To compare with.
settembre 22, 2009
Rimpatriata. Compagni delle medie.
Di trenta e passa anni fa. Nel mio paese.
A tavola, il confronto.
Monica ha sposato un francese “très charmànt” . S’era trasferita all’estero,per seguirlo.
Uno sportivo:corsa campestre,tiro con l’arco,arrampicata.
Ma anche uomo d’affari: business di qua,soldi di là,carriera e carriera.
Le due cose andavano di pari passo. Jogging,poi meeting; tiro con l’arco,poi briefing.
Negli ultimi tempi,la svolta definitiva: corsa in calzoncini e maglietta per arrivare al lavoro, nove chilometri dalle sette e mezza alle otto e mezza.
Giunto in ufficio,doccia e cambio d’abito conservato nell’apposito armadietto; pronto per le nove sul posto di lavoro.
Al ritorno dal lavoro,altra corsetta:indi studio per avanzare di grado in azienda,marketing e via andare.
Hanno avuto due figli,cori de mamma.
Il francese très charmànt, tuttavia, pretendeva regole: scuola, poi studio,poi attività sportiva.
Non si lasciano i bambini senza far niente, come succede in Italia.
Qua si fa sempre qualcosa: dalle sette di mattina all’ora di metterli a letto, i due pargoli avevano un’agenda che neanche un pentatleta ricercatore universitario possiede.
Dico “avevano”,perchè Monica a un certo punto s’è trovata ad avere i coglioni.
Che, anatomicamente parlando, le donne non hanno.
Ben gonfi,tra l’altro. S’è separata. Depressione.
Psicanalisi?
“No,troppo lunga.”
Quindi?
Prima una counsellor.
Che non è la prima volta che me lo spiegano: ma col cazzo ho capito cosa fa,la counsellor.
Una specie di psicanalista a orario ridotto e a gettone, credo.
Poi l’incontro con certi santoni:orientali,tuttavia ben insediati in occidente.
Quindici giorni di corso,a salire. Ma anche meno: basta pagare il necessario.
Massaggi,giardinaggio,passeggiate; tanti dialoghi e giochi di ruolo.
Ti riproducono pure la famiglia: entri in un nucleo dove tu sei con babbo,mamma,e ipotetico fratello/sorella.
Solo che incasinano i ruoli: il babbo ha vent’anni, la mamma dodici,te e il fratello/sorella ne avete quaranta a testa.
“Ma come è stato?”
“Boh…però ho conosciuto delle gran brave persone… e ho imparato un casino di cose da fare in giardino.”
“Ah.Ma si scopava? In quei posti da santoni dicon che si scopa un casino….”
Han chiesto gli altri,ridendo.
“Ma no…. mica è come una volta”.
Non son riuscito a capire se l’ha detto con amarezza.
So solo che ho avvertito una strana sensazione di benessere.
Non faccio poi una vita infame.
Non sono poi ‘sta gran testa di cazzo.
Almeno: non poi così grande.
Ecco.
Dài.
State bene.
Ghino La Ganga
settembre 22, 2009 at 6:05 PM
No, non fai una vita infame. E non sei una gran testa di cazzo, come ho cercato diverse volte di spiegarti. Se mi tocca ripetertelo un’altra volta, va a finire che mi incacchio…
Però quella della compagna di scuola che si sposa un francese e poi lo molla deve essere un cliché: ne ho una anche io. Non so però se sia o no ricorsa all’intervento del counselor, o del Life Coach come si dice qui in Veneto. 😉
Baciotti.
settembre 23, 2009 at 10:10 am
spero la tua amica non sia di Rimini perchè quei poveri cori de mamma non possono lasciare il campo di addestramento per la legione straniera che avevano in Francia per poi tornare a Rimini e trovarsi l’Assessore S.Z. che ha la delega alla qualità di vita dei bambini!!!!
ma alle deleghe degli assessori uno può dargli il nome che vuole???
settembre 23, 2009 at 4:43 PM
per Galatea:
grazie.
Osta,Life Coach mi mancava.
Inchino e baciamano.
Ghino La Ganga
Per Claudio:
no,non è di Rimini.
Ma non prendiamocela più con il povero Samuele Zerbini:adesso gli tocca far sul serio,o almeno provarci,e sarà durissima avendo alle spalle una formazione maturata in Polonia.
In una giunta scalcinata come quella riminese,peraltro,sarà ancora più difficile.
Quanto alle deleghe,smisi di curarmi della denominazione da quando lessi quelle attribuite alla riminese Karen Visani nel 2006: mancava solo quella all’eliminazione delle macchie da sugo .
La delega alle piccole cose di Riccione resta inarrivabile,comunque.
Infine: beato Te,che probabilmente sei più giovane di me, e non Ti ricordi quando nei primi anni novanta andavano le deleghe “alla trasparenza”.
Stai bene,grazie per la lettura.
Ghino La Ganga