La visione della prica
luglio 30, 2009
A causa di alcuni maneggi impropri con una suora un po’ zoccola, è stato rimosso il frate di Medjugorie già guida spirituale dei pellegrini, vate deferente all’altissima autorità, esperto in planimetrie ed alberghi per fedeli a cazzo, infoiatissimo giocatore di bridge sloveno e quadretto svedese, già campanaro a Cailungo e attacchino di manifesti sacri a Ventoso.
Il link dell’articolo lo trovate qui: http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_30/rapporti_suora_frate_medjugorje_bartoloni_26d1c18a-7cd2-11de-898a-00144f02aabc.shtml. A sua discolpa, la guida spirituale ha detto che come lo succhiava Suor Ljubica, non lo succhiava nessuno.
E’ proprio vero che certi pompini, cesellati come dio comanda, fanno vedere la Madonna.
Detti.
luglio 29, 2009
Leggendo il dibattito in corso in vista del congresso del PD, mi viene in mente solo un detto delle mie parti, celebrato anche dal compianto Raffaello Baldini:
“S’aiò voja ad zcòr sa di quaièun,al’ zcòr sà in mì.” (1*)
State bene.
Ghino La Ganga
Nota :
(1*) dal dialetto romagnolo: “se ho voglia di parlare con dei coglioni, parlo con i miei.”
La mozione nomade.
luglio 28, 2009
Quando arrivò la carovana dei nomadi, e si piazzò nel parcheggio pubblico accanto a una via semicentrale, fu un casino.
I carabinieri intervennero subito, ma nella giunta e in consiglio scoppiò il dibattito: integriamoli, disintegriamoli. Il Sindaco non sapeva che cazzo fare.
O meglio, se fosse stato per lui, avrebbe messo fascia tricolore e al posto del questore avrebbe fatto lo sgombero a bastonate: appena arrivati, quelli avevano ricoperto d’escrementi il parco, taccheggiato in tutti i negozi del centro, svaligiato un paio di appartamenti compreso quello di sua cugina Maria, sfasciato i bagni comunali appena inaugurati, attaccato abusivamente corrente da un lampione e acqua da un pozzetto.
Fosse stato per lui.
Ma c’eran quei due di sinistra-sinistra, in consiglio, che facevan parte della sua maggioranza di sinistra ed eran determinanti, con quel settepercento del cazzo ma proprio del cazzo.
In giunta ,passò la loro linea: integriamoli, va’.
Bambini a scuola coattivamente; madri avviate al centro donne e lavoro; padri avviati al lavoro tramite centro per l’impiego presso aziende amiche dell’amministrazione,roulotte avviate nel deposito comunale, e sostituite da alloggi popolari.
Il casino non finì: bambini spariti da scuola dopo due giorni e ritrovati a rubacchiare in giro; madri mai presentate al centro donna, ma ben presenti nei vicini supermercati a metter mani nelle borse di pensionate rincoglionite; padri presentatisi al lavoro il primo giorno sobri, il secondo ubriachi, il terzo ubriachi e feriti dopo rissa, il quarto giusto per fregare una bicicletta al proprietario usando una mano sola, quella non fasciata..
Gli alloggi popolari?
Dopo una settimana, i vicini di casa chiesero l’intervento ausl e dei carabinieri: in ogni appartamento,quelli stavano in venti, bivaccavano sulle scale,facevan casino fino alle tre, fregavano roba in giro: ci fu anche un bel repulisti dei motorini parcheggiati sotto al condominio.
Dopo due settimane, il Sindaco tentò una svolta: recupero delle roulotte ,uscita dagli alloggi popolari, creazione di un campo in zona stadio.
I furti si spostarono tutti laggiù, assieme a una popolazione pressochè doppia di quella arrivata, con tante altre roulotte e auto al seguito.
Acqua e luce? A carico del comune.
Dopo tre mesi, un paio di incendi di auto rubate, venti risse, furti, elemosine, accattonaggio,incidenti d’auto causa ubriachezza, il comandante della locale compagnia carabinieri andò dal sindaco: o ci pensa lei, o devo pensarci io con il questore.
Il Sindaco non sapeva a che santo votarsi.
Nella notte gli venne un’idea: del cazzo, ma pur sempre un’idea.
Nel condominio a fianco dei due di sinistra-sinistra c’era giusto un appezzamento di terreno libero: era di un’impresa che attendeva lo svincolo da anni.
Lo fece occupare da auto e roulotte, facendo trasferire tutto in tre giorni, record italiano.
Le roulotte erano ancora di più del primo trasloco.
I due consiglieri di sinistra-sinistra all’inizio tacquero.
Rimasero in silenzio per due settimane.
Finchè una sera la figlia di uno di loro, rientrando con un’amica, non si prese un colpo: un gruppetto del campo le inseguì su per le scale del condominio.
“Il caso,ora, è politico:va risolto”,sentenziò il di lei padre,consigliere e capogruppo.
“E’ chiaro”, convenne serio il sindaco.
Alzò il telefono e chiamò il questore. Chiamò anche il comandante dei carabinieri.
Si fece lo sgombero: durò tre giorni,durissimi,pianti, urli, botte, incendi.
Alla fine, nel campo rimasero una decina d’auto bruciate e di batterie seppellite, che ci volle un reparto speciale dell’esercito per levar gli acidi dal terreno.
In consiglio comunale l’aria si fece pesante: l’opposizione attaccò a testa basta, con tanto di mozione di sfiducia per manifesto casino mentale dell’amministrazione.
L’avevan scoperta,la mozione, leggendo casualmente il testo unico enti locali,trovandoci quel bell’articolo cinquantadue.
L’aria si fece ancor più pesante quando in due di sinistra-sinistra criticarono il sindaco: non si risolve così,il problema, la strada deve sempre essere quella dell’integrazione.
Il Sindaco non battè ciglio; in una pausa della discussione consiliare fece ai due un cenno: seguitemi un attimo fuori .
“Bene. Tra poco si vota. Se votate la mozione con la minoranza,io cado. Ma stanotte,statene certi, aspetto le vostre figlie sotto casa, e se non le trovo le aspetto anche domani e così via.Già che ci sono, mi prendo anche la vostra macchina sotto casa. Tanto per me è finita comunque, non me ne frega un cazzo.Ora decidete voi”.
Aveva lo sguardo giusto: i due di sinistra-sinistra votarono contro la mozione.
Uno si dimise; l’altro – quello della figlia inseguita dai nomadi- no.
“E’ solo questione di tempo”,disse il Sindaco quando gli riferirono che stava arrivando un’altra carovana di nomadi.
L’unico problema era solo di trovar l’area giusta lì vicino,che quell’altra l’aveva appena svincolata.
(State bene)
Ghino La Ganga
The addicted (1*)
luglio 25, 2009
Sere fa guardavo la tv.
Su un canale Sky davano una serie docu-fiction.
Titolo : “90 giorni con Lapo”.
Le telecamere del programma seguivano Lapo Elkann per novanta giorni.
Nell’episodio che ho visto, credo l’ultimo della serie, Lapo era a New York.
Ripreso di mattina, si allenava con un personal trainer.
Flessioni e piegamenti.
“Bisogna fare attività fisica : mente sana in corpore sano,dicevano i romani” ha sentenziato Lapo.
Continuava a far flessioni.
“E’importante tenersi in forma.Sennò te lo mettono in culo”.
Ha chiosato.
Poi andava a far colazione con il personal trainer, non prima di avere acquistato in un negozio una serie di quotidiani italiani, tra i quali svettava la Gazzetta dello Sport.
La leggeva avidamente,appena seduto al tavolo del Coffee-shop.
Mentre magnava bacon e uova,esponendo braccia ultratatuate e braccialetti vari, lanciava massime.
“La gelosia è assurda: ognuno deve avere i suoi spazi, io sono molto chiaro al riguardo.”
E giù una tazza di caffè.
“Essere felici non è possibile per sempre: adesso io sono felice perchè sto bene e mangio bene,poi dopo non so”.
A un tratto,c’era una digressione : le telecamere inquadravano quelli che lavorano nell’agenzia di Lapo, che ha nome “Italy indipendent” o qualcosa del genere.
Dovevano presentare non so quale prodotto,mi sembra un orologio, e per il lancio organizzavano un evento nel quale tutti eran vestiti come in “Eyes wide shut” di Kubrick,con mantelloni e maschere.
Le telecamente ritornavano su Lapo a New York.
Prima posava per un fotografo svedese(?) che doveva fare un servizio, dacchè non so quale rivista lo aveva eletto “uomo più elegante del pianeta”, o giù di lì.
Sicchè lo fotografavano con cappellino, nonchè una felpa arancione con la scritta “Drughi”, i tifosi della juventus .
Finito il faticoso servizio, lo seguivano mentre passeggiava per un’afosa New York, e si sedeva stanco ai tavolini di un bar con un tizio.
Il programma è alla fine, diceva una voce fuori campo.
“Allora ora che le telecamere sono praticamente spente lo possiamo dire: questi di ‘sto programma ce li siamo levati dai coglioni”,sentenziava Lapo.
E’ partita la sigla finale.
Io ero ipnotizzato.
Adesso son tre giorni che penso al programma.
M’ha dato dipendenza.
Devo vedere tutte le puntate.
Tutte, le devo vedere.
Tutte.
State bene.
Ghino La Ganga
Note:
(1*) Omaggio ad Abel Ferrara.
Il paese dell’alcool (*1)
luglio 23, 2009
Ieri,in auto,ascoltavo radio 24.
Tema del giorno: l’ordinanza del Comune di Milano riguardo agli alcolici ai minorenni.
Un tizio ha sentenziato che gli alcolici sono importanti ( sic), ma che è più grave avere un premier che va con le prostitute e che viene sbeffeggiato dalla stampa straniera.
Il conduttore ha provato a ritornare sul tema del giorno: niente, l’ascoltatore continuava sul premier e le prostitute, perchè è reato.
Ogni tanto ridacchiava.
Il conduttore gli ha fatto presente che non è reato.
L’ascoltatore continuava a ridacchiare: a me non va bene.
Il conduttore gli ha chiesto : non le va bene che non sia reato o non le va bene che il premier vada con prostitute?
L’ascoltatore ha detto,un po’ confuso : non mi va bene.
E ha ridacchiato.
Il conduttore ha detto : senta, da alcuni giornali pare che Berlusconi non sapesse nemmeno che era una prostituta, e che quest’ultima abbia registrato tutto per ricattarlo.
L’ascoltatore era perplesso, ma continuava,ridendo sgangherato : non mi va bene,non mi va bene.
Il conduttore ha ampliato la domanda : mi scusi, non le va bene che la prostituzione non sia reato, non le va bene che il premier vada con prostitute o non le va bene che il premier sia ricattato da una prostituta?
La conversazione si è interrotta.
Ha chiamato un altro tizio.
Anche lui è partito con gli alcolici: è esagerato l’allarmismo, qua da noi si beve meno che da altre parti in Europa; però ad esempio in Germania se escono quattro ragazzi uno non beve perchè guida, da noi no, è un fatto di cultura.
Il conduttore era rasserenato: bene, parliamo del tema del giorno, finalmente.
Invece l’ascoltatore è partito dall’altra parte : a proposito di Berlusconi, vorrei dire che nel mio paese c’era un detto.
Quale?ha chiesto il conduttore,sospirando.
Quando stavamo seduti al bar, e vedevamo passare un vecchio con una ragazza giovane, dicevamo una cosa.
Cosa? Ha chiesto ancora il conduttore.
Una cosa…. dicevamo “ecco il vecchio puttaniere”. Così dicevamo.
Il conduttore ha azzardato: ma lo dicevate perchè sapevate che era un rapporto mercenario?
L’ascoltatore: no, lo dicevamo e basta. Vecchio puttaniere. E basta. Era così. Quando eravamo al bar.
Ho spento la radio.
Mi pareva di stare in un paese di ubriachi.
State bene.
Ghino La Ganga
Nota:
(*1) ispirato ad Augusto Tretti ed al suo “Alcool”,film del 1980 – finanziato dalla Provincia di Milano (pensate un po’) – che vidi grazie ad Anskij anni fa .
Il lettone di ikea.
luglio 21, 2009
Tutto pare a portata di mano,anzi: di portafoglio.
Sicchè ci vuole poco tempo e si organizza la seratina giusta.
L’abito e l’aria da utilizzatore finale, due candele, l’atmosfera intrigante, una bella ragazza o ex ragazza che va bene lo stesso, quattro battutine, tre complimenti falsi che più falsi non si può,champagnino freddo o spumantino ghiacciato purchè buono,la barzellettina adeguata ancorchè zozza,lo sguardo serio dell’uomo sicuro:chè però bisogna stare attenti a non esagerare, sennò ci si ritrova diritti in un film di Nando Cicero.
Anche perchè tu non hai il lettone di Putin con le tende,caro mio;dunque per ripodurre la situazione archetipo, in sottofondo, c’hai avuto la bella pensata di piazzare, anche tu, Sal Da Vinci e Gli Scugnizzi.
Dopo lo capisci, perchè a quella s’è messa a ridere,ha lasciato lì i soldi e se ne andata.
State bene.
Ghino La Ganga
Distinguiamo.
luglio 16, 2009
Dicevamo che Craxi era un criminale, ed ora l’amico Walter Veltroni ( o Valter? Cazzo,siam sempre lì) sostiene che è stato un grande esponente della sinistra riformista, tanto che “sarebbe stato meglio che a condurre il cambiamento non fosse stato un post-comunista”.
Ebbene, non siamo incoerenti: distinguiamo.
Dichiaravamo d’esser diversi perchè totalmente onesti, ed è saltato fuori che non è proprio così .
E’ chiaro che non ci siamo contraddetti: distinguiamo.
Un tempo criticavamo chi organizzava parate di comici televisivi,sostenendo che impoveriva la cultura di questo paese, che viceversa doveva privilegiare gli artisti seri,unici abilitati a star sulla scena.
Oggi i nostri sindaci indicono rassegne, ove sul palco in una serata ci trovi,sì, Franco Branciaroli,ma nelle altre s’alternano la Littizzetto e quelli di Zelig.
Nonostante quel che appare, non abbiam cambiato idea: distinguiamo.
Ritenevamo che il mercato senza regole fosse un male assoluto, mentre da qualche tempo non vediamo l’ora di sbracare ed eliminare controlli, sì da non intralciare certe imprese che nel frattempo ci son diventate amiche.
Non per questo abbiamo rinnegato le nostre origini:distinguiamo.
Al culmine delle nostre idee filoamericane abbiamo creato regolamenti per le primarie tali per cui chiunque,munito di solido pacchetto di amici firmatari, poteva candidarsi, e che chiunque munito d’un par d’euri poteva votare.
Sicchè in certi luoghi si son candidati personaggi mai visti in sezione o parenti del segretario locale; han votato preti,suore,cani da passeggio,avanguardisti con fez in testa,ascari del Maresciallo Graziani,italiani residenti all’estero mai iscritti all’Aire, sedicenni senza togliersi le cuffie i-pod nelle orecchie,evasi,latitanti,pregiudicati,rei in attesa di diventar pregiudicati,cittadini dell’Iran,del Quatar e dell’Oman,fieri portatori di quella democrazia che noi siam certi di interpretare al meglio.
Però,se ora si vuol candidare quello là di Genova che urla,allora facciam barriera : non perchè usiam due pesi e due misure, bensì perchè distinguiamo.
Un tempo eravamo gli unici intellettuali, gli unici a saper capire,gli unici a saper scrivere,gli unici moralmente irreprensibili, gli unici capaci di governare.
Sì, lo sappiamo: non è proprio così.
Però adesso smettetela di chiamarci imbecilli e teste di cazzo: o l’uno o l’altro,distinguiamo.
(State bene.
Ghino La Ganga)
Il turismo che vogliamo.
luglio 14, 2009
In questa romagna solatìa,ove la ricerca spasmodica del denaro e del godimento individuale si unisce alle pretese culturali più inverosimili, c’è comunque un barlume di sincerità che – solo ogni tanto, purtroppo – emerge, facendo perdonare ogni ipocrisia delle genti che popolano questa parte d’Italia.
Si sono da poco tenuti due importanti e sinceri eventi,di quelli così forti da lasciare senza fiato : la “Nove Chioschi” di Bellaria e la “Notte Rozza” di San Marino.
La prima è una manifestazione che prende le mosse dalla più nota corsa ciclistica romagnola (la nove colli), della quale mantiene,tuttavia, solo l’uso di veicoli a pedale, imponendo però l’utilizzo di risciò a quattro ruote anzichè di biciclette.
I partecipanti,pedalando a bordo dei simpatici veicoli caratteristici delle località balneari, debbono percorrere la via che tocca ben nove locali da mescita, bevendo in ciascuno di essi quanti più biberoni alcolici e cocktails possano: il tratto tra il settimo, l’ottavo e il nono locale, come potrete immaginare, rappresenta la parte più difficile della contesa, al termine della quale giungono solo i più motivati e meritevoli.
Quest’anno,a sorpresa, il trofeo è stato vinto dalla signorina Vittoria Casadei detta Vicky ,che nel tragitto ha bevuto ben 15 dicansi 15 cocktails negroni: la vincitrice, fotografata raggiante al traguardo ad occhi semichiusi,ha battuto in volata Alessandro Fabbri detto Athos, cui è andato comunque il premio “Mister litro”.
Quest’anno,inoltre, è stato istituito anche un premio per i partecipanti under 18: ha trionfato Paolino ( il cognome non è noto per motivi di privacy,dacchè minorenne),che s’è bellamente portato a casa il trofeo “alcolisti under 18”.
Il secondo evento,ossia la Notte Rozza, si è svolta nella repubblica di San Marino ed è consistito in una dura gara di rutti ,previa ingestione di birra a volontà.
Sorpresa delle sorprese, anche in questo caso la vincitrice è stata una ragazza sanmarinese, le cui iniziali sono R.S. (pure sul Titano la privacy è sovrana):a fine gara, la trionfatrice è stata intervistata, rivelando di esser stata iscritta alla gara dal moroso, anch’egli partecipante ma battuto.alla grande,al pari di tutti gli altri concorrenti ,rigorosamente maschietti.
La ragazza ha confessato di non essersi affatto allenata, di aver trovato la manifestazione affatto volgare bensì simpatica,di essersi un po’ vergognata ma di avere in mente di prendere parte anche alla Gara dei Rutti più famosa d’Italia, ossia quella dell’emiliana cittadina di Reggiolo (RE),nonchè alle olimpiadi dell’antisportivo, che si stanno organizzando sempre a San Marino e che vedranno i concorrenti cimentarsi nel biliardino,nel lancio del mozzicone di sigaretta,nei cento metri birra e,ovviamente, in una gara di rutti ancor più difficile di quella testè descritta.
Come i lettori avran capito, questa è la Romagna che vogliamo: basta con il turismo delle famiglie, basta con le fregnacce sul turismo religioso,basta con l’ipocrisia delle preghiere in discoteca.
Largo alla vera,sincera faccia di questa nostra terra!
Si parta subito con un progetto che unisca questi eventi ad altri parimenti meritevoli, come “Miss maglietta bagnata” svoltasi a Rimini, “Miss pataca vigliaca” che si terrà a San Mauro Pascoli, “Miss culetto d’oro” che si svolge ora a Cesenatico,ora a Gatteo, e che invece merita una collocazione fissa e un posto d’onore nel palinsesto.
E si rimedi presto al fatto che la zona Sud di Riccione, Misano e Cattolica pare non avere idee simili,accartocciandosi sul palloso ed usurato turismo culturale: a ben vedere, se c’è stato un concerto che ha ben rotto i coglioni alla Notte Rosa, è stato quello di Battiato a Riccione.
Insomma, cari addetti al turismo, vi volete svegliare o no?
Lo volete capire o no,che sono questi i pacchetti turistici del presente e del futuro?
Assessore Regionale Pasi, la pianta di occuparsi solo di bagnini, e di lasciare la palma della trasgressione a Ravenna, ove s’è appena inaugurato un locale scambista ?
E che diamine: si svegli e faccia qualcosa di sensato,anche lei!
State bene.
Ghino La Ganga .
Giunta raggiunta.
luglio 8, 2009
Or che tra il Po e il Conca i governi locali si sono insediati,dei di loro componenti appaion sui giornali foto e biografie.
Alta la percentuale dei pensionati : ce ne è almeno uno a giunta,specie nei comuni fino a quindicimila abitanti.
Bassa quella dei laureati: uno ogni tanto;in genere è il non tesserato politico, messo lì a dar quel poco di lustro che può.
Un po’ di più sono i diplomati.
Anche quelli mancati.
Trionfano,difatti,stravaganti descrizioni : “intrapresi gli studi superiori,veniva affascinato dal nuovo corso della politica post tangentopoli e viveva con passione la stagione referendaria,quella antimafia e quella dell’ulivo,interessandosi ai temi dell’ambiente e della pace ”.
Uno che le ha fatte tutte pur di non aprir libro,avrebbe detto la mia nonna toscana: siccome,però, è l’unico della congrega sotto i quarant’anni, zitti e mosca in nome del rinnovamento.
Le quote rosa?
Boh,paion seguire lo standard di cui sopra; il massimo è la pasionaria sindacalista in pensione,che ha fatto il sessantotto,il settantotto,il prosciutto cotto e l’articolo diciotto.
Ragazze?
Quasi nessuna,e quelle poche dipendenti di qualche comune limitrofo.
Svetta,in alternativa,la donna cosmopolita per matrimonio,datasi alla politica per amicizia con il sindaco o con l’onorevole locale: vedasi la giunta comunale di Bologna, e casi simili.
Il mondo delle imprese, delle professioni,degli atipici?
A casa propria, a farsi i cazzi suoi e a pagar meno tasse possibili.
Gli operai, i dipendenti delle imprese private?
Non pervenuti.
Al più,c’è qualche esponente di cooperativa,specie se dirigente.
Beh: siamo in Emilia-Romagna.
Sicchè siam simpatici per forza: adesso sorridete,che c’è il fotografo che scatta.
State bene.
Ghino La Ganga
Le folgoranti intuizioni politologiche di Gianni Gennari
luglio 6, 2009
Sul Corriere di oggi, il sublime articolista si scagliava contro Giovanni Berardelli, colpevole di aver detto una verità vecchia almeno di venti anni, ovvero che tutte quelle fregnacce di Berlinguer (e Pasolini) sulla diversità del PCI, sul suo “umanesimo”, ma soprattutto le sue strategie e la visione dell’approdo dei comunisti al governo erano fallimentari sin dall’inizio, ed avevano ben inscritte le ragioni della loro fine ingloriosa.
Bene, Gennari invece si scandalizza per il presunto laicismo che “dimenticare Berlinguer” comporterebbe, ed anzi si esalta nel ricordo dei “successi” del nostro, che avrebbero tratto origine da una sua precisa presa di posizione, ovvero la decisione di arrivare al compromesso con la DC, alla rinuncia alla filosofia atea e materialista, ed ovviamente la lettera al vescovo Bettazzi con la sua confusa querelle teismo-ateismo-antiteismo. Finalone in tragedia con la sconfessione di Ignazio Marino, l’uomo del diavolo, l’avversario della Chiesa e del Papa, il chirurgo che – o orrore sacrilego! – addirittura difende la Costituzione e le ragioni di chi, dato che è stato messo al mondo senza neanche chiederlo, vorrebbe almeno levarsi dai coglioni come cazzo pare a lui e non come vogliono gli arroganti figli di puttana alla Betori-Barragan.
Se il geniale Gennari avesse due minuti di tempo e si ripassasse i documenti del tempo, si renderebbe conto che a) non si capisce bene di quali favolosi “successi” di Berlinguer la sinistra odierna dovrebbe inebriarsi, ricorda un po’ il GOP che non sa a che santo votarsi e ritorna alle vuote litanie su Reagan; b) Berlinguer è semmai uno degli artefici della crisi perenne e del malaffare politico virato alla partitocrazia, al collateralismo, e alla lottizzazione.
Perché la democrazia di Berlinguer è soprattutto “democrazia dei partiti” e quindi salvaguardia degli equilibri partitici, mettendo in subordine il programma di governo alla soddisfazione degli appetiti correntizi e alla conseguente proliferazione delle caste.
Tutto questo è visibile sin da prima del ’75, ma dopo le elezioni regionali di quell’anno il PCI si butta in una bizzarra “offensiva” volta ad annacquare qualsivoglia energia o istanza di rinnovamento (puramente teorica, beninteso) che i comunisti avrebbero portato in dote alle giunte o al governo nazionale. Suonano così in maniera grottesca le preoccupazioni di Cossutta “per le troppe giunte di sinistra” e non di centro-sinistra, gli accordi con l’impresentabile DC napoletana, il disastro di Milano e, dal ’76 al ’79, i nefasti governi di “unità nazionale”.
Vogliamo ricordare le cautele PCI sullo scandalo Lockheed? Il vergognoso sostegno all'”uomo nuovo”, ovvero Giulio Andreotti, che mise assieme il famoso governo dei 47 sottosegretari con una marea di condannati a vario titolo ed inquisiti? Gennari, ma che cazzo dici? Per non parlare delle vergognose misure da “politica delle mance” che quei governi scatenarono imperterriti.
E invece no, il nostro grande politologo preferisce questo Berlinguer, il grande Berlinguer del mancato appoggio al referendum sul divorzio, il grande Berlinguer segretario di un PCI lottizzatore come la peggiore DC, il grande Berlinguer affezionato alle trame di Moro con la fregnaccia indigeribile e autoritaria del “compromesso storico”, il grande Berlinguer che fa definitivamente marcire il poco da salvare del PCI nei miasmi della partitocrazia.
Però, quel Berlinguer non voleva arrivare allo scontro sui preti. Vuoi mettere? E per Gennari basta e avanza a fare un grande politico. Ma lo vogliamo tranquillizzare: nel Partito Democratico delle palle lesse, figurati se c’è qualcuno che vuole seguire Marino sulla laicità.