L’età per rimanerci.

aprile 29, 2011

                                                                                                                                                    

 

Sul Corriere di Romagna Edizione Rimini di ieri, pagina 8, si trovano le dichiarazioni di Tomas Betti, non solo maestro di break dance, ma anche leader del gruppo riminese  Pieda se Parkour, che in dialetto locale letteralmente significa “Piadina col Parkour”. Il parkour è quell’attività consistente nello zompare da un palazzo all’altro, seguendo un difficile percorso fatto di cornicioni, tetti, tegole, facciate, muri. Il Betti ha le idee chiare: “bisogna conoscere quali sono i propri limiti, e lavorarci su.” Ah. Ecco. Anche perchè, si legge nell’articolo, non pochi ci hanno rimesso la vita. “Per questo è importante insegnare che c’è un limite”, insiste il Betti. Che, poi, scende sul personale. “ Come quella volta che sono andato sul tetto di una grande fabbrica abbandonata a Riccione dove ho fatto una sequenza camminando su un cornicione largo 4 centimetri. Ci stava il piede a malapena. Oppure quella volta in cui abbiamo fatto i salti mortali dalle mura maltestiane del parco Cervi. O ancora quando abbiamo tentato l’arrampicata sull’arco d’Augusto, la scorsa primavera . Ma poi ci siamo fermati qui, perchè dei monumenti abbiamo rispetto.”

Beh, in fondo ha ragione. Tocca ringraziarli, lui e i suoi, per avere desistito dallo zompare su e per altri monumenti. Mi direte che sono un po’ invidioso dell’agilità di questi ragazzi, così pieni di vita, di piadina e di iniziativa, mentre io son solo un vecchio rompicoglioni sedentario. Poi, però, mi cade l’occhio sull’età dichiarata dal Betti. Trentatrè anni. Non proprio giovanissimo. Né vecchissimo. Un’età che mi ricorda qualcosa, tra l’altro. Osta, Betti. Stia attento. E’ da poco passata la pasqua: tuttavia resta un’età a rischio, quella lì.

State bene.

Ghino La Ganga

 P.s. : scusate se mi cito, ma se volete leggere di altre iniziative legate allo zompo immotivato, leggetevi un vecchio post intitolato “fai un salto a Rimini”, settembre 2010 o giù di lì.