My way 49%.
febbraio 26, 2015
“Oh.”
“Eh.”
“Mi è venuta una voglia boia di comprare delle torri di trasmissione.”
“Capisco. E’ il momento giusto. C’è della scelta.”
“Appunto. Ma io voglio comprare le più importanti.”
“Però il 51% resta di chi vende.”
“Quel punto è da chiarire. Il 51% di ogni singola torre o il 51% di tutte le torri? Perché io sono per la seconda ipotesi.”
“Immaginavo. Del resto, con il 49% di una singola torre che ci faresti?”
“Beh, non sarebbe comunque una percentuale da buttare. Intanto potrei tappezzare quel 49% di affiches. Gran pubblicità giganti : compra quello, compra quell’altro, iscriviti a quello,votami sempre.”
“Osta. Mica male. Mi sa che non ci hanno pensato.”
“Chiaro che no. Anche perché ci sarebbe un ulteriore fatto da chiarire: il 49% della torre in alto o il 49% della torre in basso? Se fosse il 49% in alto, avrei risolto ogni problema di affissione per i prossimi anni. Senza parlare del fatto che potei direttamente installarci certe mie antenne supplementari. Eh.”
“Geniale. E se invece fosse il 49% del totale di tutte le torri di trasmissione del paese?”
“Eh, allora sarebbe proprio una pacchia. Non dovrei montare niente di più, e potrei cominciare subito con della pirateria spicciola: interromperei i programmi a metà mattina nel 49% del paese coperto dal 49% delle torri, fionderei del gran porno con inserti pubblicitari, manderei in onda certe mie interviste-verità su Grillo, farei televendite di tutto. Anche di armi ed esseri umani.”
“Mh. Mi sa che ti fermerebbero. “
“In base a cosa? Se il 49% è mio, su quel 49% faccio quel che mi pare. La legge infatti risulta lacunosa.”
“Su questo puoi aver ragione. Senti, però: ti ricorderai degli amici, quando avrai il 49%?”
“Certo. Anzi, me ne ricordo fin d’ora: per caso il 49% di tua figlia è disponibile? Perché io sarei interessato…”
“Mh. Ci devo pensare. Con ‘sta storia delle quote, si corrono dei rischi.”
“Già. Si corrono ovunque tu intenda la quota. In ogni caso: fammi sapere. Ciao.”
“Va bene. Ciao.”
(In sottofondo, ovviamente: My Way, ma nella versione dei Sex Pistols oppure in quella di Sid Vicious da solo. Eh. State bene. Ghino La Ganga)
I cccan’t deny.
febbraio 25, 2015
Ha un po’ ragione la vedova.
febbraio 25, 2015
Quando ho letto le dichiarazioni della signora Chiara Rapaccini, vedova di Mario Monicelli, ho pensato che esagerasse: questo suo gridare all’indegnità dei premiati nel nome del marito mi è parsa eccessiva. Sì, certo: il compianto regista rese una perfetta rappresentazione del paesello nostro ed dei suoi tragicomici abitanti, sicché non esiste oggidì un suo erede altrettanto perfetto. Tuttavia parecchi autori si sono a lui ispirati, dunque si trova un po’ del buon Mario Monicelli in tante opere nostrane . E poi, lo confesso: a me alcune cose di Brizzi e Verdone non dispiacciono.
Ieri però mi sono imbattuto in alcuni monologhi registrati da Giovanni Veronesi alla guida della sua auto, e da lui messi su youtube.
Beh: mi sa che la signora Chiara Rapaccini, vedova Monicelli, ha un po’ ragione. Ritirate dunque il premio a Giovanni Veronesi.
Ah: lui ha già detto che lo restituisce? Bene, bravo. Ma adempia subito, per favore.
State bene.
Ghino La Ganga
C’era una volta una razza.
febbraio 24, 2015
Alcuni errori storici della sinistra italiana: il pensare che la classe operaia aspirasse unicamente a rimanere tale, il ritenere che la magistratura fosse composta da sole persone di buonsenso, il sostenere che gli intellettuali fossero tutti dotati di coerenza. Ah, già: e il credere che gli artisti fossero per nulla interessati al denaro.
State bene.
Ghino La Ganga
La lettera greca.
febbraio 24, 2015
“Oh.”
“Eh.”
“Allora, ti ho mandato ‘sta lettera.”
“Bene. Che ci hai scritto?”
“Che farò il bravo. Righerò dritto. “
“Cioè?”
“Cioè: al massimo due strisce tirate a settimana.”
“Mh. Facciamo due al mese?”
“Così mi uccidi. Lo sai che dopo il mio corpo si ribella. Facciamo una a settimana?”
“Facciamo una ogni dieci giorni. E per le donnine? Che hai scritto?”
“Osta. Ecco, lo sapevo che si arrivava lì. Ne ho previste almeno due al mese.”
“E ti permetti di scrivere ‘almeno‘ ? Due sono anche troppe. Sono esattamente la tua media attuale. Devi scendere a una.”
“Ecco, lo sapevo. Tu mi vuoi morto. Ma come faccio? E poi, il denaro chi lo fa circolare? “
“Questo non è un tuo problema. Tu devi farne circolare poco, caro mio. Facciamo così: una donnina al mese. Basta e avanza. E fatti furbo: ti fidelizzi da una, così ti fai fare lo sconto. Devo proprio spiegarti tutto, porca miseria.”
“Ma in pratica se mi fidelizzo ad una sola donnina, quello diventa un secondo matrimonio. Mi spieghi che gusto c’è?”
“Non ci deve essere gusto. Deve diventare una noia. Così smetti con le donnine. Al massimo, con quel che risparmi dalla fidelizzata, ogni tanto vai con un’altra.”
“Ma risparmierò poco. Dunque andrò sempre con la fidelizzata.”
“Bravo. Quello è lo scopo. Senti: come la mettiamo con i week-end fuori?”
“Beh, ma quelli sono cultura. Ne ho previsti giusto quattro al mese.”
“Ah, certo. Il minimo. Senti, idiota: da anni, ogni fine settimana vai a fare il cretino in montagna o al mare e ti ubriachi già dal venerdì pomeriggio. Spendi e spandi come un ossesso in cazzate , vini e ristoranti. L’unico museo che hai visitato è quello del fermaglio da capelli di Santarcazzo, perché la tipa all’ingresso era figa.”
“E allora che dovevo scrivere?”
“Che i tuoi week-end fuori si riducono ad uno ogni due mesi.”
“Così mi ammazzi. Come faccio? “
“Riscrivi la lettera e me la mandi entro oggi. Sennò ti scordi il conto. Poi vedremo. Ciao.”
“…ciao…”
(In sottofondo suggerisco: Chemical Brothers, Music: response. State bene. Ghino La Ganga)
Mi dispia.
febbraio 23, 2015
L’unico spettacolo di Luca Ronconi che vidi, fu Gli Ultimi giorni dell’Umanità tratto da Kraus. Il palco sterminato era allestito nel vecchio Lingotto di Torino: non ricordo se trenta, quaranta o cinquanta tra attori e figuranti. Il meritorio intento era quello di mettere in scena la complessità della storia di un secolo. Il risultato fu una logica da Gran Premio di Formula Uno: pagavi il biglietto e vedevi quel che accadeva davanti al tuo settore, se avevi la fortuna che il momento importante passasse di lì trasportato su ogni sorta di tapis roulant e di binario. Mentre pensavo che probabilmente questo era il succo del tutto, constatai che lo spettacolo durava tre ore. Ne uscii un tantino provato. Lessi poi che il Ronconi indugiava in spettacoli anche di sette ore. Di nove ore. Di undici ore. Però io non li vidi: non mi piace chi impiega troppo tempo per dire quel che vuol dire. Anzi: ritengo proprio chi si dilunga il principale responsabile dell’allontanamento del pubblico dal teatro. Ora Ronconi è morto. Sicché, tristemente, concludo subito. Ecco perché il post ha questo titolo.
State bene.
Ghino La Ganga
Scismi.
febbraio 20, 2015
Un iscritto.
febbraio 19, 2015
“La terra è ferma”.
febbraio 18, 2015
Fe fi attacca la Libia.
febbraio 17, 2015
Infomma però adeffo non è che fe uno dice che fi attacca la Libia poi c’è la guerra davvero infomma prima fe ne deve parlare prima fe ne deve difcutere poi infomma fe devo dirla tutta è meglio che ‘fta guerra non ci fia fennò dopo è un cafino ci tocca fparare proprio ci tocca fparare e dire pum morto che è fempre fbagliato noi lo fappiamo tutte le volte che ci fiam trovati in guerra è ftato un cafino già adeffo con quei gommoni è un cafino che foffe per me farebbe meglio non fare ‘fta guerra farebbe meglio metterfi a fuonare con i tamburi con i bonghi con le chitarre in meffo al mare fare una bella fefta che dopo fiam tutti più contenti che infomma io lo dico da vent’anni che voglio andare a cafa e la cafa è dove fi fanno quei bei cafini di fefte che vengono beniffimo fpecie se c’è anche Faturnino che quando fuona comunque fuona meglio di Gentiloni.
(Ftate bene. Ghino La Ganga)