Ormai c’è la prova. Prendete l’intervista rilasciata da Jovanotti a Piero Negri su La Stampa, pag.39 dell’otto luglio scorso.Eccone alcuni estratti.

 

C’è qualcuno che la convince?

 “Tutti. Leggo Slavoj Zizek, un marxista 2.0, e mi pare stimolante. Poi leggo Malcom Gladwell, gli americani, gli psichiatri cognitivi, quelli che studiano i grandi sistemi di comunicazione, e li trovo interessanti. Mi capita di trovarmi sempre in accordo con chi esprime un’opinione. E di pensare, un secondo dopo, che è vero anche il contrario.”

  

E allora? Come si fa?

 “Non so. So solo che mi ritrovo a scrivere canzoni d’amore, perchè mi attacco alla persona, all’essere umano. Con tutti i pensieri che hai, belli, intelligenti, nella tua vita che cosa hai risolto? Come vivi, come respiri, come digerisci? Che rapporto hai con il cibo? Con il sesso?”

 

 E’ una delle accuse che le rivolgono: fa solo canzoni d’amore. E poi dicono che è buonista.

  “Da bambino passavo ore, alla giostra, a guardare la macchina dello zucchero filato. Ero alto a malapena per guardarci dentro: bastava un cucchiaino, la macchina girava e venivano fuori quei capelli pazzeschi. Una magia. Beh, oggi per me quella è l’esistenza. L’emozione, il mistero. “

 Mi fermo qui, perchè le troppe perle del nostro rischierebbero di farci perdere il tema principale. Che è il seguente : mai avrei creduto di incontrare, in natura, la sintesi del pensiero di due straordinari personaggi dell’arte cinematografica. Uno italiano, l’altro americano: il Carlo Verdone nei panni di Don Alfio in Un sacco bello, e l’Owen Wilson nei panni del modello Hansel McDonald in Zoolander.

State bene.

 Ghino La Ganga