Malattie rare.
febbraio 28, 2014
“Oh.”
“Eh.”
“Oggi è la giornata delle malattie rare.”
“Lo so. Ad esempio, io soffro di fanculite estemporanea.”
“Sarebbe?”
“E’ tremenda. Vai d’amore e d’accordo con tutti, poi di colpo fanculi tutti nello stesso momento. In una sala piena ti alzi e vai: fanculo, fanculo, fanculo. Poi torna tutto come prima, ma è difficile recuperare.”
“Capisco. Guido invece soffre di masturbite hobbistica compulsiva.”
“Osta. Come si manifesta?”
“Ah, è subdola. Cominci ad appassionarti di cose strane, che mai ti avevano interessato. La passione cresce, finchè non cominci a farti seghe al solo sentirne parlare. Un esempio: Guido andava sempre in vacanza al mare. Poi un giorno ha scoperto la montagna, e addio: appena ne sente parlare, attacca a farsi una sega.”
“Cioè: comincia anche lui a parlarne ossessivamente?”
“Magari. Fa di peggio. Se ad esempio in un bar sente parlare di passeggiate con le ciaspole, si tira subito giù la lampo e attacca a menarselo. Mugola, geme : che bello, le ciaspole! E’ imbarazzante.”
“Davvero imbarazzante. Assomiglia un po’ alla malattia rara di Sergio: la riconsiderite.”
“Osta. Cos’è?”
“Una roba strana: prima non cagavi mai uno, e quello di colpo diventa il tuo migliore amico. Anche contro la sua volontà. Sergio ad esempio non cagava mai Marzio: adesso invece è sempre addosso a Marzio.”
“Ma Marzio apprezza?”
“No, per niente. Lo ha perfino denunciato. Ma Sergio non molla: sta lì ad aspettarlo fuori di casa o dall’ufficio, tutto il giorno. Poi dice in giro che è un’epoca arida, la vera amicizia non viene capita.”
“Eh, beh. Per certi versi ha ragione. Senti, ma la eurite di Franco?”
“Ah, già. E’ praticamente incurabile. Da un giorno all’altro si è messo solo a parlare in euro. Di qualunque cosa. A volte è sconcertante.”
“Già. Come quando si fissa e chiede più volte: ma questa casa costa più o meno di duemila euro al mese? Oppure: tua moglie quanto costa, mille euro al mese? Il tuo infarto ti è costato più di ventimila euro? “
“Fosse il male di quello. Il peggio è quando ferma la gente fuori dai bar e chiede quanti euro han pagato. Un giorno in un bar del centro han chiamato i vigili, stava diventando pesante.”
“Certo. Ehi, ma vogliamo parlare della occupite della Carla?”
“Caz.. quella è pesante. Ti chiede se può lasciare delle cose nel tuo garage perché non ha posto nel suo, tu dici di sì. Dopo tre giorni, ti ha occupato anche la sala da pranzo. Dopo una settimana, te la trovi in camera da letto che dorme e non si sveglia.”
“E mica puoi mandarla via. E’ malata, poverina.”
“Già. Mah, bisogna stare attenti. Fare una vita sana. ‘Ste malattie sono rare, ma colpiscono in un niente. Dài, cerchiamo di stare attenti. Ciao.”
“Ciao.”
(In sottofondo suggerisco: Dirty Vegas, Let the night. State bene. Ghino La Ganga)
Pisciando controvento.
febbraio 27, 2014
Paesaggi italiani.
febbraio 26, 2014
Epifumetto.
febbraio 26, 2014
Passato ladro.
febbraio 24, 2014
E’ brutto apprendere che qualcuno ha rubato a una signora i ricordi di un’intera carriera da pornostar. Sicchè oggi le dichiaro la mia solidarietà con questa foto : mi sento un po’ derubato anche io, rivoglio indietro tutti i miei anni. Dannazione.
State bene.
Ghino La Ganga
Quesiti in tv.
febbraio 23, 2014
La chiamata.
febbraio 21, 2014
“Oh.”
“Eh.”
Allora, t’ha chiamato?”
“Sì. Poco fa. Guarda: ho ancora i brividi.”
“Ci credo. Però io lo immaginavo, che alla fine avrebbe chiamato proprio te. Voglio dire: chi altro lo meritava?”
“Grazie, Sei troppo buono.”
“Mannò. Sei sempre stato il più in gamba. Quello che ha dato più soddisfazioni. E poi, senti: sei sempre stato il più generoso.”
“Beh,dài… nella media.”
“Non fare il modesto. Hai sempre dato tanto. Più di noi. Noi siamo di braccino corto, tu invece sei sempre stato un signore. Sei famoso per questo. Un uomo generoso. Tu arrivi e zac, metti lì più di quel che si mette di solito.”
“Cosa vuoi farci: mi viene naturale. Penso che alla fine non sia sprecato. Voglio dire: se metti lì ad esempio cento, ti trattano da cento. Cioè: al massimo mezz’ora, orologio alla mano. Se invece metti centocinquanta, ecco, lì scatta già qualcosa. L’atmosfera si fa rilassata, capiscono che ci si può fidare. Che si può concedere qualcosa. Insomma: lasci un buon ricordo. L’orologio non si guarda quasi più.”
“Hai ragione. E poi: centocinquanta oggi, centocinquanta domani, formi una specie di piccolo credito.”
“Bravo. Infatti, ora che lei ha deciso di far fare un pomeriggio gratis a un cliente, chi ha chiamato? “
“Te, giustamente. Senti: quando sei lì, però, ricordati degli amici. Metti una buona parola anche per noi, dài. Dille che ci conosci.”
“Ma certo. Stai tranquillo. A che servono gli amici, sennò? Tranquillo, le parlerò. Ora mi tocca prepararmi, tra un po’ devo andare. Un abbraccio. Ciao.”
“Che emozione. Beato te. Un abbraccio. Ciao.”
(So che questo post risulterà inopportuno ancorché cafone, ma non potevo trattenermi. Credo peraltro che i maschietti lettori del blog non abbiano dubbi su quale chiamata preferirebbero ricevere. No? In sottofondo suggerisco: Klingande, Jubel. State bene. Ghino La Ganga)