Italians (1*)

giugno 30, 2009

Tutti in piedi per l’applauso.
Onori a un italiano che illustra il nostro paese,riuscendo dove tanti han fallito.
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Sto parlando di Roberto Micheletti,da ier l’altro Presidente dell’Honduras dopo aver fatto deporre dall’esercito il regolarmente eletto Zelaya: spedendolo, altresì, dritto in Costarica via aerea,con qualche spicciolo in tasca; che la vita è cara,specie in un paese che il “costa” ce l’ha già nel nome.

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Il Roberto Micheletti è riuscito ove tanti,troppi italiani, han fallito.
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Dobbiamo infatti ricordare l’infausta parabola di Florio Fiorini e Giancarlo Parretti,che cercando di comprar la Metro-Goldwyn-Mayer si trovarono in mano un pugno di mosche,forse perchè contrattavano in dialetto umbro;

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la triste vicenda umana del mai troppo rimpianto Giorgione Mendella, re di Intermercato e delle speculazioni in Romania,che rimase fregato dall’inesistenza di quei condomini che sosteneva d’aver costruito sul Mar Nero;

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la controversa storia di Francesco Pazienza, che tra una faccenda e una strage riuscì financo a farsi accreditare quale console italiano alle Seychelles ( o ambasciatore?mai si capì, finquando la diplomazia inglese non fece notare la stranezza alla distratta Farnesina);

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per tacer della grottesca vicenda di Lucianone Moggi, partito con l’offrir donnine alle terne arbitrali straniere per far passare il turno di coppa Uefa al Torino, e finito nella polvere, dopo essere riuscito a fare agguantare una Coppa dei Campioni nientemeno che alla Juve.

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E vogliamo dimenticarci di Lucianone Gaucci e della sua fuga a Santo Domingo per scappare al fisco;

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o di Felicino Riva fuggito da Vicenza a Beirut per scampare ai creditori del suo stabilimento tessile,uno che solo le bombe dei maroniti nel 1982 spinsero a tornar nel paesello nostro?

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E vogliamo scordare Eugenio Cefis, transitato dalla lotta partigiana all’Eni via decesso di Mattei, e dall’Eni al Canada così, senza nemmeno passar dal via?

Insomma: tutti in piedi, standing ovation, rullo di tamburo: un grande italiano alla conquista di un paese straniero,un uomo che ci riempie d’orgoglio vero,uno che ce l’ha fatta.

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Mica come quel tapino,per giunta mezzo canadese, di Marchionne: che fa fatica ad acquistare una fabbrichetta d’auto , mentre gli Usa stanno a guardare che non c’hanno i soldi, manco per andare a Tegucigalpa a sistemar le cose.
Insomma: ha dovuto far tutto uno dei nostri, grandi,formidabili italiani da esportazione.
“Originario di Bergamo alta,tifoso dell’Atalanta”,riporta la stampa straniera.
Magari,mentre dava ordini alle truppe, teneva in mano il gagliardetto nerazzurro e gli scappava qualche moccolo in dialetto seriano.
Un mito.

State bene.

Ghino La Ganga

Nota :
(1*) Senti,Beppe Severgnini: col cazzo che nei tuoi libri parli mai di questi qua,eh?