Club Tropicana ha chiuso.
dicembre 26, 2016
Partito come meteora annunciata negli Wham! nel 1982, George Michael finì invece per essere, da solista, una delle figure simbolo di quel decennio e pure di quello seguente: si destreggiò alla grande tra un’azzeccata quanto fondamentale canzoncina di natale (triste coincidenza, vista la data del decesso) , mille giravolte sul fianco, capelli cotonati e felpe multicolore, poltrone da piscina, lentacci su storie di corna fatte e tantissime ragazzine adoranti. Sapeva interpretare bene il soul, e, se si fosse specializzato in via esclusiva nel crearlo, sarebbe risultato senz’altro meglio di tanti figuranti ben più celebrati: aveva discreta voce e buona inventiva, i suoi testi erano correttamente pop, seppure talvolta appesantiti da abusi del condizionale (A Different Corner veniva usata come esercizio di coniugazione in un corso di inglese dalle mie parti). Ogni tanto invece sbandava verso un rock improbabile. Non sarebbe stato un dramma, se egli non avesse al contempo sviluppato una cialtroneria caratteriale, che lo portava a cacciarsi in sciocchi guai nelle toilette di quart’ordine, e a non chiarire definitivamente al partner del momento le sue preferenze: pare che la povera Geri Halliwell gli sia stata dietro per anni, costantemente spiazzata dai suoi cambiamenti di rotta sessuale, e che alla fine se ne sia andata – contravvenendo dunque ad una di lui canzone – senza prima svegliarlo. Comunque: dispiace che sia morto, alla fine era un buon diavolo ed alcuni suoi brani sono belli ancora oggi.
State bene.
Ghino La Ganga
dicembre 26, 2016 at 7:19 am
Dispiace.