Uno di noi.
giugno 25, 2015
“Oh.”
“Eh.”
“La rivista Forbes l’ha definito grande imprenditore.”
“Ho letto. Un manager modello.”
“Magnate di occhiali.”
“Distillatore di vodke.”
“Ha creato un mondo.”
“E che mondo. Il nostro.”
“Bravo. Il nostro mondo.”
“Un mondo di occhiali.”
“Un mondo di vodke.”
“Di macchine con l’interno in pelle di biscia.”
“E l’esterno in maculato giungla.”
“Macchine da parcheggiare dove capita.”
“Ma anche dove finisci la benzina. Così, di colpo, spontaneamente.”
“Era ora che qualcuno capisse quanto bene ha fatto.”
“Davvero. Era ora. Io mi sento molto vicino a lui. Ho vissuto esperienze simili. Come quella volta che ero nudo in strada a Riccione vicino a un albergo, due tipi mi raccolsero sulla loro auto e mi offrirono una piadina.”
“Ti filmarono?”
“Eh, purtroppo no. Era trent’anni fa. Mica c’erano i cellulari con telecamera. Però fui riconoscente.”
“Ah. Come?”
“Beh, puoi capirlo. Erano anni allegri. Ti facevi dare una botta dietro: e dopo non ci si pensava più. Pensa che quella volta mi feci dare due botte: una da chi guidava e l’altra dal suo amico. Ma con simpatia, senza malizia. Che spensieratezza.”
“Già. Che bei momenti. Però vedi: a chi sta al suo livello, può capitare di farsi trovare nudo fuori da un cinque stelle super a Milano. Mica fuori da una pensione a Riccione.”
“Beh, certo. Così fa tutto un altro effetto. Lui ha stile. Anche l’andar per trans: se lo fai senza cocaina, che gusto c’è?”
“Mah, nessuno. Ti sembra di andar con un gemello di Franco con le tette. Invece con due belle tirate di roba buona diventa tutto diverso.”
“Appunto. Insomma: lui ha tracciato la strada. Ha fatto bene Forbes a capirlo.”
“Infatti. Vabbè, ora siamo tutti più contenti. Ci sentiamo un po’ importanti anche noi.”
“Bravo. E’ proprio questo, l’evento. Ciao.”
“Ciao.”
(In sottofondo: John Newman, Come and get it. State bene. Ghino La Ganga)