La-famiglia-Fassi-nel-loro-locale-di-Asti

 

 

Era il Maggio novantaquattro.  Da Rimini eravamo diretti al salone dell’auto di Torino. Pranzammo lì sul Tanaro. Il cibo era senz’altro buono, ma a colpirci ancora di più era l’atteggiamento del personale. Nessun sussiego del tipo: siete in un posto famoso, state zitti e non disturbateci . Semmai: sembravano molto preoccupati loro di disturbarci. Erano cauti, tranquilli. Il carrello dei dolci ce lo portò una gradevole ragazza mora. Sorrideva a tutti, serena. Quel sorriso l’ho rivisto nelle foto sui giornali: era il sorriso della donna uccisa nella sua tabaccheria di Asti. Son rimasto incredulo davanti alla scena descritta dal rapinatore omicida: la donna si sarebbe messa ad urlare forte. Leggo oggi che i genitori della povera donna uccisa –  quelli che assieme a lei erano così cauti e tranquilli nella gestione del loro ristorante sul Tanaro – vogliono pagare le spese mediche della figlia dell’omicida, una bambina afflitta da una rara patologia. Sembra paradossale. Eppure faccio meno fatica a crederlo.

State bene.

Ghino La Ganga