Secondo me, “The Artist” e’ una cagata pazzesca
febbraio 29, 2012
E’ sempre rassicurante quando un gruppo, un popolo, una razza a noi estranea si affannano a rincorrere gli stereotipi che “esoticamente” abbiamo costruito su di loro. Bene, secondo me “The Artist” si inscrive perfettamente in quel filone di cinema francese detto cinema delle trovatine. Anzi, qualcuno potrebbe anche arguire che “The Artist” trovi addirittura posto in una ulteriore sotto-cartella, cinema delle trovatine del cazzo.
Il grande cinema francese campa ancora di rendita da quando, negli anni 50, i redattori dei Cahiers applicarono meglio di tutti il metodo Rossellini e le idee di Zavattini. Sono modelli che vanno bene ancora oggi, e per tutti i generi, se pensiamo all’Assayas di Demonlover e ai film di Philippe Garrel. Anche la figura di Ozon andrebbe esaminata alla luce dello scardinamento fenomenologico dell’immagine operato da Rossellini, ma non divaghiamo.
Se uno oggi fa un film sull’ambiente del muto girato con i procedimenti del muto, abbi pazienza, in qualche modo mi devi stupire con effetti speciali e colori ultravivaci. Mi rivelerai aspetti del cinema classico che smentiranno gli assunti di Thompson e Bordwell? Mi istruirai sul modo di rappresentazione istituzionale ipotizzato da Burch? Mi farai almeno vedere un po’ di figa? Niente di tutto questo. Che poi, non e’ neanche un film pensato come un muto, ma un film sonoro senza dialoghi e con qualche ammiccamento all’estetica del muto.
Dovremmo stare ad applaudire perche’ il film racconta “una bella storia d’amore” (sembra di sentire Irene Bignardi) e perche’ nell’ultima scena scopriamo che il protagonista parla malissimo inglese, quando risponde “Wiz plejar” al regista che gli chiede un’altra ripetizione. Caaaaaaaaaaaaazzzo che trovatina. Ah beh, allora ‘sto Oscare te lo sei proprio meritato, Michel. Esticazzi. La cosa che fa piu’ incazzare e’ che di sicuro Hazanavicius lo sa che gia’ negli anni 30 c’erano rudimentali forme di doppiaggio, ma se ne e’ battuto i coglioni: quella cazza di trovatina gli piaceva troppo.
Almeno, come dice Ghino, c’era il cagnolino che era uno spettacolo. Pero’, anche li’, non si era detto che usare il cane e’ fatto solo per scopi melodrammatico-ricattatori? Senza andare a Umberto D., quando tutti rompevano il cazzo a Elsa Morante perche’ non sapeva scrivere per le masse, alla fine lei si era frantumata cosi’ tanto i coglioni che, a mo’ di sfida, scrisse La storia, pigiandoci dentro tutti i luoghi comuni della letteratura popolare, tanto che Pasolini, non capendo un cazzo come sempre, la accuso’ di aver scritto un romanzo ridicolo e consolatorio, mentre La storia e’ solo una enorme presa per il culo da leggere col filtro dell’ironia, come ha detto Agamben.
La differenza tra la Morante e Hazanavicius? Lei almeno aveva scritto L’isola di Arturo, quindi poteva permettersi quel cazzo che voleva.
Scalatori di tralicci.
febbraio 28, 2012
Quand’ero piccolo, benchè non fossi democristiano, non capivo chi mai si sentisse rappresentato da un editore che scalava tralicci per piazzarvi ordigni esplosivi. Sicchè oggi, anche se avessi i miei buoni motivi per oppormi alla Tav, non so se mi sentirei rappresentato da un agricoltore che scala tralicci per toccare i fili dell’alta tensione.
State bene.
Ghino La Ganga
P.s.: il titolo andrebbe enunciato da Vulvia. Lo so. Ma non scrive su questo blog, accidenti.
Se Mileno avess lu mer.
febbraio 27, 2012
The (forgotten) artist.
febbraio 27, 2012
Riletture (due).
febbraio 26, 2012
Riletture (uno).
febbraio 26, 2012
Va a finire che un giorno qualcuno comparirà in televisione e chiarirà, finalmente, che i gruppi extraparlamentari armati degli anni settanta non erano altro che banali uffici di collocamento; e che Maurizio Azzolini ed amici, quel giorno del 1977, stavano partecipando a un’accesa podistica Stramilano : ci tenevano così tanto a ben figurare che si giravano ogni tanto a controllare il gruppo. I colpi di pistola? Beh, un forte agonismo non è mai stato un reato, suvvìa.
State bene.
Ghino La Ganga
Emilia Heimat Romagna.
febbraio 24, 2012
Che poi una sera giri i canali sul digitale arrivi a ‘sto canale seisettequattro emilia romagna in scena c’è una commedia dialettale ma che cazzo di dialetto parlano ti sembra familiare ma strano ti sembra di conoscerlo ma non tutte le parole però è vicino in qualche modo avverti il senso comprendi l’insieme è il dialetto di Reggio Emilia anzi Reggio Nell’Emilia la compagnia però deve essere di Cavriago magari uno di Reggio te lo saprebbe dire bene di che posto è la compagnia te lo saprebbe dire esattamente perchè è normale che la cadenza sia diversa che le parole cambino un po’ con l’accento come cambia la pronuncia tra gli Offlaga Disco Pax e i Gaznevada come cambia molto tra Reggio e Bologna ma anche solo tra Bologna e Casalecchio anche tra Forlì e Cesena mica parlano proprio come a Bertinoro o a Forlimpopoli se poi senti il dialetto di Ferrara voglio dire sembra una cosa tutta diversa anche quello di Comacchio o di Argenta non pare nemmeno Emilia ma di certo non è Romagna e pensare che sono a quaranta chilometri da Ravenna come parla poi uno di Imola che dicono sia romagna ma non si capisce mica bene del resto se senti parlare uno di Ravenna lo capisci che non è proprio romagnolo come te è un romagnolo diverso ma è vicino è più vicino insomma ad esempio di uno emiliano di Parma che lo senti che è tutto diverso però del suo dialetto voglio dire magari qualcosa lo capisci come quando devi andare a Modena da Bologna e passi per Bazzano Castelvetro Maranello ma mica perchè devi farlo solo perchè hai tempo vuoi vedere come è messa la strada magari chiedi le indicazioni senti che è diverso ma simile già se passi Fidenza arrivi a Piacenza senti che è proprio diverso però insomma in certe parti neanche tanto pare lombardo ma poi non lo è alla fine qualche parola è anche la tua come il mese scorso che a Pontenure ti sembrava di capire quel che dicevano due vecchi in un bar mica come adesso che sei a Rimini seduto alla tele a guardare ‘sta cazzo di commedia dialettale in reggiano non capisci perchè però all’improvviso ti viene un groppo in gola porcamiseria.
(State bene. Ghino La Ganga)
Tutti ‘sti Monti.
febbraio 24, 2012
Sì, lo so, son pensieri che dimostrano il mio cattivo stato mentale. Però io ogni tanto me lo chiedo ancora, se, tra loro, questi qua sopra son parenti.
State bene.
Ghino La Ganga
p.s.: tra l’altro, questo è il millesimo post del sottoscritto e di Anskij su questa piattaforma. Non proviamo grandi sensazioni, ma pare che invece dovremmo. Bah.
Opposizione mirata.
febbraio 23, 2012
“Oh.”
“Eh.”
“Allora è stato approvato, il bilancio comunale….”
“Sì,sì…hai letto?”
“Ma certo. Se ho ben capito, quelli della lista civica ‘Dacci un voto che poi vediamo’ avevano addirittura preannunciato il loro voto favorevole dall’opposizione, visto il difficile momento dell’economia nazionale e locale…..”
“Invece in consiglio han votato contro.”
” Già. Han votato contro, criticando che non vi fosse esenzione dall’addizionale irpef per i redditi sotto i ventiseimila euro….”
“I ventiseimilaottocentocinquanta euro, per la precisione.”
“Provo a indovinare : è il reddito del capogruppo, vero?”
“Al centesimo.”
“Ecco. Immaginavo. Beh, opposizione regolare,no?”
“Certo. Regolare. Come al solito.”
“Altre novità”
“Mannò. Solita noia. “
“Già. Ci sentiamo. Ciao.”
“Ci sentiamo.Ciao.”
(State bene. Ghino La Ganga)
Ottantadue.
febbraio 22, 2012
Non so spiegare il perchè ma più d’ogni altra cosa m’è rimasto impresso quel corner per il Brasile al novantunesimo minuto tutti nella nostra area Eder che sposta i cartelloni pubblicitari per batterlo Martellini che dice l’atmosfera in campo è indescrivibile la palla che arriva in area Zoff e Socrates saltano la toccano quella schizza via dall’altra parte Cabrini si alza di testa la colpisce si prende un calcione di rovesciata in faccia l’arbitro fischia una punzione per noi la batte Zoff la palla va in aria l’arbitro fischia la fine della partita nel sonoro si sente uno che urla esaltatissimo fortissimo EVVAI !!! forse è stata la prima volta che ho sentito urlare esaltatissimo fortissimo EVVAI che a luglio di quest’anno son trent’anni.
State bene.
Ghino La Ganga