Se però capitasse a me.
ottobre 20, 2015
Le risposte di alcuni conoscenti di dichiarata appartenenza progressista , da me richiesti di un parere sul caso del pensionato milanese che ha ucciso il ladro entratogli in casa, sono state tutte o quasi dello stesso tenore: non è ammessa una giustizia privata, il pensionato milanese ha sbagliato, loro sono fiduciosi nella giustizia. Però tutti hanno glissato quando ho chiesto che avrebbero fatto al posto del pensionato. Risposte che mi hanno ricordato quelle di altri conoscenti di dichiarata fede cattolica, da me richiesti di un parere sui casi di pedofilia che coinvolgevano sacerdoti: questi ultimi sarebbero stati giudicati da Dio, quei fatti comunque non minavano la loro fede. Però preferivano non dire cosa avrebbero fatto al posto del padre del bambino abusato dal sacerdote.
State bene.
Ghino La Ganga
ottobre 21, 2015 at 5:49 PM
Col cacchio che avrei cercato di rianimarlo e col cacchio che avrei chiamato la polizia.
Salvo vicini impiccioni e rompicazzo, viaggetto nei boschi, pala, un po’ di calce viva e via.
Chi vuoi che lo vada a cercare?
ottobre 22, 2015 at 10:43 am
@MadDog:
cara amica, l’immaginarTi scrittrice delle sceneggiature di Tarantino mi inorgoglisce e mi è di grande conforto.
Tieni dunque a conto la frase del Tuo commento, perchè mi pare una perfetta “line” da inserire nel dialogo di una scena al posto di polizia, dopo un omicidio.
Grazie, stai bene.
Ghino La Ganga
ottobre 21, 2015 at 7:45 PM
Non so come siano andate le cose per il pensionato, ma in generale sarebbe sempre meglio non coinvolgere carabinieri, polizia, magistratura, che possono intervenire solo a fatti già accaduti, quindi solo facendo perdere tempo e denaro. Quello che va fatto è essere previdenti, bisogna aver già pronta una stanza in cui mettere un serbatoio in acciaio inox da almeno 600 litri per la fermentazione del vino (ne vendono a meno di 400 euro) e tenere pronti almeno 10 kg di idrossido di potassio (occhio che è igroscopico quindi tenere lontano dall’umidità). L’intruso preferibilmente non va ucciso con una pistola, ma tramortito con un taser, sedato con una overdose di benzodiazepine e ucciso con cloruro di potassio, entrambi somministrati per via endovenosa. Questa procedura è silenziosa e pulita, riducendo al minimo la dispersione dei tessuti della vittima. Se siete soli potrebbe essere un problema introdurre il cadavere nel serbatoio, quindi bisogna tenere pronto un argano elettrico, che se usato opportunamente è utile sia per trascinare il cadavere nella stanza sia per introdurlo nel serbatoio. Dopo aver inserito il cadavere, sommergerlo con acqua e poi aggiungere 4 kg di idrossido di potassio per ogni 70 kg di cadavere, se si tratta di una donna è necessario usare 5 kg per ogni 70 kg perché in quel caso la percentuale di massa grassa sarà superiore. Il tasso di idrossido di potassio necessario sale ulteriormente in caso di un cadavere obeso (in generale sarebbe preferibile non ammazzare gente obesa). Attenzione che la dissoluzione in acqua è fortemente esotermica, quindi l’idrossido va aggiunto poco per volta, indossate inoltre guanti e occhiali protettivi. Il tempo necessario per la completa idrolizzazione del cadavere dipende dalla temperatura del fermentatore, a 20° C entro una settimana dovrebbe essere tutto liquido tranne i residui di fosfato di calcio derivati dal tessuto osseo, insolubili ad elevato pH. Se invece si scalda il fermentatore fino a temperatura di ebollizione della soluzione, in poche ore la reazione va a completamento. Il liquido può essere eliminato nella rete fognaria o usato come fertilizzante se il pH viene corretto con acido fosforico o solforico (attenzione che l’acidificazione rende insolubili gli acidi grassi, quindi non acidificare nel serbatoio). Dopo aver estratto il liquido usando il rubinetto posto alla base del fermentatore, il residuo insolubile può essere eliminato con un lavaggio acido. L’acido più indicato è sempre il fosforico, meglio non usare il cloridrico per evitare fenomeni di corrosione nel serbatoio, che eventualmente potrà essere riutilizzato. Evitare anche il solforico, perché il solfato di calcio è insolubile.
Lavare tutte le superfici con un detergente professionale per pavimenti (quelli usati per le macchine lavapavimenti), per il momento senza usare candeggina. La candeggina sarà utile per un lavaggio finale, ma va invece evitato il contatto con quantità significative di tessuti biologici, perché dà luogo a composti tossici e dall’odore intenso e persistente. Dopo aver lavato ogni superficie, testare che siano effettivamente prive di residui della vittima usando acqua ossigenata come tester. Ogni tessuto biologico include un enzima estremamente efficiente, la perossidasi, che decompone l’acqua ossigenata in ossigeno e acqua, producendo una schiuma ben visibile. Lavare scrupolosamente ogni superficie fino a quando risulta positiva al test dell’acqua ossigenata. A quel punto eseguire un lavaggio finale con candeggina. Ovviamente la candeggia non va mai applicata dopo un lavaggio acido o dopo un detergente a base ammoniacale, assicurarsi che il detersivo per pavimenti sia quindi basico e senza ammoniaca, oppure eseguire l’ultimo lavaggio con una soluzione di carbonato di sodio (soda).
Finora non ho affrontato il problema dei 2-3 kg di batteri contenuti nell’intestino, che rilasciano cattivi odori durante la disgregazione del corpo. Se vi trovate in un appartamento bisogna far molta attenzione, quindi si dovrebbe applicare un ricadere alla valvola di sfiato e un filtro a base liquida. Il ricadere è una serpentina di raffreddamento in cui viene fatta scorrere acqua fredda, serve per far condensare la soluzione e farla appunto ricadere nel fermentatore (questo strumento di vetro è in dotazione in ogni laboratorio chimico e può essere acquistato per poche decine di euro), indispensabile se si opera ad alta temperatura, ma utile in ogni caso per limitare le emissioni. Il filtro liquido invece deve essere collegato al ricadere attraverso un tubo di polietilene in modo che ogni emissione che superi il ricadere venga fatta gorgogliare in una soluzione di acido cloridrico, che assorbe le ammine e i composti eterociclici responsabili del caratteristico odore di merda. Quindi nessuna emissione deve uscire dal fermentatore senza prima passare da ricadere e filtro acido. Se si vuole essere scrupolosi si possono applicare più filtri in serie, per esempio un filtro liquido a pH 7 tamponato prima del filtro acido e uno a carbone attivo dopo quello acido. Per assicurarsi che la reazione non produca schiuma, che possa intasare i filtri, aggiungere al fermentatore un agente anti-schiuma.
Dato che operare in questo modo è contrario alle leggi del cosiddetto Stato italiano e lo sarebbe pure invitare qualcuno a seguire queste indicazioni, preciso che si tratta di una nota di carattere letterario, deve essere immaginata come scritta da un personaggio di finzione nel contesto di un romanzo noir.
ottobre 22, 2015 at 10:49 am
@procellaria:
notevole, anche il dettaglio della maggiore massa grassa presente in un corpo femminile.
Mi ricorda – per alcuni aspetti – la ben più breve spiegazione resa da “Testarossa” (l’attore Alan Ford) sul come far sparire un cadavere in una porcilaia, nel film “The Snatch” di Guy Ritchie.
Devo averlo già detto, ma Il Tuo permanere tra i lettori di questo blog un po’ mi lusinga, un po’ m’inquieta.
Stai bene.
Ghino La Ganga