Si discuteva sui problemi dello Stato.
gennaio 31, 2013
Talebani, preti e libri.
gennaio 31, 2013
Il mondo sa che la biblioteca di Timbuctù richiava di essere distrutta dai talebani. In Italia si fatica a sapere che Marino Massimo De Caro, nominato ( non è ben chiaro come) Direttore di varie Bibilioteche di importanza nazionale, provvedeva a svuotarle di preziosi e antichissimi libri, che poi vendeva a danarosi acquirenti esteri o regalava a notabili connazionali, tra i quali Dell’Utri. Che buona parte delle ultime sottrazioni si sia svolta, tra l’altro, grazie al fatto che il De Caro era stato nominato Direttore della Biblioteca Girolamini da un silente pretino, che di nome fa Padre Sandro Marsano, credo rappresenti il degno corollario della vicenda.
State bene.
Ghino La Ganga
Sapessi cosa dico (due).
gennaio 30, 2013
“Oh.”
“Eh.”
“Ecco,però: Franco è morto.”
“Ah,lui sì. Poveretto. Lui è proprio morto. Dunque?”
“Dunque, dovevi sentire cosa diceva di te. Della roba, guarda…irripetibile. Se solo io la raccontassi, guarda…”
“Ah. Beh, peccato. Di te, invece, non diceva niente.”
“E tu che ne sai, scusa?”
“Lo so,lo so. Io ci parlavo, con Franco. Manco sapeva chi cazzo eri. All’epoca manco eri nato, te. Ciao.”
“Cazzo dici….oh, ma cosa riattacchi….”
(State bene. Ghino La Ganga)
Sapessi cosa dico (uno).
gennaio 30, 2013
“Oh.”
“Eh.”
“Guarda: non sai cosa diceva Guido di te.”
“Ah. E cosa diceva?”
“Eh, caro te. Diceva, diceva.”
“Sì, ma cosa diceva,scusa?”
“Diceva…diceva delle cose. Delle cose che, se tu le sapessi…”
“Eh. Se io le sapessi?”
“Se tu le sapessi…guarda: meglio che tu non le sappia, le cose che diceva Guido di te.”
“Scusa: le diceva, e adesso non le dice più? Ha cambiato idea? ”
“Ma smetti di fare il cretino. E’ morto, il povero Guido. Le diceva, perchè ora è morto, poveretto. Ah, se fosse ancora vivo,cosa direbbe. E mica solo di te, poi…”
“Guarda che basta chiamarlo e chiederglielo, cosa diceva di me. Gli si può chiedere anche cosa vuol dire oggi. Non è mica morto, Guido.”
“Non fare l’imbecille. E’ morto da due anni. Quel maledetto incidente…”
“…nel quale è morto Franco. Guido manco era lì…”
“Cazzo dici? Osta…ma non era morto?….io sapevo che era morto quella volta là…..”
“No che non è morto. E’ vivo. Mi hanno anche detto che sta bene. Anzi, fai una cosa: chiamalo, e chiedigli se conferma quanto sei idiota. Lo diceva tante di quelle volte, quando lo frequentavo. Secondo me lo dice anche adesso. Ciao.”
“…cazzo…ciao…”
(State bene. Ghino La Ganga)
1980 – 2013.
gennaio 29, 2013
(In sottofondo: Ianva, L’Estate dei Silenzi ).
La mattina seguente la sentenza su Ustica è triste sentire due conduttori radiofonici molto stimati che manco sanno che il relitto dell’aereo non è più in un hangar militare bensì a Bologna in via di Saliceto 5 dove grazie all’opera di Boltanski hanno allestito un museo dedicato alla strage un museo dove sicuramente i due conduttori radiofonici molto stimati manco sono mai stati dove sicuramente manco sono mai entrati dove sicuramente non hanno ricevuto una copia del libretto contenente l’elenco fotografico degli oggetti personali delle vittime di Ustica recuperati anni dopo il fatto in fondo al mare l’elenco fotografico che comprende spray binaca per l’alito un pezzo di racchetta da tennis mutande con l’elastico allentato vestiti stropicciati borsette borsoni deodorante breeze preservativi 777 settebello un vasetto primizia un romanzo di cassola un romanzo di bevilacqua la biografia di enzo ferrari scritta da biagi uno zoccolo pescura altro zoccolo deformato espadrillas macerate scarpe lotto scolorite agendina agip anno 1980 libretto assegni banco di roma barattolo crema nivea forbicine da unghie spazzolini da denti una fionda da bambino un phon da viaggio una bambolotto cicciobello pinne da mare una radio portatile irradio macchine fotografiche kodak instamatic un manualetto intitolato ‘la saldatura e i suoi problemi’ stuoie da spiaggia sandali ciabatte costumi da bagno specchietti trucchi dentifrici cottonfioc spazzole da capelli pettini.
State bene.
Ghino La Ganga
Esplosioni.
gennaio 28, 2013
Dunque, a Ustica fu un missile. Per l’Argo sedici fu invece una bomba. Fu una bomba anche a Peteano. Come a Piazza Fontana: una bomba. Anzi: forse due. E a Piazza della Loggia? Massì: una bomba sola. Come a Bologna: una, ma fortissima. Più forte di quella dell’Italicus. E di quella del rapido 904. Per tacere di quella della Questura di Milano. E di quella al Pac. E di quella ai Georgofili. E di quella di Bescapè. Però, sentite: quella di Capaci, mica scherzava. E quella di via D’Amelio? Eh,beh. Ma anche quella di via Fauro, dico: mica eran brustoline. E quelle inesplose? Osta. Eran belle toste, anche quelle. Si sapesse chi le ha messe, almeno. Invece no. Mica si può saper tutto, che diamine. Insomma: a Ustica è stato un missile. E amen. Un missile. Si sapesse almeno chi l’ha lanciato. Eh, come no. Vuoi rovinare altri trentatrè anni di ipotesi, te.
(State bene. Ghino La Ganga )
Fece del bene,dicono.
gennaio 28, 2013
(In sottofondo suggerisco: D.A.F. , Der Mussolini )
Era un maestro elementare di Dovia di Predappio, piuttosto irascibile e d’umore altalenante, pressochè schizofrenico: pacifista e socialista, divenne interventista e fondò il fascismo dopo esser scappato in Svizzera laonde evitar la leva. Non aveva studiato granchè ed era povero, sicchè sfruttò le malcapitate donne che incontrò, facendosi finanziare pure un quotidiano: dalle colonne del quale lanciava strali, perlopiù, privi di senso. Per fermarlo sulla strada di Roma, sarebbe stato sufficiente sparare ad alzo zero qualche colpo di artiglieria nei pressi di Orte : i sansepolcristi non brillavano per coraggio, l’idea di finir presi a schioppettate vere li avrebbe fatti tornare, mesti, alle rispettive catapecchie lombarde. La loro fortuna fu che Diaz e Thaon di Revel eran già parecchio rincoglioniti. Vittorio Emanuele Terzo? Non ne parliamo,suvvìa. Le imprese di Spagna ed Etiopia dissanguarono l’esercito: con il materiale lasciato tra Guadajara e Madrid il generalissimo Franco campò di rendita anni ed anni. Ne risentì l’intera impostazione belligerante dell’italico stivale: carrarmati ridicoli, aerei superati, corazzate che non sparavano un colpo dritto che fosse uno. Per impressionare Hitler, il maestro elementare fece emergere cento sommergibili in contemporanea nella baia di Napoli: un successone, se solo fossero stati capaci di navigare senza intossicare i disgraziati equipaggi. Spedì truppe a congelare in Russia e non combinò nulla in Grecia; mandò mas allo sbaraglio nelle basi inglesi e paracadutisti a servir da fanti nel deserto. Che non capisse nulla di guerra era già chiaro da subito : aveva impostato una campagna militare basata sull’apparenza: tutta trombe, grida e qualche fucilata. Tant’è che le divisioni eran state ridotte da ternarie in binarie, sicchè avevan meno soldati e sparavan meno colpi di quelle avversarie. Si circondò di imbecilli per risultar più intelligente. Ma non funzionò, perchè l’imbecillità sua trionfava in ogni dove: già nel ’34 aveva perso l’occasione di difender veramente l’Austria contro la Germania , e riconquistar fama internazionale. Sicchè s’alleò all’unico che lo considerava un genio, ossia un ex caporalmaggiore imbianchino, con il quale gareggiò a chi era più razzista ed antisemita. Cos’altro? Ah,sì: lanciò lo stile impero, bonificò le paludi pontine ed edificò Cinecittà. Ammazzate, ahò!, dicono a Roma.
State bene.
Ghino La Ganga
Sbranati.
gennaio 27, 2013
Si fatica a pensare che un partito, che ricevette oltre seicentomila euro di finanziamenti da una banca, non c’entrasse proprio niente con essa. Si fatica a ritenere che un uomo, che portò il Paese a piangere circa mezzo milione di morti, abbia fatto anche qualcosa di buono per esso.
State bene.
Ghino La Ganga