Oro alla patria.
novembre 3, 2011
“Oh.”
“Eh.”
“Sono andato a vendere un po’ d’oro.”
“Mh. Anche te. Lo vendono tutti…. con ‘sti prezzi…tutti han bisogno di contante….”
“Che poi, da qualche giorno i prezzi sono anche un pelo calati. Sui ventisei euro per un grammo a diciotto carati. Ma van bene, dai. Ho dato tutti i monili del cazzo che avevo per casa….certe porcherie…”
“Lo so,lo so. Pensa che due settimane fa, quando l’ho venduto io, è saltato fuori che certe cose non erano nemmeno d’oro…e me le avevano regalate dei parenti stretti,eh?”
“Sì, sì. Anche a me è successo. Un bracciale grosso, che sembrava chissacchè, me l’avevano regalato per un affare andato bene……l’ho messo al polso due volte,che ero andato in Slovenia al casinò…per far colpo…”
“Quella volta che hai perso tutto?”
“Sì,sì….me lo volevo giocare, ma quelli alla cassa non l’han voluto…va a finire che l’avevan già capito, quelli, che era un bidone…e pensare che c’era scritto: ventiquattro carati! Roba da trentacinque euro al grammo…da vero.”
“Eh, han l’occhio allenato,lì…. io invece ho venduto anche certe cose di mia suocera…orrende….ma era tutto oro buono…..me l’han pagato benissimo…..ho coperto rata del noleggio del suv,l’ i-pad nuovo…. tutta le spese di prima necessità, insomma…”
“Certo. Bisogna pensare prima a sopravvivere, poi si vedrà. Speriamo che ‘sto momentaccio passi presto,dai. Però, vedi: il settore dei negozietti dove compran l’oro è in espansione. Vorrà dire che comunque l’economia trova sempre il suo sfogo.”
“Vero. Dai, speriamo che ‘sto momentaccio passi presto.Oh: donnine?”
“Ah,male. Vedo se riesco a vendere qualche altro pezzo, sennò mi tocca rinunciare… che tocca rinunciare anche all’indispensabile, ormai…”
“Mh….è vero…che brutta cosa.”
“Già. Dai, ci sentiamo, Ciao.”
“Ciao.”
(State bene. Ghino La Ganga)