A Casa di Monica.
agosto 22, 2015
“Oh.”
“Eh.”
“Ma insomma: a casa di Monica ci sei stato o no?”
“Sì. Ci sono stato. Sono stato a letto con lei in casa sua.”
“Ma come hai potuto? Lo sai o no che donna è?”
“Lo so. E’ stato un errore. Però non vuol dire che sono connivente.”
“CoNVivente?”
“No, no: coNNivente. Non sono connivente.”
“Scusa, ma che cazzo vuol dire? “
“E che ne so? Mettiamola così: vuol dire che siamo stati a letto insieme a casa sua, ma poi ognuno è tornato a farsi la sua vita. Ecco.”
“Ah. Però è stato un errore.”
“Certo. Un errore. Anche un errore grave, se vuoi. Ma non una connivenza.”
“Mh. Ma lo rifaresti?”
“Eh, beh. Certo. E’ pur sempre una bella figa.”
“Scusa, ma non avevi appena detto che è stato un errore?”
“Sì. Ma un conto è ciò che Monica ha fatto nella sua vita, un altro è la bella figa che essa è. E la bella figa che è in lei, come si sa, va sempre considerata.”
“Ah. Ora mi concentro e provo a capire.”
“Bravo. Ciao.”
“Ciao.”
(In sottofondo suggerisco: David Bowie, Suffragette City. State bene. Ghino La Ganga)