fa le fortune del nostro grande paese.
Silvio Berlusconi ci allontana dal pericolo comunista. I comunisti non ci sono più dall’89, ma è sempre meglio stare in guardia, dato che il Muro di Berlino potrebbero sempre ricostruirlo, e se non lo sa lui che ha costruito Milano 2, allora non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Impegnato eroicamente a resistere contro miliardari comunisti come Murdoch, giornali comunisti come l’Economist e il Financial Times, giudici comunisti, giornalisti comunisti, piante grasse comuniste, registi comunisti, preti comunisti, mignotte comuniste, escort comuniste, filosofi comunisti e financo post-fascisti comunisti. Silvio Berlusconi è l’ultimo argine cattolico contro il comunismo, l’unico che può far andare avanti, in Italia, le lancette della storia.
Sua Eccellenza ce l’ha ricordato, e noi rispettosamente ci inchiniamo votandolo senza se e senza ma. E buonanotte al cazzo e al Partito Democratico.
Il paziente della signora D’Addario.
giugno 18, 2009
Cara Signora Patrizia D’Addario;
mi permetto di scriverLe qualche riga,visto il clamore dei giornali riguardo al Suo nome e alla Sua professione.
Se questo fosse il paese civile che, con tutte le sue forze, questo paese non vuole essere,il Suo lavoro di escort sarebbe considerato un lavoro come tanti.
Sicchè sarebbe soggetto a tassazione; ed anche controllo sanitario periodico,come avviene per alcuni specialisti medici quali,ad esempio,i radiologi.
Se questi due aspetti le seccano un po’,mi permetta di farLa riflettere.
L’Avvocato Ghedini ( su La Stampa) risulta aver detto che il Presidente del Consiglio,nei confronti Suoi, non avrebbe commesso illeciti di sorta, dacchè sarebbe stato null’altro che “un utilizzatore finale”.
Converrà con me che a nessuno viene in mente, dopo essersi sottoposto a visita radiologica, di precisare che non ha commesso illeciti di sorta perchè ha solo “utilizzato il radiologo” : perciò consideri attentamente i benefici, terminologici e pratici ,del far divenire quello di escort un lavoro come gli altri.
Cioè un lavoro nel quale, quando si ha la sensazione d’aver davanti non un paziente o cliente, ma un individuo assai maleducato,che disprezza a tal punto l’attività altrui da dir che “usa” chi la svolge, lo si mette alla porta .
Anche se promette candidature a vanvera,e senza bisogno di registrare alcunchè :pensi un po’ la soddisfazione.
Stia bene Lei, e stiano bene i lettori.
Ghino La Ganga
Io sto con Sua Eccellenza. E tu?
giugno 17, 2009
Il Resto del Carlino. Rimini, 17 giugno 2009 – Con una lunga lettera, monsignor Luigi Negri, vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro, ha espresso tutto il suo ‘disagio’ alla notizia dell’accordo tra Udc e Pd, raggiunto per la Provincia di Rimini alla vigilia del ballottaggio. Il partito di Casini, infatti, sosterrà sabato e domenica prossimi la candidatura di Stefano Vitali.
“Non nascondo un certo disagio per le parole di Casini in tema di apparentamenti al secondo turno elettorale – scrive il vescovo -. Credo che anche le situazioni particolari debbano essere viste in un’ottica generale e alla luce dei principi fondativi che ispirano l’azione di una forza politica”.
“Non mi pare nè sincera e nè profonda – continua – la giustificazione che scelte come le alleanze per i ballottaggi vengano lasciate alle responsabilità locali”. Secondo monsignor Negri, “nessuno che viva in queste zone può non rendersi conto dell’importante momento che una provincia come Rimini ha davanti a sé”.
“Per i cattolici – aggiunge – si tratta della possibilità di incidere in una realtà che da 60 anni vede una gestione monocratica del potere. E men che meno non possono non comprenderlo i dirigenti nazionali. Affrontare una scadenza come questa – scrive ancora monsignor Negri -, che ha certamente uno spessore nazionale, nell’ottica dei piccoli accordi locali che rispondono a logiche non certo di principio, mi sembra una cosa avvilente”.
Quindi, il vescovo affronta anche la futura collocazione degli abitanti dei sette comuni della Valmarecchia, che hanno espresso la volontà di passare dalla provincia di Pesaro-Urbino a quella di Rimini. E dice: “Seguo con interesse e partecipazione il fatto che la provincia di Rimini si arricchisca di uomini e donne che provengono dalla mia diocesi e che portano con loro un complesso di valori e di problemi che attendono risposte e che personalmente ho sempre indicato come motivazioni che rendevano ragionevole pensare ad un cambio di provinci”.
“L’Udc ha lodevolmente impostato la sua campagna elettorale per le elezioni europee sui grandi principi che riguardano la persona, la famiglia, il diritto all’educazione e la difesa della vita – conclude mons. Negri – portando il dibattito politico ad un livello superiore a quello di altri partiti. Mi chiedo come l’Udc potrà, alla luce di questi principi, condividere tutti i giorni le amministrazioni locali con chi manifesta una concezione della vita radicalmente diversa. Il vescovo non può non ricordare a tutti che una gestione senza principi è una gestione immorale”.
Secondo il deputato dell’Udc Gian Luca Galletti “Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino, è coerente con il suo sostegno a Pdl e Lega” quando denuncia l’apparentamento tra Udc e Pd a Rimini. “Rispettiamo profondamente le idee manifestate dal vescovo di San Marino – continua il parlamentare in un comunicato – che, in coerenza con quanto ha sempre sostenuto, conferma il suo sostegno incondizionato al Pdl e alla Lega nella provincia di Rimini”.
Una bellezza costante.
giugno 16, 2009
Quando ho visto le sue foto su un giornale, di quelli di poca opinione e molta chiacchiera,non ci volevo credere.
Cavolo,guarda dove è finita la mitica Rossella!
Quando avevo ventotto anni,m’aveva fatto perder la testa .
Bella. Sensuale.
Quando ero insieme a lei si giravano tutti.
Gli uomini per maledirmi: brutto culo rotto.
Le donne per criticare gli abiti attillati di lei: cos’è, adesso una con un corpo così ha bisogno di vestirsi così?
Dopo qualche settimana che ci uscivo,capii che non ero l’unico ad aver perso la testa, e che anzi eravamo in parecchi : io,come gli altri,avevo i miei turni .
Era stata lei stessa a spiegarlo, con una sincerità che disarmava: caro Ghino, gli uomini mi piacciono così tanto,e io piaccio così tanto a voi uomini, che devo mettervi in fila,una sera per uno.
A me andava bene:non cercavo fidanzate;eppoi, “chi ha bella donna, la non è tutta sua”,dicono in toscana.
Finì in poco tempo: la fila era tanta , c’era chi spingeva e lo spettacolo era sì bello, ma dopo un po’ di volte ci si annoiava.
Persa di vista, la Rossella: mai più saputo dove fosse finita, nè che facesse.
Ed ora eccola lì sul giornalino, sempre bella,nuova compagna – addirittura! – d’un nobile ben piazzato.
Si qualifica come scrittrice,la Rossella.
Beh:le sparava un po’ grosse anche allora,dài.
State bene.
Ghino La Ganga