Giulia Sarti

 

Non puoi andartene così, Giulia. Solo perché ti sei innamorata di un ragazzo di Bucarest che diceva di essere un giornalista italiano e di pilotare jet militari rumeni ( che voglio dire: già lì…). Solo perché dall’agenda rossa sei passata al bonifico revocato. Solo perché si sono viste quelle tue poche foto seminuda su internet: quelle foto che, quando le cercavi, il computer si beccava un virus brutto brutto brutto che ha fatto la fortuna di vari centri assistenza di Rimini. Solo perché hai interrotto la campagna elettorale 2018 a metà, e sei stata eletta lo stesso. Solo perché non si legge un tuo intervento che sia uno sul tuo collegio elettorale: manco sulla frazione Viserba, dove pure sei nata e dove hai dato i primi calci ad un pallone. Insomma, Giulia, non puoi andartene così. Dopo avere chiesto consiglio a Rocco Casalino  e Ilaria Loquenzi, che tu pensavi fossero bravi come Age e Scarpelli, ed invece sono risultati molto meno brillanti di Ciprì e Maresco. Dopo un servizio delle Jene, trasmissione che per anni è stato il vero Tg del Movimento CinqueStelle e invece adesso per i tuoi amici  è solo il ritrovo di una banda di infamoni. Dopo che perfino i bagnini di Rivazzura stavano pensando di rivalutarti, poi di colpo hanno investito sulla Lega. Insomma, Giulia, non puoi andartene così. Devi dire qualcosa. Che so: lanciare un messaggio. Fare una dichiarazione. Esprimere un pensiero. Chiedere consiglio a qualcuno. Qualcuno che sia bravo. Insomma, quel capitò umano di Fico non può aiutarti? Si è anche laureato con una tesi sui neomelodici: non  può tirar fuori qualche strofa di Nancy Coppola e risolvere il tutto con la sua consueta inconsistenza? Dai, Giulia. Non puoi andartene così. Almeno lascia che prima ce ne andiamo noi.

State bene.

Ghino La Ganga

Meno cinquanta per cento.

febbraio 14, 2019

 

 

Gli italiani amano identificarsi in chi devono votare, ma non gli perdonano di essere più cretino di loro.

State bene.

Ghino La Ganga

Giuria.

febbraio 12, 2019

 

Uffa, quante inutili polemiche. Camila Raznovich, Serena Dandini, Claudia Pandolfi, Mauro Pagani, Beppe Severgnini, Elena Sofia Ricci, Joe Bastianich, Ferzan Ozpetek  hanno semplicemente fatto vincere un cantante i cui parenti abruzzesi votano già tutti Lega.

State bene.

Ghino La Ganga

Bolsi, beh.

febbraio 5, 2019

 

 

Guardi Sanremo e ti chiedi come mai  quest’anno tutto ti sembri così bolso. Sarà colpa del conduttore? Beh, mai come quest’anno la sua testa bianca ti è parsa bianca, mai come quest’anno la sua faccia ti è parsa fissa. Sarà il bisogno di far tutto in fretta? Beh, ventiquattro cantanti in poche ore impongono meno ciance, meno chiacchiere, esigono un rituale serrato ed impettito che ricorda quello dei congressi del Pcus dei tempi d’oro. Sarà allora la co-conduttrice, alla quale han messo morsa e bavaglio? Beh, poveretta, per lavorare tante volte deve star zitta ed andare avanti. Sarà l’altro co-conduttore? Beh, a furia di far macchiette è diventato infine capocomico: una carriera non da poco, considerata la traballante quanto arcaica provenienza ulivista-off. Sarà l’età dei partecipanti? Beh, ridendo e scherzando certi sono proprio cresciuti, eppure fanno ancora i ragazzini. In particolare uno: ha scavallato i cinquanta, lo tingono e lo vestono da gggiovane: però lo vedi che è un po’ spento, il poverino. Di colpo ti viene in mente chi è la sua manager. Beh, ora capisci.

State bene.

Ghino La Ganga