Tratta che ti ritratta.
ottobre 7, 2014
Mah. L’idea non è originalissima, perché viene dritta dritta dal Von Trier di Dogville: mettere in scena il confine tra cinema e teatro, vedendo fin dove si arriva. Il problema è che però in questo film si arriva poco più avanti. Eppure ci sarebbe l’occasione dell’intervista a Mancino: ma è debole e si risolve in due domandine che paiono carezze. Eppure si potrebbe intervistare Enzo Scotti: ma Sabina Guzzanti deve essere convinta sia morto pure lui, come Parisi e Scalfaro. Eppure ci sarebbe non solo da ascoltare magistrati inquirenti e mafiosi pentiti, ma anche da inseguire politici vecchi e nuovi, incalzandoli per la strada con domande serrate: invece l’unico che parla, placidamente seduto in poltrona, è un Claudio Martelli molto invecchiato e molto stanco. Sicché il film si riduce ad essere un riepilogo di circostanze note e stranote: una regista meno megalomane ne avrebbe potuto trarre – al più – un documentario da mandare in onda su Rai Tre un sabato sera al posto di Blunotte. Invece ne è sortita questa specie di prova generale in un teatro occupato da buoni attori , chiamati a raccolta da una loro collega: la quale delle proprie nevrosi par sempre più vittima, mai beneficiaria. Però non ho abbandonato la sala a metà proiezione. Di ‘sti tempi è già tanto.
State bene.
Ghino La Ganga