Giulia non esce la sera.
giugno 20, 2014
“Oh.”
“Eh.”
“Ma allora vieni anche tu da Nigel & Beppe?”
“Sì. Però non dirlo così forte.”
“E come lo vuoi dire? Vieni o non vieni?”
“Vengo. Anche se non mi piace l’ambiente.”
“Ah. Però vieni.”
“Sì. Non mi piace l’ambiente, ma vengo. Che poi, a voler esser precisi: non mi piace nemmeno come si mangia.”
“Dunque: non ti piace l’ambiente, non ti piace come si mangia. Però vieni.”
“Sì, vengo. Però, se devo dirla tutta, non mi piace nemmeno la gente.”
“Insomma: non ti piace l’ambiente, non ti piace il cibo, non ti piace la gente. Però vieni.”
“Sì, vengo. Che poi, insomma: anche ‘sto tempo, mica mi piace tanto. Magari piove. “
“Ah, pure il tempo. Non ti piace nemmeno quello. Però vieni.”
“Sì, vengo. Magari, che so: riesco a far cambiare l’ambiente. Il cibo.”
“Ah. Boh, mi risulta sia tutto già preparato. E la gente?”
“Beh, certo. Quella è la prima cosa da cambiare.”
“Cioè: li mandi a casa a cambiarsi? Rischi il vaffanculo.”
“E’ vero. Magari, allora provo a dirgli di stare seduti senza accavallare le gambe. E’ già qualcosa, no?”
“Ah, senz’altro. E per il tempo? Come fai?”
” Guarda: quello lo cambio di sicuro. Vedrai: non faccio piovere. Faccio splendere il sole.”
“Capisco. Ma hai sentito con gli altri? Loro venivano? “
“Sì. Venivano tutti.”
“A loro va bene l’ambiente? Il cibo? La gente? Il tempo?”
“Boh. Che ne so. Però venivano tutti. Non potevo mica restare a casa da sola. “
“Già. Vabbè, ci vediamo. Ciao.”
” Ciao.”
(Ogni riferimento all’intervista rilasciata ieri su La Stampa da Giulia Sarti a Francesca Schianchi è da ritenersi puramente casuale. In sottofondo suggerisco: Baustelle, Aria, bolle, aria. State bene. Ghino La Ganga)