Ottantasette (il natale dei ritardi).
dicembre 24, 2012
E’ dicembre ottantasette quasi natale sei sfidanzato da tre settimane sei sfidanzato nel senso che la Barbara ha definitivamente salubremente giustamente deciso di mandarti a fare in culo tu e le tue indecisioni del cazzo si è mai visto uno che a ventidue anni non ha ancora voglia di sposarsi dico si è mai visto uno che a ventidue anni non ha voglia di metter su famiglia casa bollette mutui Barbara dice che è roba da matti pensare che sei in pari con gli esami sei a posto sei di famiglia decente rispettabile insomma una vera testa di cazzo che a ventidue anni non pensa di metter su famiglia con moglie specie quando ha avuto la botta di culo di mettersi con una come Barbara che voglio dire una come Barbara dove la ritrovi brava studiosa figa carina tutta a posto ottima famiglia casa in montagna gente straperbene suo babbo l’anno prima dopo un mese che stavate insieme ti aveva chiesto per le scale senta lei quanto le manca a laurearsi dica un po’ che così capisco bene tu non avevi capito granchè salvo che insomma i genitori di Barbara stavano lì con il cronometro heuer della formula uno a vedere che tempi facevi sul giro dell’anno ed insomma nel millenovecentoottantasette l’anno dell’onda lunga del psi al quattordici percento del boom dei verdi della tenuta della dc degli anonimi democristiani del calo del pci dell’entrata in commercio dell’alfa 164 insomma in quell’anno lì eri a quasi fine esami tuttavia potevi anche far meglio te lo aveva fatto capire la mamma di Barbara da come ti salutava con freddezza insomma ‘sti ritardi nel dire a Barbara quando vi sposavate erano proprio inaccettabili Barbara te lo ricordava ogni tre giorni poi quando tu in novembre avevi dato il diciottesimo esame te ne mancavano quattro e non avevi detto a Barbara ecco adesso facciamo le pubblicazioni lei si era parecchio incazzata indignata per te andava bene aveva fatto praticamente tutto lei ti aveva detto ho capito molte cose è bene che non ci vediamo per un po’ tu però quel per un po’ l’avevi inteso come un mai più del resto lo sapevi già da allora che non hai mai capito un cazzo di come ragionano le donne per loro per un po’ significa che sei in momentanea libertà vigilata nel senso che entro sette giorni devi telefonare disperato a Barbara chiedendo la sua mano e indire una festa di fidanzamento per cento persone tu però non l’hai capita così hai solo capito che sei libero da tre settimane tre dunque è dicembre ottantasette quasi natale e tu sei in discoteca con la musica a manetta c’è mezzo mondo ciao ciao ciao auguri auguri auguri come stai come non stai bacino bacino c’è lì la Simo che non ti aveva ancora visto ti salta al collo ti abbraccia già che c’è ti mette le mani sul culo e dice forte agli altri sentite che bel culo sodo gli è venuto a ‘sto scemo da quando è da solo è in quel momento che da un angolo ti senti osservato è Barbara non hai mai compreso fino a quel momento cosa sia l’odio pieno schifoso assoluto mortale da quel momento però lo impari Barbara si è anche avvicinata per vedere meglio ha visto le mani della Simo sul tuo culo le risate degli altri è rimasta ferma lì odiandoti augurandoti una morte immediata assoluta oscena terribile senza funerale un colpo solo così secco tu resti fermo la guardi lei si allontana va dalle sue amiche che ti guardano schifate dure sei ancora lì fermo quando la Simo sorridendo dice occhei mi devi quantomeno una consumazione ti aspetto al bar si avvicina Piero nervoso frettoloso dice dammi le chiavi della macchina che vado io a nasconderla giù nelle vie per la discesa sennò addio gomme che la Barbara te le taglia dopo col cazzo che torniamo a casa stanotte mica ho voglia di passar le feste qui io.
(In sottofondo: Marrs, Pump up the volume. State bene e tanti auguri. Ghino La Ganga)