Don Crimineo 1.

ottobre 25, 2016

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In aggiunta a Don Zozzeo, segnalo all’inerte Antonio Campo Dall’Orto che le notizie di stampa offrono, ancora una volta, il plot per una nuova serie Rai dedicata ai sacerdoti, con particolare riferimento  a quelli  che, con il loro agire, solo del bene fanno al nostro paese.

Protagonisti:

  1. Un sacerdote della Locride che sfida il divieto della Questura di Reggio Calabria, minacciando il ricorso al Ministro dell’Interno ( sic) pur di celebrare il funerale pubblico di un noto affiliato alla locale ‘ndrangheta, da lui definito ” un pover’uomo” ; poi  alla fine celebra prima il rito privato, indi quello pubblico ;
  2.  Il Vescovo di Locri, che sostiene il sacerdote  e definisce il defunto “un padre di famiglia“.

Per gli sviluppi delle puntate non resta che seguire le notizie sui giornali  ( tra i tanti, http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/24/plati-il-parroco-contro-il-divieto-di-funerali-allesponente-dei-clan-in-chiesa-comando-io-non-lo-stato/3118530/  ).  Però anche stavolta voglio i diritti sul titolo. Eh.

State bene.

Ghino La Ganga

 

Don Zozzeo 1.

ottobre 21, 2016

Antonio campo Dall'Orto

Antonio campo Dall’Orto

Antonio Campo Dall’Orto sembra sempre avvolto da uno strano torpore. Poveretto. Un po’ è fatto congenito. Un po’ dipende dalla sua antica frequentazione di Giorgia Surina: una che dopo due minuti di conversazione avrebbe rincoglionito anche Einstein. Io dunque rivolgo ad Antonio Campo Dall’Orto una prece:  lo esorto affinché egli si scuota,  commissionando subito ai suoi sottoposti Rai una fiction. Questa fiction deve avere come protagonisti:

a)un prete di Palermo sedicente esorcista, il quale zompa addosso a donne che si presumono invasate, di qualunque età esse siano, e chiama le copule sessuali alle quali le sottopone “preghiere di guarigione“;

b) un colonnello dell’esercito anch’egli di Palermo, assai religioso e credente, il quale, alle donne presunte invasate che si lamentano delle mani addosso del sacerdote, lancia massime come: ” è lo dimonnio della lussuria che hai dentro a condizionarti, lascia fare  allo prete ed anche un po’ a me“;

c) un gruppo di donne di qualsivoglia età e sedicenti invasate, possibilmente del sud: così si ambienta tutto lì, tra Palermo e Napoli, riciclando i set di Montalbano ed i dialoghi di Un posto al sole .

Per la la fiction non si devono pagare nemmeno diritti: è tutto sui giornali di oggi.  Per scrivere i plot delle serie seguenti basta attendere gli aggiornamenti giudiziari. Suvvìa, Antonio. Muoviti. Sei diventato un adulto. Credi in te stesso, smetti di credere in Matilde Bernabei.

State bene.

Ghino La Ganga

P.s. : Però almeno sul titolo voglio i diritti. L’ho pure cambiato, Don Zozzeo mi sembra più incisivo. Eh.

Disclosures.

ottobre 18, 2016

 

 

“Oh.”

“Eh.”

“Ora la rifanno. La voluntary disclosure, intendo.”

“Già. Avevo giusto un milione di euro in contanti nello scantinato, non vedevo l’ora di dichiararlo e depositarlo in banca. Infatti uno si stanca, a furia di usarlo un po’ per volta per pagare la spesa, la benzina, la mancetta ai figli, i ristoranti, gli alberghi ad ore, la spa, l’estetista, il parrucchiere, l’apericena, il taxi, i regali alle feste, il telefonino nuovo, i gratta e vinci, il punto Snai, gli artigiani in nero, le escort, le somme fino a tremila euro.”

“Bravo. Vero che prima o poi ti stanchi? Son lunghi a finire, un milione di euro. Io ne ho mezzo nel controsoffitto e mezzo in una cassetta di sicurezza intestata al mio gatto. Dopo un po’ anche lui, poverino, si era rotto le palle di rinnovare le deleghe a me. “

“Certo. Come dargli torto. Io però speravo in qualcosa di più. Ad esempio: tu lo sai che io e Franco ci scopiamo la figlia di Guido, no? Quella minorenne,  con le tette già rifatte in Svizzera.”

“Ah, sì. Lo so. Deve dare grandi soddisfazioni. Certo, se lo scopre Guido…”

“Ecco, appunto. Se Guido viene a sapere che spagnole fa sua figlia a me e Franco con le tette nuove, beh: son dolori. “

“Giusto. Dunque?”

“Io vorrei una voluntary disclosure anche per quello. Mi spiego. Io e Franco ci presentiamo a Guido e gli diciamo: è vero, abbiamo scopato tua figlia per un tot di volte, ora però sulla base della voluntary disclosure vogliamo dirtelo: tu ci perdoni, noi ti riconosciamo un tot, ad esempio il 35% previsto dalla legge. Anzi, te lo riconosce tua figlia.”

“Come sarebbe?”

“Sarebbe che faceva delle spagnole da urlo, ma voleva cento euro a botta, cinquanta a testa. Oh: era brava, non guardava al tempo, faceva tutte le sigle possibili, aveva messo su una tecnica notevole. Però erano comunque e sempre cento euro a botta. Son soldi che si è presa lei. Tutti in nero.”

“Eh, ma è vero. Dunque il prelievo del trentacinque per cento il Guido dovrebbe applicarlo a lei, la furbina. Che in un paio di anni in pratica si era già ripagata le tette. “

“Ma che ripagata e ripagata. Le tette gliele aveva  pagate suo padre Guido, ha usato i soldi scudati del Milleproroghe 2009.”

“Detto tra noi: quella legge lì era anche meglio. Mica lasciava aperti dei gran casini.”

“Vero. Purtroppo adesso al governo abbiamo solo un imitatore dilettante. Che vuoi farci?”

“Ah, nulla. Vabbè: speriamo che amplino la fattispecie, così tu e Franco vi mettete a posto con Guido. Dài, ci sentiamo. Ciao.”

“Ciao.”

(State bene. Ghino La Ganga)

Un nobel non si nega.

ottobre 14, 2016

 

 

 

 

(Nella serie infinita di  rime e versi divenuti luoghi comuni di loro stessi, l’unica cosa di Bob Dylan che negli anni ho sempre trovato originale per parole e messa in scena è questa qua. State bene. Ghino La Ganga)

 

Alla fine di Fo.

ottobre 13, 2016

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Dario Fo

 

 

Dovrei scrivere di quando vidi Mistero Buffo e lo trovai divertente, di quando assistetti ad una bellissima prima di Lu Santo Jullare Francesco, di come mi capitò di ritrovare alcuni suoi vecchi caroselli e di constatare che perfino in quelli aveva spunti notevoli. Invece adesso mi ricordo solo  di quando sosteneva Soccorso Rosso per difendere le Brigate Rosse e gli incendiari assassini di Primavalle, e di che  aspetto ha suo figlio Jacopo.

State bene.

Ghino La Ganga

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Prima o poi salterà fuori che  l’Istat  è segretamente diretto da Gianluca Vacchi.

State bene.

Ghino La Ganga

 

 

Adesso cominciano a litigare tra loro gli artisti ex di sinistra. Hanno imperversato dalla stessa parte per decenni,  avendo come unico collante del loro (mica tanto) recente passato l’essere  stati antiberlusconiani de fero. Portatori di personalità insopportabili: che però, in virtù del contenere una presunta saggezza, permettevano loro di fare i pesci pilota delle masse. Beninteso:  masse  venute su a colpi di diari Smemoranda, battute di Lia Celi e seggi europarlamentari di Michele Santoro. Il vederli oggi  schierati l’un contro l’altro sul referendum costituzionale, li rappresenta crudamente per quel che sono: un gruppo di anziani che deve arrivare a fine mese. Operazione che pare essere difficile perfino per chi non se la passò male, tra premi e spettacoli: ma che oggi, evidentemente, deve comunque trovarsi un ruolo, perché le giornate son lunghe, perfino se hai ancora la moglie vivente a fianco; anzi, forse proprio per quello. Qualcun altro intanto la butta sul revival: è di ieri l’altro la notizia che Romeo Castellucci riporta in scena la versione originale della sua vecchia Orestea, quella prodotta dalla  Societas  Raffaello Sanzio  giusto giusto nel 1995. Sul palco con lui tornano dunque: due cavalli, un asino e sei macachi vivi, che già all’epoca destarono un certo scalpore. “Perché i macachi che gridano hanno un significato preciso: sono le Erinni che tormentano Oreste”,  ha  affermato il Castellucci sul Corriere di Rimini ( 04 ottobre 2016, pag.25). Ah, ecco.

State bene.

Ghino La Ganga

Per nascita.

ottobre 4, 2016

 

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Perché non credo nell’umanità?  Beh, che domande. Sono pur sempre nato  a Rimini.

State bene.

Ghino La Ganga

Il peccato è peccato.

ottobre 4, 2016

 

Lei ha parlato del gender che distrugge il matrimonio. Come pastore che cosa direbbe a una persona che soffre da anni con la sua sessualità e che sente che la sua identità sessuale non corrisponde a quella biologica?

«Io ho accompagnato nella mia vita di sacerdote, di vescovo e anche di Papa persone con tendenza e con pratica omosessuali. Li ho accompagnati e avvicinati al Signore, alcuni non possono… Ma le persone si devono accompagnare come le accompagna Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, lui sicuramente non dirà: “Vattene via che sei omosessuale!”. Quello di cui ho parlato è la cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento della teoria del gender. Mi raccontava un papà francese che a tavola stava parlando con i figli, e ha domandato al ragazzo di dieci anni: “Tu che cosa voi fare da grande?”. “La ragazza!”. E il papà si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria del gender, e questo è contro le cose naturali. Una cosa è che una persona abbia questa tendenza o questa opzione, o anche chi cambia il sesso. Un’altra cosa è fare l’insegnamento nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità. Queste io le chiamo “colonizzazioni ideologiche”. L’anno scorso ho ricevuto una lettera di uno spagnolo che mi raccontava la sua storia di bambino e di ragazzo. Prima era una bambina, una ragazza che ha sofferto tanto. Si sentiva ragazzo ma era fisicamente una ragazza. Lo aveva raccontato alla mamma dicendo di voler fare l’intervento chirurgico. La mamma le ha chiesto di non farlo mentre lei era viva. Era anziana, è morta presto. Ha fatto l’intervento, ora è un impiegato di un ministero in Spagna. È andato dal vescovo e il vescovo lo ha accompagnato tanto. Un bravo vescovo questo, “perdeva” tempo per accompagnare quest’uomo. Poi si è sposato, ha cambiato questa identità civile e lui – che era lei ma è lui – mi ha scritto che sarebbe stato di consolazione venire da me. Li ho ricevuti. Mi ha raccontato che nel quartiere dove lui abitava c’era un vecchio sacerdote, il vecchio parroco, e c’era il nuovo. Quando il nuovo parroco lo vedeva, lo sgridava dal marciapiede: “Andrai all’inferno!”. Il vecchio, invece, gli diceva: “Da quanto tempo non ti confessi? Vieni, vieni..”. La vita è la vita, e le cose si devono prendere come vengono. Il peccato è il peccato. Le tendenze o gli squilibri ormonali danno tanti problemi e dobbiamo essere attenti a dire che tutto è lo stesso: ogni caso accoglierlo, accompagnarlo, studiarlo, discernere e integrarlo. Questo è quello che farebbe Gesù oggi. Per favore ora non dite: il Papa santificherà i trans! Già mi vedo le prime pagine dei giornali… È un problema umano, di morale. E si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità, ma sempre col cuore aperto».

(Estratto della torrenziale intervista a Papa Bergoglio pubblicata ieri su La Stampa, articolo di Andrea Tornielli. L’insieme è micidiale: il Papa parte mellifluo, poi si scatena con la storia delle colonizzazioni ideologiche. Indi riporta tutto al peccato, con l’aneddoto del vecchio parroco sussurrante quel “Da quanto tempo non ti confessi? Vieni, vieni…“. Aneddoto che non solo prelude a tristissimi scenari di pesante espiazione, ma chiarisce una volta per tutte che comunque non si scappa: per la Chiesa chi è omosessuale è un peccatore, chi cambia sesso è un peccatore. Hai voglia a fare storie, con tutte quelle aperture e quei volemose bene: peccatore era e peccatore resta. E comunque: visto che, nonostante tutte le fregnacce clamorose ed offensive udite dai prelati negli ultimi anni, l’omosessuale ed il cambiatore di sesso sono rimasti credenti, la Chiesa  mica può perdere clienti del genere. Risalgono in giostra,  confessano di vivere “contro le cose naturali” (sic) e ci scappa pure il viaggio premio all’animatore turistico argentino che fa il Papa. Eh. State bene. Ghino La Ganga)

 

 

Tra bulli e tromboni.

ottobre 3, 2016

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Assistere al confronto tra Zagrebelsky e Renzi, per me, ha significato null’altro che assistere all’eterno confronto tra due ben precise personalità italiche. Da un lato il trombone professore, da sempre logorroico ed incapace di comunicare  il proprio sapere,  ora restio a farsi da parte nonostante gli evidenti limiti di età:  dunque responsabile dell’allontanarsi progressivo dei giovani da qualsivoglia voglia di approfondimento culturale e scientifico in questo paese, e del loro coincidente e crescente desiderio di approfondire cultura & scienza in qualsiasi paese che risulti diverso dall’Italia. Dall’altro lato il bullo di provincia, che si è laureato  a furia di buchi, puffi, bignami e fotocopie: però bravo a spacciarsi per genio in virtù della costante capacità di capeggiare  lupetti & scout, probabilmente sostenendo che il modo migliore di eseguire il saluto di akela è il prodursi in un vaffanculo con l’avambraccio. Tra quel trombone e quel bullo  si barcamenano  quelli come me: scoglionati e rintronati dalla mezza età, dalle tasse, dai contributi previdenziali e dalle tremende facce che passano sugli schermi.  Verrebbe voglia di andare a votare qualcosa, se almeno servisse ad eliminare definitivamente dalla scena uno dei due squallidi figuranti.

State bene.

Ghino La Ganga