Benedette ragazze.

gennaio 5, 2016

 

 

 

Su La Stampa di ieri ( pag.11) si legge un lungo articolo contenente le dichiarazioni di alcune ragazze e ragazzi musulmani di seconda generazione, cioé figli di  genitori immigrati. Tralascio le parole dei maschi, perché ahimè rappresentano quel caos che ormoni ed internet producono in tanti ventenni: per fare un esempio, ce n’è uno che segue molto (sic) il grillino Di Stefano e si commuove (ri-sic) per la parole di Putin, in un climax ascendente mica da poco. A perplimermi di più, come direbbe Corrado Guzzanti, sono  le parole delle ragazze. Tre di esse appaiono velate e felici d’esserlo, due appaiono non velate ma infelici di esserlo. Spiega difatti Asmae Boumlaly, ventunenne studentessa di economia: “spero un giorno di portare il velo, e di pregare cinque volte“. Infierisce poi Naoual El Ferradi, ventenne studentessa di scienze politiche, sostenendo di essere praticante musulmana ma di non avere ancora il coraggio di portare il velo, “perché è un dovere“. Benedette ragazze, che data la mia età potreste essermi figlie:   lasciatemi fare il padre noioso e preoccupato. Discorsi del genere, ai miei vent’anni, li facevano le più disperate frequentatrici di quei gruppi cattolici che son sempre stati la palla al piede di questo paese: beghine, pedanti, tutte prese nel cercare un qualche motivo di infelicità propria ed altrui, con quella fissazione sul peccato che rendeva difficile una conversazione, figuratevi una frequentazione. Benedette ragazze, che io spero portatrici di una qualche novità in un panorama italiano infestato da Boschi madonnine & Madie  medjugorjane: per favore, non deludete i laici come me. Per favore, non attaccatevi ai simboli costituiti da  un qualche drappo di stoffa in capo, utile solo a soffocare nella vostra testa quel barlume di libero pensiero che questo scassato paese ancora può permettervi. Per favore, voi che studiate materie scientifiche od umanistiche: non mettetevi a pregare cinque volte al giorno. Per favore:  pensate ai vostri vent’anni ed ai vent’anni dei vostri coetanei, vivete libere e cercate di leggere e studiare tanti libri diversi, e non solo uno sul quale vi rincoglionite di preghiere. Benedette ragazze, fate sì che questo disgraziato paese possa finalmente diventare un posto civile, libero e colto, e non quel crogiolo di ignoranza e cafoneria che bolle ininterrotto da  decenni. Benedette ragazze, interrompete quella micidiale catena che dalla parrocchia cattolica porta al centro di cultura islamico: una  catena  che pare oggi essersi irrobustita, nell’assenza di uno stato laico che  forse, ormai, esiste solo  nelle speranze di qualche vecchio deluso come me. Benedette ragazze, non rimpiangete il Marocco o l’Algeria, ma fate qualcosa per l’Italia: ha mille difetti, ma se la lasciate in mano a quattro sceme convinte cattoliche o a quattro idioti fissati musulmani è chiaro che diventerà molto peggio di loro. Benedette ragazze, vivete la libertà come un grande dono, che come tale non va sprecato con pentimenti o genuflessioni assortite. Benedette ragazze,  è dalle donne che ci aspettiamo qualche ripresa del pensiero umano; dunque per favore, per favore, per favore, per favore : smettetela di dire cose come quelle riportate dal quotidiano torinese, e dite qualcosa di libero, di colto, di rispettoso, di saggio. Qualcosa di laico, insomma. Grazie.

State bene.

Ghino La Ganga