Pos.

giugno 30, 2014

 pos

“Oh.”

“Eh.”

“Tu ce l’hai il pos?”

“No. Però ho il caz. Che va benissimo. “

“Che imbecille. Capito: non hai il pos.  Vabbé: tanto non ci sono sanzioni. Al limite, se non accetti il pagamento tramite pos incorri nella mora del creditore.”

“Cioè?”

“Cioè se non ti fai pagare con il pos, perdi il pagamento se la prestazione diventa impossibile senza colpa del debitore.”

“Mh. Dunque, vediamo se ho capito bene: arriva un pirla con il bancomat, io non ho il pos e non incasso, lui esce in strada e lo investono facendolo secco, io non avrò mai i miei soldi.”

“Una roba del genere.”

“Bah, allora devo stare attento a chi mando i colpi. Solo a quelli senza bancomat.”

“Bravo. Comunque è un’ingiustizia. Barbara l’ungherese mica ha il pos.”

“Già. Però, con ‘sta storia della mora del creditore ora c’è un vantaggio. Io oggi vado lì, faccio quel che devo fare, quando è ora di pagare tiro fuori il bancomat e chiedo se ha il pos.”

“Scusa, ma i soldi non te li chiede prima?”

“A te li chiede. Io son cliente. Sempre regolato dopo. Comunque: se non ha il pos, son cazzi suoi. “

“Sì, vero. Però anche un pochino tuoi: secondo me se esci di lì senza pagare, qualcuno con la macchina ti prende sotto e amen. Barbara non avrà mai i tuoi soldi, ma per te la vedo malino.”

“Mh. Quindi è meglio se non faccio tante pugnette con il pos?”

“Ecco, direi proprio così. Dài, ci sentiamo. Ciao.”

“Ciao.”

(In sottofondo suggerisco: Oliver $ & Jimi Jules, Pushing on. State bene. Ghino La Ganga)

 

Diego Marmo

Diego Marmo

Ciò che mi colpi dell’infame caso Tortora, fu la materializzazione di personaggi che credevo confinati nelle sceneggiature della cinematografia poliziesca più becera: pentiti ai limiti della normalità antropometrica, testimoni risibili, donnine miserabili, magistrati squallidi. L’ulteriore dramma  fu che, alla fine del processo,  non sparirono con i titoli di coda.

State bene.

Ghino La Ganga

 

Spot.

giugno 26, 2014

Don Franco Zaghini

Don Franco Zaghini

Don Giovanni Desio

Don Giovanni Desio

 

Padre Gregorio Vitali

Padre Gregorio Vitali

 

Chiediti cosa sarebbe per molti la vita,  senza otto per mille. Chiedilo a Don Franco Zaghini. Chiedilo a Don Giovanni Desio. Ma soprattutto:  chiedilo a Padre Gregorio Vitali.

(State bene. Ghino La Ganga)

 

Scontati.

giugno 26, 2014

groupon

 

 

Pare che una nota società di acquisti scontati di gruppo stia passando un periodo difficile. Secondo la società la colpa sarebbe degli esercenti, non ancora consapevoli delle effettive opportunità del servizio.  A me, viene solo in mente di quando una tipa raccontò di avere acquistato un massaggio scontatissimo in un centro benessere appena aperto. La massaggiatrice l’accolse perplessa. Indi la massaggiò distrattamente,  per poi chiederle di colpo:  e adesso cosa faccio, lecco la patata?

State bene.

Ghino La Ganga

 

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti

 

 

In genere, chi appare in foto in questo blog  è  per venire denigrato da noialtri  (salvo le belle donne, purché pornostar). Per la prima volta, esponiamo dunque la foto di un tipo che ha fatto una cosa giusta.  Un Presidente di Regione che impone ai medici dei consultori di applicare la legge, senza far tante manfrine da obiettori,  è un piacevole shock per tutti. Anche per noi: dunque datecene ancora, che siam già in astinenza.

State bene.

Ghino La Ganga

Da un prete in periferia.

giugno 23, 2014

 

 

 

Don Corinno di Brembate

Don Corinno di Brembate

 

 

“Una madre mi ha detto che la morte di Yara ha portato anche del bene perché ci ha fatto sentire più buoni… Io sono stato al campo di Chignolo dove l’hanno trovata. Era un campo arido. Ma Yara è stata come un chicco di grano che dà i frutti solo se muore… E se noi non diventiamo più buoni ha vinto l’assassino. Questo ci deve insegnare Yara che era un chicco di grano, un piccolo seme… “

 (Sono frasi tratte dall’omelia di Don Corinno, parroco di Brembate, pubblicate su La Stampa di oggi 23 giugno 2014, pagina 13. Senta, Papa Francesco: è a Lei che mi rivolgo –  pur da laico lontano anni luce dalle fregnacce che Le sento dire  la domenica –  perchè quando è troppo è troppo anche per chi sta distante da cappelle e campanili. Se crede di risolvere i problemi del mondo cattolico con frasi generiche da villaggio turistico e scomuniche collettive ad effetto temporaneo, mi sa che non va da nessuna parte. Il primo problema è costituito dai preti di periferia: sì, proprio quelli tanto cari a Jovanotti, forse perchè il cantantino di Cortona li sente vicini nell’imbecillità e nell’ignoranza che  caratterizza da sempre tanto lui quanto loro. Li cacci a pedate da ogni angolo, noterà subito grandi miglioramenti.  Quanto ai tempi, veda un po’ Lei: la chiesa è la Sua ma, se  qualche fedele La precederà  prendendo  a calci chi dal pulpito spara frasi così assurde, non osi dire che ne è sorpreso. Prima forse capiterà che qualcuno prenda a calci Jovanotti: sarà sempre troppo tardi, lo consideri però come un segno premonitore. Stia bene, e stiano bene i lettori. Ghino La Ganga)

Vecchi rimedi.

giugno 23, 2014

Rolling Stones a Roma

Rolling Stones a Roma

 

 

Facciamo pagare il biglietto al museo agli over 65, però affittiamo loro aree archeologiche  a prezzi stracciati quando vogliono esibirsi.

State bene.

Ghino La Ganga

Giulia non esce la sera.

giugno 20, 2014

Giulia Sarti

Giulia Sarti

“Oh.”

“Eh.”

“Ma allora vieni anche tu da Nigel & Beppe?”

“Sì. Però non dirlo così forte.”

“E come lo vuoi dire? Vieni o non vieni?”

“Vengo. Anche se non mi piace l’ambiente.”

“Ah. Però vieni.”

“Sì. Non mi piace l’ambiente, ma vengo. Che poi, a voler esser precisi: non mi piace nemmeno come si mangia.”

“Dunque: non ti piace l’ambiente, non ti piace come si mangia. Però vieni.”

“Sì, vengo.  Però, se devo dirla tutta,  non mi piace nemmeno la gente.”

“Insomma: non ti piace l’ambiente, non ti piace il cibo, non ti piace la gente. Però vieni.”

“Sì, vengo. Che poi, insomma: anche ‘sto tempo, mica mi piace tanto. Magari piove. “

“Ah, pure il tempo. Non ti piace nemmeno quello. Però vieni.”

“Sì, vengo. Magari, che so: riesco a far cambiare l’ambiente. Il cibo.”

“Ah. Boh, mi risulta sia tutto già preparato. E la gente?”

“Beh, certo. Quella è la prima cosa da cambiare.”

“Cioè: li mandi a casa a cambiarsi? Rischi il vaffanculo.”

“E’ vero. Magari, allora provo a dirgli di stare seduti senza accavallare le gambe. E’ già qualcosa, no?”

“Ah, senz’altro. E  per il tempo? Come fai?”

” Guarda: quello lo cambio di sicuro. Vedrai: non faccio piovere. Faccio splendere il sole.”

“Capisco. Ma hai sentito con gli altri? Loro venivano? “

“Sì. Venivano tutti.”

“A loro va bene l’ambiente? Il cibo? La gente? Il tempo?”

“Boh. Che ne so. Però venivano tutti. Non potevo mica restare a casa da sola. “

“Già. Vabbè, ci vediamo. Ciao.”

” Ciao.”

(Ogni riferimento all’intervista rilasciata ieri su La Stampa da Giulia Sarti a Francesca Schianchi è da ritenersi puramente casuale. In sottofondo suggerisco: Baustelle, Aria, bolle, aria. State bene. Ghino La Ganga)

La Dolce Vita, il Neorealismo, This must be the place, la grande commedia anni Sessanta, le fellinate di tornatore, la cucina italiana, i bellissimi romanzi di Umberto Eco, i simpaticissimi film di Benigni, gli spaghetti al dente, il tramonto sulla costiera del Fuenti, la notte del Bernabeu, le analisi di Brera e il cielo è azzurro sopra Berlino. Lo stile Ferrari, Enzo Ferrari, Giuliano Ferrari, il gusto, i giganti della moda, le collezioni di Armani, Rodota’, i capitani dell’industria, i maestri dell’artigianato, le telefonate di Moggi, le rifiniture fiat, la classe di Romiti, i fondi all’estero dell’Avvocato. L’impero romano, il Colosseo, la rassegna stampa di Padre Livio Fanzaga, il Rinascimento, il vitalismo di Starace, le invenzioni di Leonardo, i discorsi di Moro e gli archivi di Andreotti, i viaggi di Marco Polo, Dogali, Adua, i cadaveri a San Patrignano, le scoperte di Colombo, le leggi razziali, le stragi di nessuno, le Stagioni di Vivaldi, i gas e l’iprite. Poi Raffaello, Michelangelo, Schifani, Caravaggio, Lattanzio, Pinocchio, Gaspari, Pecchioli e la Divina Commedia. I rolex, le dentiere e i tweet spiritosissimi di Vittorio Zucconi, i rosiconi di Renzi, Assuntina Morresi consigliere speciale del ministro Lorenzin, Lara Comi, il tacchino sul tetto. La vigna di D’Alema, le lezioni di bella politica di Veltroni, i precetti di vita dei memores domini di Formigoni. Poi trent’anni di programmazione mediaset, Silvio Paolo Dudi e Marina, gli editoriali di Feltri, la grande letteratura di Daria Bignardi e Selvaggia Lucarelli, i fidanzati di Marco Pannella. Ma anche il grande barocco leccese, i macchiaioli, i massacri in famiglia, Tintoretto, Paola Binetti, l’ironia di Monsignor Luigi Negri, i criminali di guerra di Betori, l’intelligenza di Rutelli, il sorriso di Ruini, l’attico di Bertone, l’immagine del “sagrato” di Bagnasco, la saggezza di Di Battista e di Pigi Battista ripresa da Severgnini e ritwittata da Riotta. Il Duomo, San Pietro, il centro di Agrigento, il pratone di Pontida, bevi Napoli e poi muori. L’orgoglio per i nostri campioni: gli Abbagnale, Valentino, Montano, Maenza, i terzisti del Corriere, fino a Napolitano pluricampione del mondo di premier non eletto.

Anskij

Dopo ogni tweet di Gasparri, 100 cervelli decidono di emigrare, 1000 giovani decidono di smettere di studiare, e 50 aziende straniere decidono di non investire in Italia.

Anskij

L’Italia e’ quel paese che fa venire voglia di emigrare anche a chi e’ gia’ emigrato.

Ghino La Ganga

Cambierà.

giugno 17, 2014

 Donna seduta di schiena ( Mario Tozzi)

Io voglio un uomo che abbia certe caratteristiche ribelli. Che sia anche un po’ selvaggio. Così io poi lo cambio.”

La guardi attentamente. La donna che sta parlando ha la tua età. Quella nella quale una donna viene chiamata signora, e non solo per cortesia. Una bella signora. Che parla. Parla. Parla.

Io voglio un uomo che sia un po’ Ulisse. Velista.  Oppure, che so: scalatore.  Avventuroso. Uno che parte e va in tenda ovunque. Poi però piano piano io lo cambio.”

Ti ricordi di una tipa che conoscevi, tanti  anni fa. Si sposò con un tizio che era stato ed era tutti gli ista: velista, progressista, movimentista. Quando litigavano, lui in effetti andava  via in tenda. Sugli Appennini, diceva lui. Stava fuori anche due settimane. Tornava quando lei era ormai isterica. Tornava da lei e non le  diceva una parola. Poi litigavano di nuovo e lui via in tenda. Vanno ancora avanti così, senza alcun cambiamento.

Un uomo che però mi sorprenda. Che mi sappia riscaldare all’improvviso.”

Visualizzi l’immagine di lei a pecorina in una canadese , con la schiena dell’avventuroso Uomo Un Po’ Ulisse  che gonfia la tela della tenda mentre la prende da tergo. Le ginocchia di lei, oggi cinquantenne,  sull’infame materassino decathlon. Una roba da porno tedesco di fine  anni settanta, resa attuale dal solo marchio commerciale. Del resto: se esiste un fenomeno nu-disco, vuoi che non parta spontaneo un filone nu-porno?

Perchè noi donne amiamo l’uomo Ulisse. C’è poco da fare. Amiamo l’uomo duro, che si allontana ma poi torna. Torna perchè capisce che è giusto che noi lo cambiamo.”

A te risulta che il movimentista di cui sopra abbia solo cambiato la clinica dove operarsi l’ernia tra un Appennino e l’altro, mentre la di lui tipa  va avanti ancora a calmanti. Però non lo dici, ti pare indelicato davanti alla foga della bella signora.

Di uomini così ce ne sono pochi. Purtroppo. Tutti rammolliti senza carattere. Tutti a piagnucolare. Invece l’uomo Ulisse deve rendersi conto che deve cambiare, ma bisogna lasciargli credere che sta decidendo lui. Invece, sto decidendo io. Così lui si calma, si ferma, e finalmente si sposa con me, ma come dico io.”

Osservi la bella signora che parla. La conosci dai tempi dell’università, quando avevate entrambi poco più di vent’anni. Faceva esattamente gli stessi discorsi. Il velista, lo scalatore. L’uomo Ulisse. Da cambiare per poi sposare,  ma come diceva lei.

La osservi ancora. Oggi ha cinquant’anni.  No, lei non è cambiata.

(In sottofondo suggerisco: Kasabian, Eez-eh. State bene. Ghino La Ganga)