Ma allora di che parlavate?

settembre 28, 2015

Rossana Rossanda

Rossana Rossanda

Cosa era il comunismo per Ingrao?
“Cosa fosse nei suoi pensieri non lo so. Dello sviluppo dell’Urss, della Cina e di Cuba non abbiamo mai parlato, né lui ha scritto nulla. Però va fatta un’osservazione: la storia del comunismo reale di questi paesi non l’ha fatta lui come non l’ha fatta nessuno di noi. Se la storia è andata come è andata, chiunque di noi oggi può dire “forse ho sbagliato anche a tentare”. A Pietro non è venuto mai questo dubbio, di avere cioè sbagliato anche a tentare”.

Della parola comunismo voleva preservare il valore evocativo?
“Non credo, piuttosto ritengo che lui pensasse che fosse il solo modo di uscire da una crisi molto grave della società contemporanea”.

(E’ un estratto dall’ intervista rilasciata da Rossana Rossanda a Giovanna Casadio e pubblicata su L’Espresso. Nella mia vita, io non sono stato granché di sinistra. Se però lo fossi stato convintamente, e leggessi oggi l’intervista di cui sopra,   mi chiederei come ho fatto per decenni a credere in sedicenti intellettuali di sinistra:  i quali, quando parlavano, omettevano di discutere non solo di comunismo, ma pure dell’Urss, della Cina e di Cuba, e della parola stessa comunismo non sapevano bene che fare. Un po’ come se due sedicenti esperti di calcio si scordassero di parlare non solo di gol, ma pure del Barcellona, del Liverpool e del Bayern Monaco,  ed avessero caro il fuorigioco in primis perché la parola suona bene, indi perché è un possibile schema tattico da usare alla disperata quando la partita va in vacca. La storia di Ingrao che caccia la Rossanda e gli altri del Manifesto, poi li insegue per unirsi al gruppo, poi discute con esso – senza che l’uno capisca nulla dell’altro e viceversa,  secondo la rossandiana logica del non detto e del conseguente fraintendimento –   va riletta ora come un capolavoro dell’assurdo: resta da capire come si sente oggi chi li ha seguiti. Secondo me, abbastanza di merda. Anzi: proprio di merda, ecco. State bene. Ghino La Ganga)