Fanciulli per fempre.
giugno 24, 2015
“…mi interessa la bambinizzazione della società, il fatto che sia io che mia figlia attendiamo con trepidazione l’uscita del nuovo film della Pixar.” (Jovanotti intervistato dopo il concerto di Ancona da Piero Negri per La Stampa, 22 giugno 2015 pag.37.)
“Ci siamo sposati con la Notte dei desideri e non potevamo non esserci questa sera: è il suo primo concerto, il battesimo del pop.” ( Lucia e Luca, di Pescara, presenti al concerto di Jovanotti ad Ancona con il figlio Michael di 18 mesi in carrozzina; dichiarazioni raccolte da Federico Taddia, La Stampa del 22 giugno 2015, stessa pagina.)
“Veniamo da Bari, volevamo esserci nel primo stadio e ci saremo anche nell’ultimo, nella nostra città. E’ un’esperienza rara, un momento di condivisione tra padre e figlio. La forza di Jovanotti è questa: sa dire le stesse cose a persone diverse.” ( Edoardo, 40 anni, presente al concerto di Jovanotti ad Ancona assieme al figlio Marco, otto anni. Stessa pagina ed articolo su La Stampa).
(Che dirVi? Jovanotti ha vinto. Non so se sia l’inventore della bambinizzazione della società, come giustamente la chiama lui: però ne è interprete decisivo. Proprio come da lui auspicato, non c’è distinzione tra padri e figli in questo insieme di spettatori : un insieme nel quale l’età è un dettaglio, un insieme nel quale esseri umani di otto anni appaiono più riservati di esseri umani di quaranta, ed è dal cantante che sappiamo delle passioni cinematografiche della figlia Teresa. Chissà: forse tra la data di Ancona e quella di Bari si saranno rotti le palle per primi i figli di otto anni, e magari sarà il padre di quaranta a trascinarli a forza alla seconda visione con ascolto. Conosco infatti miei coetanei che han visto ed ascoltato Cappossela trenta volte, Springsteen quaranta volte, i Rolling Stones cinquanta volte. Non ho chiaro se siano i cantanti ad essersi rincoglioniti a furia di far concerti per tirar su quattro soldi, oppure il pubblico, che si ribecca la stessa scaletta di brani a distanza di un mese sperando nel brano imprevisto. Ma ormai, cosa conta? Pare che superati i quaranta anni di età ci si debba sentir giovani per forza: impegnati nello strano tentativo di surclassare i propri discendenti, i quali a diciotto mesi di età – e da una carrozzina – faticano ad opporre articolati rilievi critici a chi vanta d’essersi sposato ascoltando la Notte dei desideri. Sono vecchio, direte Voi. Avete ragione, ho cinquant’anni : intanto i miei coetanei fanno a gara a chi si avvicina di più ai vent’anni. Di età, mica di contributi versati. State bene. Ghino La Ganga)
giugno 24, 2015 at 3:22 PM
l’unica canzone seria del giovanotto,per me,è mi fido di te.
tutto il resto mi rimbalza.
a cinquantanni non sei vecchio,sei maturo.
(in sottofondo roberto vecchioni,gli anni.)
ciao,ghino,ti voglio bene.
giugno 25, 2015 at 9:46 am
@Mauro:
Io mi sento vecchio.
E da parecchio tempo: già a cinque anni me ne sentivo cinquanta.
Stai bene, un caro saluto, sebben che la Tua passione per Vecchioni mi inquieti.
Ghino La Ganga
giugno 25, 2015 at 7:29 am
dovevo scrivere un’altra cosa ma:
– per Mauro
io ne ho 42 ed a 42 si è vecchi.
– per Bruce springsteen
di solito ai concerti fa tutto il disco appena uscito e i grandi successi.
se parli di persone (evidentemente ricche e annoiate) che si fanno 40 date dello stesso tour è un conto altrimenti no.
io però l’ho visto solo due due volte (tour diversi).
– per Ghino (la cosa che dovevo scrivere)
mi interessava un commento a questo evento di cronaca locale che non frequenterò
http://fackfestival.blogspot.it/
grazie
giugno 25, 2015 at 9:45 am
@antonio:
mah, se leggi questo blog puoi immaginarTi cosa penso dell’iniziativa: nemmeno io parteciperò.
Tra l’altro gli organizzatori me li aspettavo un tantino più svegli: sistemando nella stessa pagina l’acronimo ‘fack’ e due numeri di telefonino, rischiano di trovarsi subissati di chiamate da parte di chi cerca escort ma non sa bene l’inglese.
Strano non ci abbiano pensato, visto che si autodefiniscono ‘brillanti’.
Quanto a Springsteen: contento Te. Mai mi piacque granché. Che vuoi farci.
Stai bene.
Ghino La Ganga
giugno 29, 2015 at 12:46 PM
è proprio perchè immagino che ho chiesto il commento.
Con Springsteen io ho avuto un rapporto conflittuale, nel senso che ho scoperto che esisteva dopo il grande successo di born in the usa (avevo 11 anni).
Quel disco non mi è piaciuto per niente ho etichettato Springsteen come “rocker americano facile facile” e l’ho dimenticato (do la colpa alla giovine età).
Anni dopo mi regalarono un triplo album dal vivo che misi in uno scaffale a prendere polvere senza mai ascoltarlo.
Ancora anni dopo venuto il momento di fare pulizia decisi che, prima di buttare via, almeno un ascolto era dovuto e fu così che cambiai idea su Springsteen.
Un riascolto di Springsteen live lo consiglio sempre, poi se proprio il gusto non lo tollera pazienza.
@Mauro
Se è per questo io dentro mi sento ancora il bimbo di 4 anni però sono vecchio lo stesso.
Per intenderci sabato ho evitato di andare a drogarmi al molo street parade e mi sono, molto più sobriamente, ubriacato ad un matrimonio.
giugno 25, 2015 at 11:35 am
è perchè da piccolo ti dicevano che eri nato grande!
come per giovanotti,anche vecchioni ha trovato un paio di jolly nella sua carriera.
ricordo un tour di elvis costello che aveva piazzato sul palco la ruotona della fortunona:centocinquanta canzoni e faceva girare la ruota.
se capitava due volte la stessa la risuonava,ma con un arrangiamento diverso.
@antonio:vecchio è mo padre a ottantatre anni,io mi sento ancora lo stesso pirla dei diciotto.
con molta esperienza,va detto,ma sempre quel timido,natovecchio,
che pareva intelligente e profondo e poi…