Desiderio di paternità.
Maggio 3, 2010
Lo stormo di piccioni t’arriva addosso a nugolo, saranno un centinaio. Ti appiattisci contro il muro che delimita la strada. Come te fanno tutti i passanti: davanti al guano dei volatili che arriva addosso, come tante cluster bombs ma ancor più casuali, non ci son cazzi. E’ un fuggi fuggi imprecante, generale. Le auto in sosta son sommerse. Se non lavate subito, saran danni di carrozzeria per centinaia di eurini. Ora lo stormo si divide: una parte è passata, un’altra parte resta. Perchè dal fondo della via arriva chi ha provocato il casino. E’ una ragazza di vent’anni anni, molto carina, probabilmente diretta all’università lì vicino assieme agli amici suoi, che si son staccati da lei. Perchè adesso, quella, impazza: sbocconcella del pane prendendolo da un sacchetto, e ne tira dei pezzi in mezzo ai piccioni fermi al suolo; sicchè subito arriva anche il resto dello stormo che s’era allontanato e s’unisce al banchetto creato dalla demente.
Scivolando lungo il muro riesci a passare; sei in giacca e cravatta e devi incontrare gente, non ti va di farlo con escrementi addosso. Ora sei accanto alla demente. La guardi, lei ti ride in faccia. Non trovi altro da dirle : “complimenti per l’idea, molto acuta.”.
Ti sentono anche i suoi amici, mentre lei continua a sghignazzare.
Uno degli amici guarda la via, si rende conto. Poi guarda la ragazza. La chiama.
“Eleonora!”
La demente manco si volta. Continua a tirar pane in mezzo ai piccioni.
La voce ora è forte. Decisa.
“Eleonora! Sei una merda.”
Il silenzio seguente è irreale. Stan zitti anche i piccioni. Stan zitti tutti. Eleonora è lì, con un mozzicone di pane tra i denti.
Il ragazzo si gira verso l’università, incazzato nero. Gli altri lo seguono. Eleonora resta sola. Getta il pane in mezzo ai piccioni, cerca di raggiungere il gruppo imprecando “ ma cazzo per uno scherzo…”
Il ragazzo si gira. La fissa. La gela.
“Stammi lontana. Sei una merda di donna.”
Vorresti avere un figlio. Il rischio è che ti venga diverso da quello lì.
State bene.
Ghino La Ganga
Acceptable in the 80s.
Maggio 3, 2010
Voi sapete bene che quando succedono queste cose non posso tacere. Insomma, ma come si fa a non volere bene al buon Claudio Scajola? Un figlio d’arte di politici liguri; uno che è stato in galera nel 1983 ma non era colpa sua; uno che appena diventato ministro dell’interno s’è trovato davanti il G8, e sappiamo tutti quanto bene l’ha gestito; uno che ha detto su Marco Biagi una frase, che solo estrapolata dal contesto era offensiva ( sic, dal suo sito internet). Uno che s’è laureato a cinquant’anni passati.
Insomma: uno dei tempi miei. Quei tempi nei quali la politica era politica, le idee idee, e gli uomini uomini, gli organizzatori organizzatori. Mica come adesso, che basta comprare nonsisabenecome un appartamento con vista Colosseo, e tutti ti rompono i coglioni a manetta.
State bene.
Ghino La Ganga
P.s.: un grazie a Calvin Harris, autore del brano il cui titolo è lo stesso di questo post. Ed anche l’argomento, in fondo.