Scusate, ma noi cattolici ci chiediamo: di che cazzo si preoccupa la Lega? Ma non si era detto che era un “partito di scopo”, all’anglosassone, che si scioglie dopo aver portato a casa la sua mission? E loro, a suon di quadre e di aliquote – “non vi va bene l’ICI? Allora facciamo l’IRAP! O magari le addizionali IRPEF, un po’ come cazzo ci pare” – da cui Calderoli salta come Tarzan con le liane, non l’hanno approvato il federalismo municipale? Quindi il loro compito è terminato, fatevi pure deportare i ministeri a Gravellona Toce, pagatevi la fiscalità incrementata dai vostri condottieri che ce l’hanno sempre più duro e smettetela di rompere i coglioni e di intasare le linee a Radio Padania. Spiace dirvelo, ma non avete né la cultura né l’aplomb della vostra inarrivabile classe dirigente di partito. Ma le avete sentite le ultime idee per rovesciare la situazione? Solo Bossi poteva pensare a Milano come zona franca tax free per massaggi, centri benessere, friggitorie e Western Union: e giù con la solita invidia di chi, in vita sua, non ha mai trovato una quadra.
È proprio vero: l’elettore italiano è un incontentabile, solo noi cattolici possiamo vantare la moderazione come somma virtù, se ne parlava proprio l’altro giorno insieme a Don Seppia. Prendiamo esempio da un cattolico vero come Francesco Rutelli. È dell’altro giorno, a primo turno archiviato, la dichiarazione che “noi siamo il terzo partito a Benevento”. A noi cattolici, non può che fare piacere: almeno siamo sicuri che gay tossicodipendenti, femminielli punkabbestia in trasferta, prendinculi comunisti, duo lesbo di zingare e transgender islamici non oseranno mai varcare il solco che li separa dalla cattolicissima Benevento, alle porte della quale verrà piazzata una statua di Daniela Santanchè, simile a quella pisciatoio-style dell’amico di Pinochet messa davanti alla Stazione Termini. E magari successivamente ne metteremo anche una di Bertolaso.