Rifugiato ed ignorato.
ottobre 31, 2017
“Oh.”
“Eh.”
“Guido mi ha beccato che mi scopavo sua moglie.”
“La Francesca?”
“Guido ha altre mogli?”
“No.”
“Allora era la Francesca. Me la scopavo. E lui mi ha beccato.”
“Capisco. Reazione?”
“Bah, mi ha minacciato. Ha detto che mi faceva rimuovere.”
“Da cosa?”
“Forse dal suo letto. Ci ha trovati che lei era a messa a pecora e io dietro. Guido ha proprio detto: ti faccio rimuovere.“
“E tu? “
“Io sono rimasto fermo. L’ho sfidato con la mia passività.”
“Mh. Capisco. La situazione si è fatta tesa.”
“Sì. La Francesca protestava. Diceva : oh, insomma, cosa facciamo ? Io sono ancora a pecorina. Non ha colto che era una questione tra me e lui. Lei creava solo confusione. Le abbiamo detto entrambi di stare zitta.”
“Siete andati avanti molto?”
“Almeno un’ora. Guido nel frattempo ha ricevuto una telefonata di solidarietà da Franco.”
“Ah. Ma Franco sapeva che tu eri a casa di Guido e che Guido ti aveva beccato?”
“Sa che io ogni tanto mi scopo Francesca a pecora a casa sua, e che Guido torna spesso a casa prima. Insomma: immaginava che potesse succedere. Ma non ha fatto nulla per impedirlo.”
“Scusa, Franco cosa avrebbe dovuto fare?”
“Beh, ad esempio: convocare un tavolo di confronto.”
“Sarebbe servito?”
“Ad un cazzo. Però poteva provarci.”
“E insomma, come è finita?”
“Che dopo un’ora Guido è andato a pisciare. Io mi sono alzato, mi sono rivestito e prima che lui tornasse dal cesso sono uscito.”
“Lui non ti ha inseguito?”
“No. Secondo me gli ho evitato un problema. Però sono tornato a casa mia, sono entrato ed ho incontrato mia moglie.”
“Ah. Che ti ha detto?”
“Nulla. Secondo me sperava non tornassi.”
“Capisco. E tu? Che le hai detto?”
“Che ero un rifugiato politico.”
“Che ti ha risposto?”
“Ha alzato le spalle, mi ha guardato come fossi uno scemo. Poi mi ha detto di non rompere i coglioni ai vicini e che il pranzo era nel microonde, lei andava in palestra. “
“Beh, ti è andata bene. Nessuno ti ha picchiato.”
“Ma guarda, io alla fine ci speravo. Allora non gliene frega proprio un cazzo a nessuno di me e di quel che ho fatto!”
“In effetti…”
“Quanto sei stronzo.”
“Errore. Quanto siamo stronzi. Perché siamo in parecchi. Vabbè, buon pranzo. Ciao.”
“Ciao.”
( In sottofondo: Arcade Fire, Signs of Life. State bene. Ghino La Ganga)