Senza una lacrima.

gennaio 15, 2013

 

Prospero Gallinari

Prospero Gallinari

 

Era un gruppo di menti semplici e persone da poco, i cui veri desideri consistevano di  modeste conquiste materiali: Morucci dichiarò quanto gli piacevano i Rolex che portava Gianni Agnelli, la Braghetti scrisse che rubava motorini con il  solo fine di  scorazzare a bordo di essi. Aggiunse a corollario che, quando si trattò di importar armi palestinesi via mare, sperava tanto di poter salire su una barca  per una bella crocierina abbronzante nel Mediterraneo.  Infiltrar tra di essi Carabinieri e Poliziotti, deve esser stato molto più facile del creduto. Il vero  rischio fu, verosimilmente,  che i militi infiltrati risultassero fin troppo intellettuali: una sola occhiata ai comunicati recanti la stella cerchiata faceva intendere  come anche la scuola di elettrotecnica, al pari di quella dell’obbligo, fosse stata superata con enorme fatica da molti dei componenti le brigate. Solo se guidati mani e piedi, si intuì, essi avrebbero potuto ordire agguati complicati come quello del marzo settantotto. Non mancò poi la prova vivente che quella cultura contadina –  di cui Pasolini tanto temeva la scomparsa –   ben poco di buono recava in dote a questo disgraziato paese: ossia un figlio di agricoltori, autodidatta e semianalfabeta, cui fu immediatamente conferito il compito di trascrivere i verbali degli interrogatori .  Che  questi sia infine  morto dentro a un’auto rossa in un garage rappresenta un ben curioso contrappasso, non c’è che dire.

State bene.

Ghino La Ganga