Questo è il vero patrimonio.

febbraio 11, 2010

Dell’Unesco,intendo.

Come possiamo discriminare il vero,solido paesaggio italiano? Tanto è chiaro: l’elezione nel novero dei siti/patrimonio non si sa bene quale criterio segua.Perchè è troppo discontinua: si ha l’apparenza che basti fare un po’ di bobba,elargire qualche denaro a destra e sinistra, e zacchète che ci si finisce,in quel partimonio bello.

Ordunque: mi spiegate come possono essere tenuti fuori quei posti,quegli edifici,quei luoghi della memoria della mia generazione, e anche ( senz’altro) di quelle a venire?

Come si fa,ditemi voi, a non inserire subito nel partimonio dell’unesco una roba geniale come il quartiere Corviale di Roma. Ditemelo Voi.

 

 

 

E ditemi voi come si,dico io,come si fa a non inserire subito,da domattina, un bell’uno-due di quartieri che ci hanno reso famosi nel mondo,grazie a quell’unione di geni indiscussi come Gregotti e Franz Di salvo: lo Zen di palermo e Le Vele di Napoli,intendo.

 

 

 

 

Eppoi,dico io,vogliamo dimenticare Roma? Ci vogliamo scordare di quel geniaccio di Piero Barucci, e del suo strepitoso quarteiere Laurentino 38,così poco compreso dagli abitanti,quegli stolti?

 

 

 

 

E il Corviale? Un capolavoro così? Ce lo dimentichiamo?

 

 

 

 

Indi,vogliamo limitarci a dedicare solo una facoltà universitaria a un genio planetario come Aldo Rossi, che aveva della morte un’idea che ti faceva amare ancor di più la vita, basta vedere il suo cimitero di Modena?

 

 

 

 

E del profondo pensiero di Leonardo Benevolo, creatore delle spettacolari e intelligenti torri del quartiere San Polo di Brescia,vogliamo scordarci, porcamiseria? Via,subito nel patrimonio,perdiana!

 

 

 

 

Ed ora,passatemi un po’ d’orgoglio Emiliano Romagnolo: ditemi voi quale regione,dico io,può vantare un insieme come quello dato dal quartiere Pilastro a Bologna con il suo geniale virgolone, dal parcheggio Montefeltro a Forlì, dalla centrale nucleare a Caorso (PC) e dallo spettacolare ed ordinatissimo insieme della spiaggia di Rimini? No,dico: ce ne vogliamo scordare proprio adesso?  Quale regione può vantare,in aggiunta,una ridente cittadina che ha perfino avuto il colpo d’astuzia di piazzare in piazza un busto di Lenin, e di intitolargli il luogo?

 

 

 

 

Insomma: cari amici, è tempo che ci muoviamo seriamente perchè l’Unesco la pianti con tutte quelle pugnette di distinguo,e inserisca,da subito,nel patrimonio dell’umanità,tutti i luoghi che ho segnalato e tutti quelli che – nello stesso stile – vanno senz’altro ricordati: sono luoghi che hanno segnato la nostra esistenza,e la segnano ancora,molto di più di tanti altri luoghi celebrati, ma del tutto  privi di quello specifico sociale che è così necessario al nostro benessere: cioè,tanto per dire, uno a Piazza San Marco ci deve proprio andare e pochi ci abitanto; mentre da certi quartieri ci si passa per forza,e tantissimi ci abitano : hai voglia a protestare,vince il numero.

Ce lo ha già insegnato la chiesa cattolica a proposito di Pio XII: non conta l’opera in sè,conta la fede con cui è stata fatta . Sicchè senz’altro va fatto beato chi s’è mosso con la massima  fede,anche se ha rovinato la vita di tanti . E assieme a Pio XII vanno ricordati coloro che hanno seguito la stessa linea, per la miseria: non possiamo dimenticare Pinochet e Franco,tanto per dire i primi che mi vengono in mente.

Sì,avete ragione: sarebbe un discorso lungo. Mi fermo qui,allora. Ma tanto sapete che ho ragione.

State bene.

Ghino La Ganga