Ho visto This is the end di Babilonia Teatri al festival di Santarcangelo.Dura mezz’ora. Mezz’ora di calci nello stomaco. Si va dal lavaggio della scena con scope e acqua, alla presenza nel cast di una disabile su sedia a rotelle; alla caduta dal soffitto -a tre metri dagli spettatori della prima fila dove stavo io- di un maiale vero,tagliato per il lungo in due parti e dissanguato; alla pronuncia di frasi come quella che dà il titolo a questo post ( che pare una risposta a “Voglio una vita come Steve McQueen”); a riflessioni scandite in coro sulla morte, come unica salvezza dall’eternità di fiction come Dallas, Topazio,Beautiful; sulla morte come ostacolo all’aggiornare il profilo Facebook dopo morto; sulla morte come utile stumento per evitare di finire rincoglionito immerso nel proprio piscio e propria merda, mentre una troia che non parla la mia lingua mi imbocca; sul dopo morte dei caduti di Viareggio e L’Aquila, ove per i vivi restano dodici canzoni di merda; dodici canzoni di merda per Viareggio,dodici canzoni di merda per L’Aquila; e la chiamate vita,questa? Io voglio potermi scegliere il mio boia, un colpo solo e via, finita, tutto pulito. A corredo, intermezzi con Smells like teen spirit dei Nirvana e Ciao,amore ciao di Tenco; una corsa dei dieci componenti il cast a perdifiato e sfinimento, da un lato all’altro della scena; una specie di coreografia ritmata con le mani nel finale.

A me è piaciuto. Ma io sono io. Mica sono Voi.

Hello,hello,hello,how low?

State bene.

Ghino La Ganga