L’argent.
ottobre 2, 2014
(Omaggio a Robert Bresson. Spero non si rivolti nella tomba.)
“Oh.”
“Eh.”
“Io voglio poter spendere di più.”
“Anche io. E fregarmene dei debiti.”
“Bravo. Proprio come ha detto Jean-Pierre.”
“E chi è?”
“Un amico di Guido. Fa il PR alla disco-lap Pignatta.”
“Osta. Guadagna molto?”
“Che ne so? Però spende. Ha detto che lui fino al 2017 spende e spande. Poi si vedrà. Intanto se la gode. Con tutte le fighe che passano in quel locale, scusa. Ha ragione lui. Vuoi non portarne qualcuna a cena ogni tanto?”
“Ma soprattutto: vuoi non far contenta qualche cubista, ogni tanto? “
“Bravo. Ad esempio: c’è lì quella Svetlana che lavora come una matta. Sempre lì a ballar sui cubi, a far la gentile con tutti. Con me, poi, è gentilissima. Vuoi non farla felice ogni tanto?”
“Sacrosanto. Adesso faccio anch’io un comunicato: di qui al 2017, si spende e si spande, come dice Jean-Pierre. Viva Jean-Pierre!”
“Giusto. Viva Jean-Pierre! Anzi, ora che ci penso: gli telefono e gli chiedo se mi regala un duecento euro.”
“Ah. Devi pagare una bolletta?”
“No. Vado da Svetlana. “
“Già. Giusto. Più tardi lo chiamo anche io: ha la mia solidarietà, mollerà duecento euro pure a me. Gli prometto che li spendo tutti al Pignatta.”
“Bravo. Mica c’è solo Svetlana, lì.”
“Eh, certo che no. Ciao.”
“Ciao.”
(In sottofondo suggerisco: Daft Punk, One more time. Un po’ di vecchio ma brioso french touch ci vuole. No? State bene. Ghino La Ganga)