L’isolato caso Mattei.
febbraio 19, 2010
Ora,non che io voglia ribaltare ogni discussione sulla questione morale in Italia: me ne guardo bene. Quando arrivano ‘ste ventate d’onestà,anzi, il nostro paese diventa uno spettacolo: a leggere il quotidiano Repubblica sembra che lo staterello nostro sia stato costituito con scopi etici così elevati da risultar superiori,perfino, a quelli descritti nella carta fondamentale; per tacere di quelli esposti in Repubblica stessa, dai quali si evince che la questione morale è di chi per primo la tira fuori, salvo scoprir che anche i suoi l’hanno ignorata per benino.
Mi viene però in mente che proprio i personaggi che ci portarono lustro,di quelli che ne sarebbero bastati cento per migliorare le cose, non so se eran proprio degli stinchi di santo.
Prendete Enrico Mattei, capo indiscusso dell’E.n.i. dei tempi d’oro: ex partigiano abituato a farsi i cazzi propri,mantenne in vita l’ente che doveva chiudere; spavaldo ideatore di correnti politiche, acquisì un quotidiano col solo scopo di condizionar l’opinione, rivelandosi al contempo fantasioso compilatore di bilanci di imprese statali,erogatore di fondi neri a partiti tanto di maggioranza quanto d’opposizione, epperfino di movimenti di liberazione (?) di paesi maghrebini, coi quali sperava di concludere affari miliardari .
Assumeva dipendenti non tanto per preparazione,quanto per provenienza geografica: tant’è che la sigla S.N.A.M. divenne acronimo di S.iamo N.ati A. M.atelica.
Era anche frequentatore di ragazze squillo bellissime e costosissime, obiettarono molti: ai quali molti egli – con verve marchigiana – rispose : se si vuole iniziare con il balletto dei dossier riservati,non avete che da chiedere .
Il silenzio subitaneo che ne seguì fece capire che il nostro ne aveva,di carte sporche, segrete e ben custodite.
Sicchè,prima di friggere in padella tizio e caio,si ricordi sempre da dove veniamo. E soprattutto: chi siamo.
State bene.
Ghino La Ganga
febbraio 20, 2010 at 12:04 PM
Il dilemma, vecchio almeno quanto Platone, è: meglio un sistema di controlli rigido che imbrigli la dirigenza, oppure un giustiziere buono/cattivo che travalichi il sistema (cfr. una miriade di film americani; Bertolaso per quanto riguarda l’autoconsiderazione)?
E se poi il giusitiziere si monta la testa e diventa solo cattivo e si fa solo i cazzi propri?
Ciao Ghino
febbraio 21, 2010 at 4:17 PM
Chissà.
Mi pare che da secoli cerchiamo qualcuno che,mediamente disonesto,faccia gli affari nostri oltre che i suoi.
Finisce spesso per prevalere il secopndo aspetto,questo forse è il vero problema.
Grazie per la lettura,guarisci presto.
Ghino La Ganga
febbraio 21, 2010 at 1:09 PM
Del resto hai visto pure tu la fine che ha fatto, il Mattei. Una cosina ad orologeria; e non era la “giustizia”.
febbraio 21, 2010 at 4:18 PM
No,certamente.
Del resto,pensa a chi ne prese il posto.
Eugenio Cefis.
Che è tutto dire.
Stai bene,grazie per la lettura.
Ghino La Ganga