Natali tutto l’anno.
gennaio 6, 2014
“Diciamo la verità, c’è la ricerca del feticcio. Sarebbe bello che si volessero gli Uffizi per un’esigenza di cultura. Il fatto è che la gente si vuole fotografare davanti alla Primavera del Botticelli. Uffizi e Accademia per il David sono troppo comodi per attirare i turisti. Bastano, e se mancano si piange. Questa non è esigenza di cultura, ma di denaro. “
E cosa c’è di male?
“E’ la logica del tutto e subito che non educa, non produce alcuno sforzo creativo e non allarga certo i confini della divulgazione e della conoscenza. Altro che eredi del Rinascimento…”
(…)
Ma secondo lei è giusto o no aprire gli Uffizi per capodanno o per natale?
“No. sono di un’ideologia antica e mi fa piacere che il personale degli Uffizi faccia il natale in famiglia. Trascorrono qui tutte le domeniche… penso lo stesso delle commesse dei negozi che non trovo giusto lavorino in tutti i giorni di festa.”
(E’ un estratto dell’intervista di Olga Mugnaini ad Antonio Natali, direttore degli Uffizi di Firenze, pubblicata oggi a pag. 28 del Resto del Carlino/Quotidiano Nazionale dopo le polemiche sorte a seguito della chiusura della Galleria durante le feste. Se qualcuno ancora ha voglia di farsi domande sul perchè il settore cultura del nostro paese renda poco o niente, a fronte dell’imponente massa di opportunità della quale disporrebbe, è servito e zittito. A dirigere la baracca, siedono individui che sono il perfetto condensato di quanto il nostro paese ha costruito dalla sua nascita: mito della cultura come sola fatica e nessuno svago, mito dell’apprendimento attraverso la più grande sofferenza. In aggiunta c’è il mito delle feste comandate come muro invalicabile, la cui compromissione metterebbe a rischio un altro ed inossidabile mito: quello della famiglia, da tutelare con la serrata d’ogni cosa nei festivi. Salvo poi, d’acchito, paragonare i dipendenti dell’ente museale a commesse di negozio, contraddicendo in pieno tutto quanto implicitamente sostenuto: ossia che la cultura non è merce. Ah, dimenticavo: in chiusura il Natali (nomen omen) cita pure il Santo Padre: ” non si può sacrificare tutto al denaro, come dice Papa Francesco va recuperata la centralità dell’uomo“. Beh, siamo a posto. Auguri di buon 2014, Italia. State bene. Ghino La Ganga)