Era già noto.
marzo 23, 2017

L’attentato di Londra
Il dopoattentato assomiglia ormai al dopofestival: salta fuori che il nome del protagonista già si sapeva, già da mesi era noto agli addetti ai lavori. Visto che però un attentato non è una canzone, resta da capire perché la fama dell’interessato non abbia prodotto non dico un suo arresto, ma almeno un suo pedinamento od una limitazione dei suoi spostamenti. Un poliziotto che conoscevo mi diceva: i migliori risultati si ottengono rendendo la vita difficile a chi è tenuto d’occhio. Bisogna sottoporlo a fermi, controlli, perquisizioni, a tutte le ore del giorno e della notte. A volte è bene ripeterli anche a distanza di poche ore: sono cose che fanno saltare i nervi. Il tizio si arrabbia, reagisce male, ed hai il motivo per portarlo dentro. Una volta che esce, si ricomincia il giro, fino a quando non capisce lui stesso che è bruciato , o lo capiscono quelli che lo spingono. Il poliziotto che conoscevo sintetizzò: Il terrorismo lo devi portare nelle vite dei terroristi. Perché è allora che cominciano ad odiarlo pure loro.
State bene.
Ghino La Ganga
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marzo 23, 2017 at 3:52 PM
C’è sempre qualcuno pronto a farlo uscire e, magari, risarcirlo per il disturbo arrecatogli.