Solidarietà per i genitori albanesi.
marzo 23, 2015
L’imam chiede di accomodarsi in ufficio, «per non disturbare la preghiera». Lì, nella saletta ingombra di carte e libri – ecco il Corano tradotto –, Abdullah Seferi, 24 anni, albanese, si confessa. In Italia ha ritrovato la fede. «I miei genitori sono sempre stati contrari. Vivono in Albania, vorrebbero un figlio all’ occidentale, che beve e va in discoteca. Ho dovuto combattere, oggi va meglio».
(E’ un estratto dall’articolo di Rita Bartolomei sulle moschee ed i centri di cultura islamica presenti a Bologna, apparso oggi a pag. 17 di QN/Il Resto del Carlino. ‘Sto figlio albanese, che ha lottato contro i suoi genitori albanesi bevitori e discotecari, mi ricorda un vecchissimo pezzo di Antonio Rezza: quello dei genitori che si devono fare le canne di nascosto perché il figlio – reduce da San Patrignano – è diventato un proibizionista severissimo e rincasando sente l’odore di spinello fin dall’androne del palazzo. Sicché i due sventurati millantano d’essersi fumati una milde sorte, sigaretta ormai fuori commercio. Che aggiungere? Io in fondo i due genitori albanesi rifugiati a Tirana un po’ li capisco. Poracci. State bene. Ghino La Ganga)
La sensazione del padre.
marzo 23, 2015
Prova vergogna per cosa?
“Vergogna non come la intendono tutti quelli che ci hanno buttato addosso palate di fango, gratuito e stupido. L’effetto di quel fango sta passando. Te lo togli via perché sai che è fango strumentale, nato più che altro da beghe politiche. La vergogna che intendo è un’altra. È andare in giro e vedere che uno ti guarda in faccia con l’aria di chi pensa: “Eccola, adesso è qua. Beata e tranquilla. Ma se non c’era lo Stato che pagava… Se non c’eravamo noi cittadini che pagavamo…”. È una sensazione difficile da spiegare”.
(Sapesse che sensazione difficile da spiegare si prova nel leggere queste Sue parole sul quotidiano Repubblica, signorina Vanessa Marzullo. Sapesse che sensazione difficile da spiegare si prova, nell’apprendere che Lei ha intenzione di tornare in Siria con Greta Ramelli . E’ davvero una sensazione difficile da spiegare. Forse è la sensazione che prova un padre, nel constatare come sua figlia non abbia imparato né impari granché dalla vita. Un padre che poi comincia a farsi delle domande sul dove ha sbagliato. Quelle domande che spero si ponga Suo padre, signorina Marzullo. Il sapere che non se le sta ponendo, mi provocherebbe una sensazione ancor più difficile da spiegare. Stia bene, e stiano bene i lettori. Ghino La Ganga)