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“Oh.”

“Eh.”

“Non dovevi far sapere a tutti cosa ti ho scritto. Cazzo.”

“E perché? Lo trovo giusto. Tu scrivi, io racconto cosa mi scrivi .”

“Sì, ma c’è un limite. Certe cose non si posso raccontare. Sono riservate.”

“Scusa, ma quali? Che non ho un soldo? Storia vecchia. Risaputa.”

“Non quella, cretino. Dico: come li hai spesi, i soldi.”

“Ma quale mistero c’è? Oggi fai presto: due donnine, il noleggio del suv, una cena fuori, un tiro di roba buona, una bottiglia come si deve, e già hai finito: ti son partiti duemila euro e non hai nemmeno fatto domenica. “

“Senti: finché parli delle cose tue, io non dico niente. Ma non dovevi scrivere il resto.”

“Aaah. Ecco. E’ perché ho scritto che i soldi me li presti sempre tu.”

“Ma mica solo quello, coglione! Hai raccontato a tutti come li spendo io, i miei soldi. Cazzo.”

“Capirai. Adesso perché hai la passione dei trans  molto costosi e molto attivi, credi di essere l’unico. C’è la fila, caro mio. La fila. Poi, anche tu: che cazzo ti viene di spendere cinquecento euro per la tessera di quel club scambista pieno di vecchi? E i tremila euro per l’abbonamento con  poltroncina anatomica premium nel Club Sivori allo Juventus Stadium? “

“Era tutta roba riservata, cazzo. E comunque per la poltroncina allo stadio della Juve erano solo duemilaottocentocinquanta…”

“Ah, cavolo: molto meno. Hai ragione, ho scritto cazzate. Vado a correggere, dai. Ciao.”

“…ciao…”

(In sottofondo suggerisco: Saint Motel, My Type. State bene. Ghino La Ganga)