La speranza persiana.
marzo 18, 2015
Alle poste c’è da aspettare. Con la lettera P delle spedizioni che non esce mai sulla tabella luminosa. Di fianco a te siede una ragazza. Avrà vent’anni. Occhi grandi scuri, capelli lunghi biondi mechati e raccolti a coda, piumino scuro, pantaloni elasticizzati e stivaletti. Profumatissima, di un insieme di profumi che inspireresti in un duty free. Sta faticosamente finendo di compilare un modulo per il permesso di soggiorno per motivi di studio. Ti chiede cosa deve scrivere alla voce “stato civile”. C’è da inserire una lettera: par di capire che S stia per coniugata, N per nubile. Le chiedi : lei è sposata? Ti guarda stupita e risponde: no. Precisi: allora scriva N. Lei scrive. Sbirci la compilazione: nome stranissimo e cognome pure. Incuriosito le chiedi: mi scusi, ma lei di quale paese è ? Sgrana gli occhi scuri e dice senza esitazioni : Iran. La tua faccia deve esprimere qualcosa di bizzarro, perchè ti guarda perplessa. Non ti trattieni e chiedi: lei è sciita? Ti guarda stupita e sussurra: no. Ora sei stupito tu, insisti: cristiana? Ti risponde, sgomenta: no. Aggiunge subito: io sono atea, sono libera. Vorresti abbracciarla forte e ringraziarla. Ma è venuto il suo turno: si alza, ti sorride cortese e va allo sportello.
State bene.
Ghino La Ganga