Cose da maschi.

settembre 2, 2009

E’ capitato l’altro giorno. In zona mare.
Bevuto il caffè in un bar,fumavi una sigaretta a bordo via. Trafficata.
E’ arrivato lui, che conosci abbastanza bene. Abita proprio lì vicino.
Un bel ragazzo, se ancora alla nostra età ci si può ancora chiamar ragazzi.
Lavoro autonomo. Tranquillo, a quanto si sa.
Spesso solo,da quando gli è finita una storia difficile anni fa.
Ogni tanto lo incontri a cena, con gli amici. Un paio di volte l’hai visto con qualche ragazza,quelle carine che però son specializzate nel far tira e molla con parecchi.
E’ arrivato lui, dunque. Parcheggiata l’auto lì davanti,è sceso. T’ha visto.
T’ha sorriso: una via di mezzo tra il contento e l’imbarazzato.
Come se volesse parcheggiare da un’altra parte,ma c’era posto solo lì.
Tu fumavi. Istintivamente ti sei avvicinato per salutarlo.
S’è avvicinato anche lui. Un po’ impacciato..
Sei partito tu: “ Come stai? Tutto be….”
Ti s’è fermata la voce.
Perchè dal lato passeggero è scesa lei.
Unoesessantacinque, più sandalo con tacco.
Capelli lisci lunghi, color castano chiarissimo. Occhioni blu,sgranati. Zigomi alti, nasino piccolo.
Seno esuberante, stretto in una camicina nera un po’ aperta.
Vita stretta, che più non si può. Pantalone nero che fasciava gambe e sedere perfetti.
Ha sorriso dolce, schiudendo due labbra carnose rossettate con cura.
Stringeva una borsettina nera con entrambe le mani.
Una bambola. Forse venticinque,ventisei anni.
Così bella da sembrare irreale.
“Tutto bene …direi…?” hai chiesto,sorridendo a lui.
“Già….bene,dài.” Ha risposto lui.
Adesso sorrideva,come se volesse parlarti, ma non sapesse che parole trovare e contasse sul fatto che avevi afferrato, senza tante spiegazioni.
“Ti presento…..Christine.” ha detto.
“Ah.Molto lieto. Io mi chiamo Ghino“
Non capivi bene quel che stavi pronunciando.
“Ciao.Io sono Christine.” T’ha stretto la mano. Aveva le mani morbide.  il tono di voce professionale anche se un tantino imbarazzato. Accento slavo. O Ungherese?
E che te frega, ti sei chiesto: che cazzo di domande ti vengon in testa,razza di imbecille?
“Beh,vi vedo bene. Io son qua a fumarmi una sigaretta. Divertitevi, ragazzi.E’ bello vedere che state bene.”
L’hai detto così. Senza ironia.
L’hai detto, come l’avresti detto a due amici che vanno a farsi un pranzo saporito, o un tuffo al mare quando è caldo,o a vedersi il tramonto in collina quando non c’è foschia.
Lui t’ha guardato. Voleva salutarti dandoti la mano,all’inizio.
Poi t’ha messo una mano sulla spalla.
Vi siete praticamente abbracciati,alla fine. Con Christine che vi guardava, stupita.
“Ciao”.
“Ciao.”
Si sono allontanati verso casa di lui. Che ogni tanto si girava.
T’ha fatto un cenno .
Come se volesse ringraziarti d’esser stato lì . E di aver capito.

State bene.
Ghino La ganga