Declassata.
luglio 10, 2013
“Oh.”
“Eh.”
“A me ‘sta storia delle lettere mica piace.”
“Vero. Non si capisce mica tanto bene. Ad esempio: perchè tutte ‘ste AAA, tutte ‘ste BBB, ‘ste A+, ‘ste B-, che uno si confonde.”
“Bravo. Anzichè graduare usando lettere dell’alfabeto, per dire che vali così e cosà, ma meno dell’anno scorso, basta dire: vali molto, vali poco, vali un cazzo, e stop. Oppure, basta dare delle qualifiche.”
“Fare come si fa tra di noi per le donne, ad esempio.”
“Giusto. Quale criterio più chiaro? Prendi la Francesca: fino al 2000 era una gran figa.”
“Tutti dietro a lei, tutti a dire: che gnocca, come ci andrei.”
“L’equivalente di una AAA, insomma. Ma con tre A non si capisce molto: invece con ‘gran gnocca’, vedi come tutto è più chiaro?”
“Immediato, intuitivo. Infatti, nel 2002 s’è messa stabilmente con Giovanni, e lì tutti a dire: ma come cazzo è messa, s’è sistemata con Giovanni per paura, solo perchè è arrivato l’euro. Lei, poverina, era convinta che Giovanni ne avesse tanti . ‘Poverina’ equivale a un declassamento ad A+, ma molto più chiaramente espresso .”
“Ma certo. Poi nel 2007, la svolta definitiva: separata da Giovanni, s’è buttata tra le braccia di Sergio.”
“Mamma mia. Roba da matti. Tutti a dire: eccola lì, la cretina. Una che crede negli amori clandestini improvvisi…”
“… e trascura la sicurezza degli euri, anche se pochi. Infatti, ‘cretina’ è pari a BBB. Ma con la parola ‘cretina’ è tutto più chiaro. Infatti, tutti sanno che anche con Sergio va male, e la casa manco è intestata a lei.”
” Una scema , mica solo cretina. E ‘scema’ vale quanto BBB-. Tanto quanto la Spagna.”
“Preciso. Ora le resta solo di piantare Sergio e buttarsi su Marco…”
“Ossignùr…Franco. Un inaffidabile totale. Lì siamo a livelli di Grecia. Se la Francesca si mette con Franco, è definitivamente idiota. “
“E ‘idiota’ vale B-. Finita. Amen.”
“Eh, vedi. Ma le lettere C, esistono?”
“Sì, ma non sono chiare a tutti. Invece, tutti sappiamo che dopo ‘idiota’ c’è ‘testa di cazzo.’ Una qualifica che secondo me vale quanto le lettere C. Però ‘testa di cazzo’, scusami, non è infinitamente più chiaro di una lettera dell’alfabeto?”
“Certo. Vabbè: addio Francesca. Ciao.”
“Ciao.”
(In sottofondo: Gwen Guthrie, Ain’t nothin’ goin’ on but the rent. State bene. Ghino La Ganga)
Le strade di San Riminisco (due).
luglio 10, 2013
“Oh.”
“Eh.”
“Alla fine, entro il 18 luglio il Comune di Rimini intitola una rotonda a Don Giussani.”
“Ho visto. Invece, quella di Don Masticazzi è caduta nell’oblio.”
“Che ingiustizia.”
“Che vergogna.”
“Che scandalo.”
“Se penso a quanto ha fatto Don Masticazzi per la nostra zona, mi viene male.”
“Pure a me. Si starà rivoltando nella tomba, poveretto.”
“A proposito: ma dove lo seppellirono, quella volta?”
“Sai che non mi ricordo? Però non a Rimini…”
“Eh, certo che no. Don Masticazzi non era di Rimini.”
“Però l’effetto di quel che ha fatto si è sentito, a Rimini.”
“Osta, si è sentito eccome. Senza Don Masticazzi, Rimini sarebbe stata tutta un’altra città.”
“Già. In effetti, anche senza Don Giussani, Rimini sarebbe stata tutta un’altra città.”
“Sì, bisogna riconoscerlo. Niente Meeting di CL, ad esempio.”
“Niente Compagnia delle Opere fortemente radicata in zona.”
“Niente riminese eletto all’Europarlamento nel ’99.”
“Niente Cooperative culturali. Niente centri per il teatro dialettale.”
“Niente Mirabilandia vicino a Ravenna.”
“Osta, davvero? Questa non la sapevo. Rilancio: niente Nicole Minetti al Consiglio Regionale Lombardo, tra l’altro. “
“Vero. Ecco, se ci penso, posso passare sopra a tutto: ma senza Mirabilandia in provincia di Ravenna e la Minetti in regione a Milano, che Rimini sarebbe stata?”
“Ah, guarda: una città di una noia mortale. “
“Già. Una barba. Una noia.”
“Bastano queste due cose: Mirabilandia e Minetti. Ora che ci penso, han fatto bene a sollecitare per la rotonda intitolata a Don Giussani.”
“Ora che ci penso, hai ragione. Don Masticazzi può aspettare.”
“Ma sì. Che aspetti pure. Ciao.”
“Ciao.”
(In sottofondo suggerisco: Sabina Guzzanti, Do ut des. State bene. Ghino La Ganga)