Dedicato a ogni Noretta.

luglio 21, 2010

 

Deve essere dura quando ti rapiscono il marito e ammazzano la sua scorta , vedersi parare innanzi il ministro degli interni che ti dice che una certa via a Roma non c’è,ed invece c’è, tanto che poi ci trovano anche una doccia aperta dentro a un civico, mentre tuo marito lo trovano solo cadavere mitragliato dentro a una renault rossa. Deve essere dura apprendere che tuo fratello si è liquefatto alla banca dell’agricoltura il giorno di sant’ambrogio, e assistere ai processi facendosi due volte al mese milano-catanzaro. Deve essere dura apprendere che tuo zio è morto nel vagone dell’Italicus ,e che per recuperare il vagone ci han messo del tempo: tanto tempo anche per il processo, rimasto senza colpevoli. Deve essere dura quando ti dicono che degli ottantuno andati in mare con il dc9 il corpo di tua cognata non si trova, sa il cazzo dove è finito, che non era nemmeno nella parte mancante della fusoliera, quella vicino al cesso. Deve essere dura quando sei la moglie del sindaco di Grosseto, e ti dicono che tuo marito è morto investito in una via isolata e non si sa come era finito lì, che proprio il giorno prima aveva saputo due/tre cosine su quel dc9 del cazzo, quello di cui han sentito la scatole nera e hanno udito che l’ultima parola che ha pronunciato il pilota è stata GUAR…. . Deve essere dura quando ti dicono che la stagione del terrore è finita, e a natale 1984 ti dicono che s’eran sbagliati, tua figlia si è stampata su una volta della galleria di San Benedetto Val di Sambro per via di una bomba, come quella volta la’ dell’Italicus, e senti gli imputati sparar cazzate al processo, io non sapevo granchè. Deve essere dura essere in piazzale della Loggia a Brescia e sentire che ti parte un braccio, che va a finire contro il bidone dell’immondizia a venti metri, e non perdi i sensi subito, sicchè vedi tutto il tragitto dell’arto mentre il tuo sangue va in faccia ai vicini. Deve essere dura anche sopravvivere, e magari senza postumi fisici apparenti, come mi spiegò una ragazza di Modena tanti anni fa,che ci scherzava perfino su, a Modena mi dicono che sono l’unica a prova di bomba: all’inzio, quello spintone che l’aveva fatta volare verso l’albergo, mentre dava le spalle alla stazione di Bologna il due agosto ottanta, pensava gliel’avesse dato un maleducato che aveva fretta, perchè la botta tremenda era arrivata dopo; non capiva neanche lei come, prima era arrivato lo spostamento d’aria micidiale, i cocci e le pietre che le avevano solcato la testa e la schiena da dietro, come tanti aratri sanguinanti; ma il rumore, quello, lei l’aveva solo appena sentito, aveva sentito il principio della botta, poi era rimasta sorda da quel momento fino a sera, quando all’ospedale aveva cominciato a capire che a spingerla non era stato un maleducato,no, proprio no; con il medico che le ripeteva: sente la mia voce, signorina? E’ italiana?

State bene.

Ghino La Ganga