La mozione nomade.

luglio 28, 2009

Quando arrivò la carovana dei nomadi, e si piazzò nel parcheggio pubblico accanto a una via semicentrale, fu un casino.
I carabinieri intervennero subito, ma nella giunta e in consiglio scoppiò il dibattito: integriamoli, disintegriamoli. Il Sindaco non sapeva che cazzo fare.
O meglio, se fosse stato per lui, avrebbe messo fascia tricolore e al posto del questore avrebbe fatto lo sgombero a bastonate: appena arrivati, quelli avevano ricoperto d’escrementi il parco, taccheggiato in tutti i negozi del centro, svaligiato un paio di appartamenti compreso quello di sua cugina Maria, sfasciato i bagni comunali appena inaugurati, attaccato abusivamente corrente da un lampione e acqua da un pozzetto.
Fosse stato per lui.

Ma c’eran quei due di sinistra-sinistra, in consiglio, che facevan parte della sua maggioranza di sinistra ed eran determinanti, con quel settepercento del cazzo ma proprio del cazzo.
In giunta ,passò la loro linea: integriamoli, va’.
Bambini a scuola coattivamente; madri avviate al centro donne e lavoro; padri avviati al lavoro tramite centro per l’impiego presso aziende amiche dell’amministrazione,roulotte avviate nel deposito comunale, e sostituite da alloggi popolari.

Il casino non finì: bambini spariti da scuola dopo due giorni e ritrovati a rubacchiare in giro; madri mai presentate al centro donna, ma ben presenti nei vicini supermercati a metter mani nelle borse di pensionate rincoglionite; padri presentatisi al lavoro il primo giorno sobri, il secondo ubriachi, il terzo ubriachi e feriti dopo rissa, il quarto giusto per fregare una bicicletta al proprietario usando una mano sola, quella non fasciata..

Gli alloggi popolari?
Dopo una settimana, i vicini di casa chiesero l’intervento ausl e dei carabinieri: in ogni appartamento,quelli stavano in venti, bivaccavano sulle scale,facevan casino fino alle tre, fregavano roba in giro: ci fu anche un bel repulisti dei motorini parcheggiati sotto al condominio.
Dopo due settimane, il Sindaco tentò una svolta: recupero delle roulotte ,uscita dagli alloggi popolari, creazione di un campo in zona stadio.
I furti si spostarono tutti laggiù, assieme a una popolazione pressochè doppia di quella arrivata, con tante altre roulotte e auto al seguito.
Acqua e luce? A carico del comune.

Dopo tre mesi, un paio di incendi di auto rubate, venti risse, furti, elemosine, accattonaggio,incidenti d’auto causa ubriachezza, il comandante della locale compagnia carabinieri andò dal sindaco: o ci pensa lei, o devo pensarci io con il questore.

Il Sindaco non sapeva a che santo votarsi.
Nella notte gli venne un’idea: del cazzo, ma pur sempre un’idea.
Nel condominio a fianco dei due di sinistra-sinistra c’era giusto un appezzamento di terreno libero: era di un’impresa che attendeva lo svincolo da anni.
Lo fece occupare da auto e roulotte, facendo trasferire tutto in tre giorni, record italiano.
Le roulotte erano ancora di più del primo trasloco.

I due consiglieri di sinistra-sinistra all’inizio tacquero.
Rimasero in silenzio per due settimane.
Finchè una sera la figlia di uno di loro, rientrando con un’amica, non si prese un colpo: un gruppetto del campo le inseguì su per le scale del condominio.
“Il caso,ora, è politico:va risolto”,sentenziò il di lei padre,consigliere e capogruppo.
“E’ chiaro”, convenne serio il sindaco.
Alzò il telefono e chiamò il questore. Chiamò anche il comandante dei carabinieri.
Si fece lo sgombero: durò tre giorni,durissimi,pianti, urli, botte, incendi.
Alla fine, nel campo rimasero una decina d’auto bruciate e di batterie seppellite, che ci volle un reparto speciale dell’esercito per levar gli acidi dal terreno.

In consiglio comunale l’aria si fece pesante: l’opposizione attaccò a testa basta, con tanto di mozione di sfiducia per manifesto casino mentale dell’amministrazione.
L’avevan scoperta,la mozione, leggendo casualmente il testo unico enti locali,trovandoci quel bell’articolo cinquantadue.
L’aria si fece ancor più pesante quando in due di sinistra-sinistra criticarono il sindaco: non si risolve così,il problema, la strada deve sempre essere quella dell’integrazione.
Il Sindaco non battè ciglio; in una pausa della discussione consiliare fece ai due un cenno: seguitemi un attimo fuori .
“Bene. Tra poco si vota. Se votate la mozione con la minoranza,io cado. Ma stanotte,statene certi, aspetto le vostre figlie sotto casa, e se non le trovo le aspetto anche domani e così via.Già che ci sono, mi prendo anche la vostra macchina sotto casa. Tanto per me è finita comunque, non me ne frega un cazzo.Ora decidete voi”.
Aveva lo sguardo giusto: i due di sinistra-sinistra votarono contro la mozione.
Uno si dimise; l’altro – quello della figlia inseguita dai nomadi- no.

“E’ solo questione di tempo”,disse il Sindaco quando gli riferirono che stava arrivando un’altra carovana di nomadi.
L’unico problema era solo di trovar l’area giusta lì vicino,che quell’altra l’aveva appena svincolata.

(State bene)
Ghino La Ganga

7 Responses to “La mozione nomade.”

  1. ilmondodigalatea Says:

    Ok, Ghino. Però resta il problema: i nomadi dove li mettiamo? E come li trattiamo? Fossi stato quel sindaco, come li avresti trattati, tu?
    Perché rubano, e dan fastidio, ad averli sotto casa, concordo. Nessuno li vuole per vicini, di casa o di banco. Ma ci sono. Farli spostare nel paese vicino, contando che quando hanno passato il confine del tuo comune non sono problema tuo, non è una soluzione. Fargli sgombrare a forza dalla polizia ogni volta è un modo, certo. Spesso a botte, calci e urla. Per far finta di non sentirli ci vuole un po’ di pelo sullo stomaco, ne converrai: rubacchieranno, sono sporchi, ma sono pur sempre esseri umani, no? Una mazzata fa male a loro come fa male a me. Integrarli è difficile; alle volte quasi impossibile. Anche perché è rarissimo che riescano loro stessi a trovare un lavoro “normale” e stabile: nessuno assume un rom, e con le vagonate di razzismo scaricate addosso negli ultimi mesi, poi, men che meno. Si ubriacano. Certo, vivila tu una vita ad essere guardato sempre come un delinquente a priori. Non si lavano. Ok, prova tu a farti un bagno con l’acqua del campo profughi, scroccata al Comune, d’accordo, ma fredda, in pieno inverno.
    Le ragazze vengono fatte sposare che sono quasi delle bambine.Vivono di accattonaggio. i bambini stanno per strada e mendicano. Non accettano, nella stragrande maggioranza, le nostre regole di vita. Sono oggettivamente un problema. Alle volte l’unica soluzione praticabile è quella della trattativa con il “capo”: si va lì e si dice, a brutto muso: sono i tuoi, ti considero responsabile per tutto quello che fanno: se rompono le palle piglio te. E’ una cultura che funziona con modalità arcaiche, purtroppo richiede una continua sorveglianza da parte delle autorità.
    Io non sono per il buonismo a tutti i costi: sarei molto più dura contro i piccoli furti, con i bambini che non vanno a scuola. Ma cazzo, Ghino, qui siamo ai campi bruciati, ai bambini schedati con le impronte digitali, alle spedizioni punitive se gira la voce che una zingara ha rubato un bambino. Scusa, io non riesco a non trovarlo rivoltante.

  2. ilmondodigalatea Says:

    Correggo: Nessuno assume un rom, tranne Ibrahimovic. Quello se lo litigano.

  3. anskijeghino Says:

    per Galatea:
    perdonami,ma io non riesco a non trovare rivoltante che ancora oggi ci siano culture ( tocca chiamarle così) che prevedono le spose bambine, gli infanti mandati a rubare,le donne pure,mentre i mariti stanno nella roulotte a fare un cazzo o giocare a carte; non riesco a non trovare rivoltante che esistano culture che prevedono l’istruzione fatta per la strada a scassinare serrature,i neonati usati per impietosire ed ottenere elemosine,il furto come sistema unico di sostentamento,il vandalismo come unica forma di utilizzo di beni mobili ed immobili,l’abbandono del posto come unica forma di adempimento del lavoro ottenuto: avrai capito che io buonista non lo sono da un pezzo, specie con chi di integrarsi non ne vuole sapere, che da cent’anni fa finta di ignorare che in questo paese, come in altri d’Europa, si sta secondo certe regole, che prevedono l’abitare in case o appartamenti e di usarli al meglio,specie se pubblici, e non come discariche; e di rispettare i vicini, non considerandoli come deficienti da derubare o molestare,deridendoli nell’atto,tra l’altro.
    Mi son stancato, Galatea: ho visto i campi nomadi, ho parlato con gli occupanti, son salito sulle loro roulotte, e quella cultura arcaica di cui – giustamente – hai rilevato l’esistenza, m’ha ben rotto i coglioni .
    Sicchè se restan qua si integrano come dice la legge di questo paese: altrimenti vanno altrove, magari in unm altro paese arcaico come loro; ad esempio quell’arabia saudita dove basta pagare, e puoi frustare chi ti pare; e se il frustato o la frustata chiede asilo in inghilterra ( come sta capitando in questi giorni) ricatti il paese ospitante bloccando i contratti che le sue imprese hanno grazie al tuo petrolio.
    Che nel caso dei nomadi il leader sia un capo dinastico, e in quello saudita un monarca assoluto, rappresenta per me un significativo punto d’incontro.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

  4. ilmondodigalatea Says:

    Caro Ghino,
    che tu ti sia rotto i coglioni è comprensibile. E ma non va nemmeno di fare la figura di Santa Maria Goretti o di suor Veltronia. Credo che per troppo tempo si sia mascherato con il buonismo la volontà di non risolvere i problemi, salvo poi, come i due sinistri del tuo post, rendersi conto di quanto essi siano pesanti quando te li ritrovi sotto casa. Dunque, non parlo per buonismo, ma solo per buon senso. Prendiamo il caso di una colonna di rom che immaginiamo di quelli pessimi, che peggio non si può (NON sono tutti così, sto facendo l’ipotesi peggiore).
    Allora, con le mazzate non si risolve poi granchè, se non nell’immediato. Arrivano i rom, tu li spranghi via dopo te giorni. Loro vanno nel comune vicino, finché non li sprangano via anche da lì. E’ vero che risolvi il problema, ma è anche vero che l’anno prossimo si ripresenteranno. Ancor più incattiviti di prima, perché tanto sanno che non hanno niente da perdere. I bambini non provano nemmeno ad andare a scuola, gli uomini non lavorano, le donne mendicano con i figli infanti in braccio. Restano tre giorni, una settimana nel tuo comune e fanno man bassa, tu non fai nemmeno tempo a capire chi sono.
    Provi ad integrarli, invece. Non ottieni granchè, sono d’accordo. Ti tocca comunque mettere i vigili in allarme, allertare la polizia, farti un culo così per garantire la sicurezza nelle zone limitrofe ai tuoi cittadini, fornirgli un campo con un minimo di servizi di luce e gas che paghi tu, come comune. Però, intanto, i bambini andranno qualche giorno a scuola. A rubare? può darsi, ma è l’unica alternativa al lasciarli in famiglie che li educano per strada. Sei in grado di identificarli. Gli fai capire che li talloni e al primo sgarro gli fai anche capire che li metti in galera senza sconti (purtroppo non è vero, non ci riesci, lo so: ma è questo il dramma dell’Italia, che possiamo solo minacciare e non mantenere). Magari però un assitente sociale di buona volontà riesce ad entrare nel campo. Parla con le donne, spose bambine. Per lo meno le censisce. Si può controllare che non ci siano abusi, almeno non eclatanti. Qualcuno non è escluso che si renda conto che potrebbe avere una opportunità con il nostro sistema di vita. Per lo meno non razziano tutto come cavallette, perché non hanno niente da perdere: sanno che si devono comunque fermare per un po’, sono riconoscibili e noti. Non vale la pena far tanta fatica, mi dirai. D’accordo. Li pestiamo e basta?
    (Ps: Fra l’altro, Ghino..per quel poco che ti conosco, non credo che tu avresti mai il cuore di pestare un bambino rom per farlo sgomberare, o strattonare una donna. Persino se sapessi che sono i peggiori delinquenti del mondo. Non te ne credo capace, non ti ci vedrei proprio. Io non sarei in grado di farlo, e non potrei chiedere a qualcuno di farlo al posto mio e andare allegramente a cena mentre so che lo stanno facendo, perché sarebbe uguale.)

  5. anskijeghino Says:

    per Galatea:
    di sprangare bambini nomadi non sono capace: ma di pigliare a calci in culo bambini e genitori nomadi son capacissimo,perchè questa è l’unica discussione che concepiscono.
    Li si piglia a calci in culo fino al confine: indi, se vogliono entrare in questo paese, lo fanno secondo le regole, e non usandolo come una latrina per farci i comodi loro, come se fosse un camping nel quale, tra l’altro, non si paga nulla, e chi s’è visto s’è visto.
    Se provassero ad entrare con codeste intenzioni negli Stati Uniti ( come ricordava giustamente Anskij qualche tempo fa) verrebbero presi non tanto a calci nel culo, ma a fucilate ad altezza uomo: in questo senso l’Europa è già più buona,ne converrai.
    Con le mazzate non si risolve granchè?
    Non credo : se quando uno sgarra gli arrivassero le mazzate – ma quelle vere, senza se e senza ma – vedresti come righerebbe dritto.
    Il nostro problema è che non siam capaci di darle nemmeno ai nostri connazionali che se le meritano,quelle mazzate,perchè c’è sempre qualche ex scout, ex acli o ex manifesto a piagnucolare che s’è troppo severi; quando,poi,non sono confcommercio o confesercenti a belare che “le proibizioni non servono”, come se i divieti di servire o vendere alcolici a minorenni, o a chi è già sbronzo,non fossero già nel nostro codice penale,agli articoli 689 e 690,fin dal 1930.
    Che m’han rotto le palle anche tutti questi appena menzionati, tra l’altro: negli Stati Uniti ho visto cacciar via da un bar due adolescenti che s’erano azzardati a chiedere d’allungare la coca-cola con il rhum, senza tanti giri di opportunità “sociale e umana”.
    Cara ninfa: ne ho viste troppe, per tanti anni.
    Sicchè su queste cose non concordo con Te.
    Càpita.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

  6. ilmondodigalatea Says:

    Alcuni faresti difficoltà ad accompagnarli ad un qualsiasi confine, dato che sono italiani da generazioni. Altri sarebbe comunque impossibile, perché sono cittadini comunitari, quindi non esistono – giuridicamente parlando – confini interni fra il nostro Stato ed il loro. Sono d’accordo che quelli che delinquono andrebbero perseguiti con severità, come tutti quelli che non rispettano le leggi vigenti: non in quanto nomadi, o in quanto stranieri, ma in quanto delinquenti, insomma. Improbabile che ci riusciamo qui in Italia, dove, come tu ben sai, i colpevoli la fanno immancabilmente franca e con le leggi ci puliamo…be’, insomma, ci siamo capiti.
    Sono d’accordo con te che detesto quelli che fanno i buoni e i teneri e i comprensivi sempre e solo quando i problemi sono degli altri. Sono d’accordo con te che piglierei a calci in culo, ma forti, quelli che prima invocano leggi severissime e poi pretendono sempre l’eccezione per evitare che venga toccato il loro “particulare”.
    Sono d’accordo con te che in Europa siamo meno severi che in America. E’ anche uno dei motivi per cui preferisco l’Europa, però. Sarà che poi anche in America mi pare (non lo posso sapere per certo, non ci sono mai stata, ma a occhio…) che qualche problemino nella gestione della società ce l’abbiano comunque, e un pochino più grave che da noi.
    Sicché ho l’impressione – magari mi sbaglio – che in fondo concordiamo su più punti di quelli che credi, e forse quello che più mi ha colpito, nel tuo post, e nella discussione seguitane, è che ti sento troppo amareggiato e per questo tentato ad adottare o condividere soluzioni “estreme”. Le quali, mi pare, siano invece poco in tono con il tuo carattere, che, per quanto lo conosco, trovo pacato, ragionevole e ben capace di distinguere caso per caso, pur fatto salvo il sempre doveroso e severo rispetto per le regole.
    Ne ho viste tante anche io, Ghino, credimi. Ma continuo testardamente a pensare che non esistano soluzioni buone a priori, specie se spicce. Come diceva Kissinger: “Per ogni problema esiste una soluzione semplice. Di solito è quella sbagliata”.
    Inchino, reverenza, se vuoi, pure baciotto.
    Galatea.

  7. joe Says:

    preferisco il Rasoio di Occam agli occhiali di Kissinger.


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