La candidata in lista.
aprile 22, 2009
La quota rosa l’imponeva: bisognava trovar donne.
Belle,brutte,laureate,diplomate,impiegate,precarie: andavan bene tutte.
Il più era convincerle, da quanto quell’ostia di candidato sindaco s’era messo in testa di far le cose perbene, cinquanta-e-cinquanta tra maschi e femmine.
Rinunzie dolorose,per far posto : Fanetti l’avevan mandato via perchè era vecchio;che di anni, alla fine, ne aveva solo sessanta ed era quello che si ricordava tutto,anche chi aveva pagato la tessera e chi no.
Ginatti?
S’era mandato a casa da solo,con quella storia dei brogli nell’assegnazione dei buoni casa per la riqualificazione del centro storico: cazzo,lo sapevano anche i sassi che aveva favorito figlio e figlia, che s’eran fatti la casa figa a spese del comune dopo aver comprato il rudere pericolante.
Fraschitti invece era come nel limbo.
Sperava di fare il sindaco, aveva fatto le primarie convintissimo.
L’avevan trombato per venti voti.
Non se l’era presa, non aveva lasciato il partito nè aveva fatto una lista per cazzi suoi.
Stava lì zitto.
Come uno che si vede passare la grande occasione davanti e sa che prima o poi tornerà a fare quel che faceva: l’assessore a vita,perchè porta consenso.
Agli altri.
Insomma: ci volevan donne,donne come se piovesse.
Sicchè al coordinatore Zippi venne in mente la Fregoli.
Cazzo: la Fregoli.
Era una bella gnocca,la Fregoli.
O meglio: era stata una bella gnocca,la Fregoli.
Adesso un po’ meno.
Però se girava per il paese si giravano ancora tutti.
Era poi una con la testa,la Fregoli: o almeno, così pareva.
Era stata tante cose,a dire il vero: tranne la laurea e un lavoro fisso,aveva avuto tutto.
Tre mariti,venti amanti, mille cortei, sei cineforum,quattro viaggi aiuto in Bosnia,cinque pellegrinaggi a Gaza,otto petizioni contro la discarica – che poi l’avevan fatta lo stesso – cento appelli contro il nucleare, con quel cartello arrugginito a inizio paese che era già vecchio quando l’avevan montato.
La misero in lista,lei accettò tutta contenta.
Cazzo,finalmente la grande occasione: la politica, quella vera.
Che non lo sapeva neanche lei,come la chiamavano in paese.
Meglio così,pensò Zippi.
Meglio così.
(I nomi,gli eventi,le circostanze del post sono frutto di fantasia. La loro coincidenza con fatti o persone reali è puramente casuale. State bene. Ghino La Ganga)
aprile 23, 2009 at 10:03 am
Oh, ma tutto il mondo è paese. O meglio…il paese è tutto il mondo. 🙂
aprile 23, 2009 at 4:47 PM
Eh,mi sa che è vero.
Inchino e baciamano.
Ghino La Ganga