Chissene day.
gennaio 31, 2016
Alla fine erano in tanti, come mi aspettavo. Tutti felici, con un presidente di regione in occhialini rossi ed un altro presidente di regione in sciarpona da tupamaro: così la lotta per la famiglia tradizionale veniva meglio e non si poteva dire che essi fossero lì solo a far tappezzeria. L’ordine di scuderia era quello di non parlare sebbene interrogati, sicché alle varie televisioni questuanti son stati elargiti pochi frammenti: ad esempio, su Sky Tg24 è passata la breve intervista ad un padre di cinque figli, il quale ha detto che se gli venisse su un figlio gay , insomma, lui lo accetterebbe; ma se poi ‘sto figlio gay gli dicesse proprio: “papà, sono gay“, ecco, allora le cose si complicherebbero. Sospetto che alla massa fosse stata offerta una qualche forma di pacchetto tutto compreso. Una sorta di forfait assommante viaggio/pranzo/caffè , così da rendere la scampagnata più conveniente alle famiglie numerose, quelle tanto gradite all’animatore turistico argentino: il quale è strano non si sia espresso con forza, poiché la gita fuori porta con gioco aperitivo è proprio il suo core-business. In fondo, nell’anno 2000, a portar tantissimi papa-boys and papa-girls a Roma era stata una vincente formuletta: settimana di ferragosto nella città eterna a sole trecentomila lire, tutto compreso, mangiare-bere-dormire. E pure scopare, stante l’imponente massa di profilattici raccolta nelle seguenti settimane sul luogo spirituale. Benché sian passati sedici anni, la logica sembra rimasta quella: una bella scampagnata a parlare di famiglia e valori, finita la quale si torna a casa e si ricomincia, nessuno escluso, a farsi beatamente i cazzi propri e a fregarsene se non ci sono asili ed opportunità per tutti, e dei figli di gay o di etero chissenefrega. Non fanno eccezione le genti di sinistra, perfino quelle giovani: due giorni fa l’esponente di un centro sociale di Rimini s’è messa a tuonare sui giornali, maledicendo l’omologazione del pensiero, la privatizzazione degli spazi pubblici e l’invadenza dello stato nella vita dei cittadini. Pensavo arrivasse a lanciare strali contro gli incombenti Family Day e Jennifer Lahl. Invece era incazzata perché aveva parcheggiato in divieto e l’avevano multata.
State bene.
Ghino La Ganga
gennaio 31, 2016 at 2:22 PM
Tutti marxisti col parcheggio degli altri disabili.
Stammi bene.