Caro Ghino, riandare con la memoria a quanto hai scritto mi ha sciolto il cuore. Sapevo non mi avresti deluso, e sono io che a mia volta devo farmi perdonare per avere il cuore cosi’ indurito. La ragione l’hai d’altronde colta in pieno, e non poteva essere altrimenti: ovvero non ci siamo ancora ripresi dalla scomparsa – prematura e ingiusta – della Margherita.

Come si fa ad andare avanti e sapere che l’unica, vera risposta ai problemi del paese, quella cosa che ti fa sentire piu’ Margherita di altri, quella cosa che ti fa sentire veramente Margherita, e’ stata abbandonata in modo cosi’ miope per mettersi nuovamente nelle mani di D’Alema?

Certo, dato il suo curriculum di stratega e le straordinarie vittorie che la volpe del Tavoliere ha conseguito e continua ad ottenere, sarebbe anche potuta andar peggio. Immaginiamoci, per esempio, cosa sarebbe successo al partito se avessero dato l’investitura a Veltroni. Meno male che i saggi – e ce ne sono tanti, nel Partito Democratico – non furono cosi’ presuntuosi ed avventati a suo tempo.

Hai sentito cosa ha detto appunto D’Alema la scorsa settimana? “Il suo declino e’ gia’ cominciato. Alle prossime elezioni, Berlusconi perde”. In tema di profezie azzeccate e battaglie politiche da sostenere, se non addirittura da creare dal niente, D’Alema e’ quasi meglio di Dante Alighieri: e dopo queste sue parole, io mi figuro gia’ i parlamentari del centrodestra prendere d’assalto le agenzie viaggi. Tanto, la prossima legislatura non ci sara’ trippa per gatti.

Resta effettivamente da sottolineare che D’Alema ha si’ detto chi perdera’ le prossime elezioni, ma non ha detto chi le vincera’. Ma – e questa e’ una certezza che voglio condividere con i milioni di elettori e simpatizzanti – e’ scontato che sara’ il Partito Democratico a trionfare. Assolutamente. E non aggiungo altro. Anzi gia’ mi preparo a governare.

Proprio un peccato che forse Rutelli non fara’ parte di questa nuova stagione. Certo, come tu hai fatto notare e’ difficile restare insensibili davanti al genio di un Buttiglione o di un D’Onofrio, o dello stesso Casini, una delle piu’ grandi risorse che ha questo paese. Ma forse non tutto e’ perduto. Io – ti lancio cosi’ questa mia idea – vedrei benissimo una coalizione tra queste forze. Anzi secondo me l’UdC, grazie al suo limpido rappresentare la cultura cattolica nella sua cifra piu’ evoluta, si configurerebbe come un felice riequilibrio di un partito che, Rutelli docet, e’ troppo spostato a sinistra, vedi anche la candidatura provocatoria di Marino, che e’ cattolico ma non cattolico di quelli veri.

Per cui, anche se il colpo durissimo dell’abbandono di Rutelli potrebbe far stramazzare a terra il pure solidissimo impianto del Partito Democratico, non disperiamoci comunque perche’ ce lo potremmo ritrovare in casa dall’altro pianerottolo.

Tanto poi si vince, l’ha detto D’Alema. E questo, tu mi insegni, basta e avanza.

Sì,caro Anskij, hai ragione.
Devo vergognarmi: non ti ho informato di quanto sta facendo Rutelli, e questo è imperdonabile.
La critica di colui che il PD sta per perdere,infatti,è lucidissima,e proprio per questo mi ha ammutolito: il Pd non dà risposte.

Ha ragione lui, perchè troppo in fretta si è abbandonato quel geniale partito che,da solo, era una risposta alle domande degli italiani, anzi,l’unica vera risposta: quel geniale partito denominato Margherita,che ebbe in Rutelli un esponente di punta.
E che punta,cazzo.

Ora il Francesco vuole lasciare il PD , giustamente pubblicando un libro che – ancor più giustamente – richiama un titolo della Fallaci,mai come in questo caso citato a proposito: “lettera a un partito mai nato”, e son lacrime amare solo a pensare a come l’ispirazione sia venuta da “lettera a un bambino mai nato”.
Un titolo geniale,insomma.
Come altro compendiare infatti ,e in un sol colpo, l’unione delle due culture che solo del bene han fatto a questo paese, cioè quella marxista e quella cattolica,implicitamente riferendosi a un problema aperto come quello della Ru 486,che solo menti sopraffine come la Finocchiaro possono affrontando nel modo che si è visto?

Ma l’interrogativo più grave è un altro: dove andrà,ora il Rutelli?
Il mio timore è che si unisca a quei geni della politica italiana che purtroppo – e qui è emerge chiara l’incapacità denunciata dal nostro – il PD non è riuscito ad attrarre .
Sto parlando di Vietti e Cesa dell’Udc, di Gasparri del Pdl, di D’Onofrio, della Poli Bortone, della Santanchè; di tutte quelle menti strepitose della politica italiana che,producendo ogni giorno idee nuove, ci rendono orgogliosi di vivere in questo grande paese.

Insomma,caro fraterno amico Anskij: perdonami.
Un tempo certi dibattiti,certi conflitti,certe posizioni, venivano sapientemente tenuti nascosti,almeno fino alla fine dei congressi imminenti.
Oggi non è più così,purtroppo: il mio silenzio voleva rimarcare anche questa perdita dei valori dei partiti,che troppo son cambiati.
Or che Rutelli se ne va, mi lacero nel dolore più profondo: non rivedremo mai più il simbolo di Italia.it, con quello stivale stilizzato che pareva un cazzo appeso al contrario.
Non avremo più una richiamo attento,puntuale, sicuro, a quei fondamenti cattolici che troppo spesso vengono dimenticati: dopo la perdita di Boffo,ora la perdita di Rutelli.
E’ troppo,davvero.
Sicchè perdonami,se puoi, e mandami una bottiglia del Martini che non bevi.
Anche mezza bottiglia, non merito altro.

Stai bene, e stiano bene i lettori.
Il Tuo amico
Ghino La Ganga