Mao andava a scuola da Ghino.
marzo 26, 2012
Se avete letto del caso della professoressa della scuola media Carducci di Bari, e del malore che ha colpito la malcapitata durante una lezione, sapete anche che due degli alunni, anzichè soccorrerla o chiamare aiuto in corridoio, si son messi a filmarla con i telefonini mentre la poveretta, stesa a terra, stentava a riprendere il respiro.
Sapete anche che i genitori dei due ragazzi sono stati convocati a scuola, ove, appreso che i figli sono stati sospesi dalle lezioni, hanno avuto reazioni opposte: i genitori di uno dei ragazzi han chiesto scusa; quelli dell’altro ragazzo invece no, ed hanno anzi sostenuto la controrivoluzionaria idea che sarebbe stata la condotta dell’insegnante a suscitare nei giovani l’ispirazione a riprendere il tutto (sic).
Ciò che non sapete, è che sono episodi come questi a far diventare il sottoscritto un cinese che non ci si immagina: pronto a instaurare un regime comunista ( non l’avreste detto,eh?) tutt’altro che immaginario; nel quale regime è previsto che fuori dalla scuola, a prelevare i genitori controrivoluzionari, ci sia un furgone verde telonato, con armatissime e immaginabilissime guardie della rivoluzione; le quali facciano salire i genitori controrivoluzionari a bordo, per deportarli in via definitiva in una immaginabilissima benchè sperdutissima regione del nord della Cina, dove il clima è quello che ci si immagina : ossia nevica merda e piove piscio 365 giorni l’anno, che sono 366 nei bisestili, e il carnevale cinese si festeggia mascherando gli internati da pecore e spedendoli in una schifosa foresta, popolata da immaginabilissimi tigri afflitte da un’immaginabile quanto bestiale fame. Tigri vere: non quelle immaginarie di carta che ricordava il debole, povero, illuso dilettante, spodestato dalla banda dei quattro.
Il figliolo videomaker?
Oh,beh: se sopravvissuto agli immaginabili campi di addestramento, potrà avere il suo perchè nel documentare le vittorie della lunga marcia del regime.
State bene.
Ghino La Ganga