La Belén.
dicembre 24, 2015
Nei primi anni duemila a Rimini arrivarono le argentine. Si disse che fosse per via della crisi dalle loro parti. Secondo altri fu effetto della smania di Italia che aveva affascinato tante donne nel mondo, ad est come ad ovest come a sud. A nord? No, a nord molto meno che in passato. Fatto sta che, nel giro di poco, tante ragazze immagine delle discoteche della zona parlavano lo strano castigliano del quartiere Balvanera di Buenos Aires. Erano belle, le argentine. Capelli fluenti, corpo flessuoso e sinuoso, sorriso assassino, modi simpatici. Ridono tanto e han sempre la parola giusta per tutti, fu l’estatica osservazione di un conoscente che frequentava i ballabili. Parecchie si fidanzarono: i maschi della zona e del resto d’Italia accorrevano in massa, per le belle dei barrios non c’era che l’imbarazzo della scelta. Pian piano, le argentine sparirono dai locali. Ne rimasero alcune. Sempre belle? Sì, ma ma meno delle altre. Un giorno, il conoscente commentò deluso: pensa che adesso fa la strafiga una capellona secca secca, con lo sguardo un po’ tonto, che quando parla sembra Speedy Gonzales. Me la indicò per strada. Traccheggiava sui tacchi, l’aria persa nel vuoto. In effetti, non mi fece una grande impressione. Salvo che per la magrezza. Molti però si giravano a guardarla allupati. Saran contenti, ora che dice d’esser tornata libera.
State bene.
Ghino La Ganga