Mancanza di calore.
marzo 30, 2012
Quando un tizio che non vedevi da anni, e che è di fronte a te a una festa, per la quinta volta di fila ti chiede “ma dimmi di te”, dopo che per quattro volte di fila gli hai già risposto “va al solito: lavoro, clienti che non pagano, tasse, una gran fatica, poca fiducia nel futuro”, pensi che la psicanalisi ti aiuta senz’altro molto: ma che il calore sul fianco di una beretta calibro nove corto a caricatore bifilare, da piazzargli in mezzo agli occhi dicendogli con tono fermo “adesso per favore sparisci di qui” ti manca tantissimo. Non ci son storie.
State bene.
Ghino La Ganga
Factotum.
marzo 30, 2012
Alla fine mi dispiace, che sia finito così: perchè in origine il lavoro di giornalista lo sapeva fare bene, pur sprecando già allora il suo talento in completi sartoriali a spese rai, tavoli verdi a casa dell’industriale Caproni, rimborsi spese assortiti. Si è trasformato, nel tempo, in una specie di macchietta destinata a occupare il ruolo dello schierato a prescindere, utile alla bisogna rudimentale dello sgradevole infotainment de noantri . Con tale finalità, ha fatto di tutto. Me lo ricordo perfino – accettato senza un plissè l’esplicito ruolo di satiro guardone proveniente da una redazione – farsi sguinzagliare da Daria Bignardi nella casa della prima edizione del Grande Fratello: ove si aggirava, da solo, sussurrando il nome di una concorrente donna che aveva sentito ( non visto, badate bene) essere carina. Dotato di una natura primitiva e irta di luoghi comuni – nel suo essere uomo del sud fissato con la sequenza donnine/gioco/far baldoria/anticomunismo – non tentava neppur di nasconderla dietro a qualche scampolo di buona educazione che pure, a furia di frequentare altolocati, dicono avrebbe dovuto e potuto imparare, prima di ridursi a frequentare solo il sottobosco. In questo, però, era totalmente sincero: suvvìa. In bocca al lupo e sii forte, Emilio. Adesso sarà molto dura.
State bene.
Ghino La Ganga
P.s.: per chi vuole approfondire, può essere utile la lettura di un vecchio post intitolato “Alla fine di Emilio”, del 14 febbraio 2011.