Ogni volta sembra sia stata la campagna elettorale peggiore, ed invece no: la successiva scava più giù. Mai avuti tanti candidati premier così poco laureati, mai viste tante facce da governo così poco sveglie. Macerata e la sua Alfa 147 sono state per un po’ il centro del mondo: altro che Foligno ed il suo biliardo descritti anni fa da Eugenio Scalfari, oggi pressoché rincoglionito. Subito dopo han tenuto banco i bonifici photoshoppati dei cinquestelle e le sceneggiate progressiste di De Luca, padre e figliolo. Poi sono arrivati burian e neve, con quel tragicomico rimpallo via social apri-o-chiudi le scuole. Dalla Slovacchia sembra invece venire una chiave di lettura del perché la delocalizzazione sia così in voga da quelle parti: frotte di malavitosi italiani sono colà emigrati, probabilmente respirando in zona quel profumo di terra promessa che nel nostro paese non si annusa più da parecchio. Cos’altro? Ah, sì: le manifestazioni dei gggiovani. Ossia trenta di destra contro cinquanta di sinistra, in una squallida riproposizione bonsai di un passato, e di un linguaggio, che nemmeno il gusto vintage più estremo e becero pensavo potesse recuperare. La ciliegina finale è stata la prof che, mezza ‘mbriaca con birra in mano, insultava Polizia e Carabinieri. Di colpo ci ha fatto dimenticare le aggressioni che i genitori dei futuri cittadini riservano al corpo insegnante intero, colpevole di non valorizzare adeguatamente una mandria di rimbecilliti da smartphone e paroxetina. Ma sì, Italia, stai tranquilla: andremo a votare. Tanto la prossima volta sarà anche peggio.
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marzo 5, 2018 at 6:22 PM
Ti aspettavo al varco oggi…
marzo 6, 2018 at 10:51 am
@ruzino:
oggi invece no?
😀
Stai bene.
Ghino La Ganga