La telefonata inattesa.

agosto 18, 2010

“Ghino…senti.”

“Dimmi,Maurizio.”

“L’Antonella….l’Anto…..m’ha chiamato…”

“Ah.Ha dimenticato qualcosa da prendere? Dille che ci vediamo a casa tua domani alle sei. Prima io non ci sono, e io ci devo essere.Domani alle sei va bene.”

“No…non ha chiamato per quello….è che vuole parlarmi……vuole tornare….”

“Eh?”

“Sì…..dice che mi ha pensato molto, in questi giorni. Ci ha pensato su……. non pensava che io le mancassi così….. che anche a me lei manca tanto….. ( si mette a piangere)…”

“Maurizio?”

“Eh…..(piangendo)….cosa…..”

“Spiegami un po’  ‘sti pensieri dell’Antonella….”

“(soffiandosi il naso) non lo so……. mi ha detto che pensava che fosse tutto diverso….”

“Franco non la vuole?”

“Ma cosa dici…..mi ha detto che non è vero niente….. che in ‘sti giorni è stata sempre dalla Daniela……”

“Perchè Franco non la vuole tra i coglioni. Chiamalo scemo….”

“Cazzo dici…..te ce l’hai con l’Anto……”

“No, no. Ce l’ho con te.”

“Cosa vuoi da me? Io dove la trovo un’altra…..che mi capisca…..da star insieme…….”

“Maurizio.”

“(piagnucolando)…eh…..”

“Se tu torni con l’Antonella, io ti riempio di botte.”

“Cazzo dici…”

“La verità. Ti prendo di sorpresa, ti carico di botte. Con un bastone. Davanti a tutti. Adesso telefono ai tuoi e glielo dico. Se Maurizio torna con l’Antonella,io lo massacro di botte con un bastone. Anzi: meno lei.Te  ti metto sotto con la macchina, che è meglio. Un colpo e via . Muori da imbecille, con il sorriso del cazzo che hai su quella faccia da cretino che ti ritrovi. Testa di cazzo. Io vado in galera. Ma felice, ci vado.”

“Sei scemo….. tu non lo sai, cosa significa, lei…..per me….”

“Invece lo so. Eh,se lo so. Tu sei una testa di cazzo come non ne conosco. Una testa di cazzo da contarci gli anni da quando sei nato. Roba che se non ti capitava ‘sta botta di culo, ci restavi, con quell’idiota.“

“Cosa dici…..stronzo….”

“Senti,imbecille. Io alle cinque vengo a prenderti, che ti porto dove dico io. Altro che parlare con l’Anto. Ti porto a parlare con una che dico io. Una che quando la vedi ti scordi dell’Anto. Ma te ne scordi proprio. Ti rendi conto di che capre asessuate frequentavi,quando la vedi. Testa di cazzo. “

“Io devo vedere l’Anto…..”

“Te devi vedere una che dico io, no l’Anto. L’Anto è un incubo. Te devi uscire da ‘sto incubo. Roba da matti.Perfino quel Franco delle poesie, l’ha capito. Perfino un ritardato che è convinto d’essere il nuovo Giovanni Pascoli, l’ha capito, che cazzo è l’Anto. Diosanto.”

“Io voglio parlarci….con l’Anto…non me lo puoi impedire….”

“Io alle cinque sono da te. Se non ti trovo,denuncio la tua scomparsa ai carabinieri e segnalo la targa dell’Anto. Vado anche dai tuoi genitori e gli dico che sei morto. Così si prendono un colpo e cominci a pensare alla roba seria, razza di imbecille.”

“…sei matto….”

“Alle cinque. Puntuale, imbecille. Idiota. Testa di cazzo.  Alle cinque.”

(State bene. Ghino La Ganga)